di Redazione ForumPA
Foto di Jeremy Price
La distinzione di “genere” non solo è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica ma ha assunto una notevole rilevanza anche sul piano della legislazione che ha previsto, in ambito pubblico, la predisposizione di una serie di documenti, anche statistici e contabili, che tengono conto di una tale ottica.
Il Conto Annuale che viene pubblicato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato ogni anno – una rilevazione di tipo censuario che coinvolge oltre 10 mila amministrazioni pubbliche che occupano circa 3,4 milioni dipendenti a tempo indeterminato con una spesa annua di quasi 160 miliardi di euro – comprende anche i dati che riguardano la presenza femminile in tutti i comparti della Pubblica Amministrazione negli anni 2005-2006-2007. Consulta qui i dati.
Qualche nota.
La presenza femminile è aumentata in tutti i comparti nell’arco del triennio: la percentuale delle donne sul totale dei dipendenti a tempo indeterminato è ormai di circa il 55%. Quasi la metà sono occupate nella scuola.
Il notevole incremento registrato nel 2006 nelle Regioni a Statuto speciale è dovuto alla rilevazione di personale mai censito in precedenza, occupato nelle scuole delle province autonome, settore a prevalente impiego femminile.
La componente femminile continua a crescere nei settori dove è già preponderante (Scuola e Servizio Sanitario Nazionale); si avvia verso la parità anche nei comparti più selettivi quali la carriera Prefettizia, l’Università e la Magistratura e mostra un incremento anche nella Carriera Diplomatica, dove però è ancora molto circoscritta.
La presenza femminile risulta in crescita anche nei settori di più recente apertura quali i Vigili del Fuoco, i Corpi di Polizia e le Forze Armate.
Nei ministeri, pur riducendosi in valore assoluto (a seguito della riduzione complessiva del personale di detto comparto) la presenza femminile rappresenta comunque il 51% circa.