Scuola di Atene: la situazione

di Mariangela Casalucci, rappresentante territoriale FLC CGIL Grecia e del Comitato ScuolAperta della scuola italiana di Atene.

La scuola italiana di Atene è in agitazione. Il 10 ottobre c’è stata la manifestazione delle studentesse e degli studenti e si è registrata l’adesione quasi unanime agli scioperi del 17 e del 30 ottobre con un presidio di studenti, genitori e docenti davanti all’Ambasciata e un’assemblea aperta e partecipata presso la scuola. Si è formato, inoltre, il comitato Scuola Aperta, uno spazio in cui studenti, insegnanti e genitori che partecipano possono costruire iniziative comuni contro le leggi 169, cioè la legge Gelmini sulla riforma della scuola, e il piano di riorganizzazione della rete scolastica e dell’utilizzo delle risorse umane previsto dall’art 64 della legge finanziaria 133. Ultima iniziativa in ordine di tempo la giornata di scuola aperta del 13 novembre con la mattina caratterizzata dal programma di autogestione degli studenti del liceo, un’assemblea/conferenza stampa, un picnic, giochi e animazione per i bambini, proiezione di film, momenti di discussione e riflessione.
Ma quali sono i punti di maggior dissenso con le leggi approvate e quali sono le ricadute sulle scuole italiane all’estero e in particolare sulla scuola italiana di Atene? Innanzitutto va chiarito che le scuole italiane all’estero fanno riferimento agli ordinamenti della scuola italiana e quindi tutte le scelte effettuate dovranno essere applicate anche qui nel momento in cui ci saranno i provvedimenti attuativi. Per fare degli esempi la riduzione del tempo scuola dalla scuola per l’infanzia al liceo, l’aumento degli/delle alunne per classe, la reintroduzione del maestro unico e l’eliminazione dell’insegnante specialista di lingua straniera alle elementari, la valutazione numerica per la scuola elementare e media, la reintroduzione del voto in condotta, l’accorpamento di classi di concorso diverse per cui docenti con una professionalità nell’insegnamento di certe materie possono insegnarne anche altre e anche in altri ordini di scuola, sono scelte che ci riguardano direttamente.
Il numero di docenti che lavorerà nella scuola sarà determinato dagli stessi parametri in termini di numero di alunni/e e di tempo scuola da offrire e quindi se i parametri impongono la riduzione dei docenti questa toccherà anche a questa scuola. Non dimentichiamo che ad Atene con l’applicazione della riforma Moratti si è perso un docente nella scuola elementare e che da allora si lavora con un numero di docenti inferiore al necessario.
Infine, proprio a partire dall’esperienza di persone che vivono all’estero temporaneamente o definitivamente, risulta ancora più inaccettabile l'idea delle classi differenziali, anche se definite “ponte” per la scolarizzazione e l'istruzione degli alunni stranieri in Italia. Oltre alle conseguenze del decreto Gelmini, ci sono poi gli ulteriori tagli alla scuola e alle istituzioni scolastiche ed educative italiane all'estero previsti dal governo nella finanziaria. Basta leggere lo schema di piano programmatico della legge finanziaria: “Saranno rivisti gli istituti giuridici che comportano comandi, collocamenti fuori ruolo, utilizzazioni ecc.., onde ridurre allo stretto necessario la incidenza della spesa rappresentata dal pagamento dei supplenti in sostituzione”.
Si cerca di demolire l'intera rete che, in tutti questi anni, ha rappresentato il punto di riferimento per la nostra emigrazione con il drastico, incomprensibile e ingiustificato ridimensionamento della rete scolastica e del numero dei docenti impegnati nell’insegnamento all’estero. Tutta la manovra si caratterizza sostanzialmente in tagli indiscriminati all’istruzione pubblica che ricadranno sugli utenti che dovranno, anche e ancora più d’ora all’estero, contribuire economicamente al mantenimento se non al salvataggio delle strutture educative e la scuola di Atene sa cosa questo voglia dire vista l’esperienza della scuola per l’infanzia. Si potrebbe dire che questa opposizione a leggi già approvate è velleitaria ma non lo è perché grandi sono le possibilità di resistenza che si aprono nel momento della loro applicazione.

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