La conferenza dei giovani italiani nel mondo opportunità  di confronto

La conferenza dei giovani italiani nel mondo che si sta volgendo a Roma e’ stata pensata dal CGIE come una opportunità di confronto fra le varie esperienze di emigrazione e di dibattito con le istituzioni.

Desideriamo tuttavia manifestare il nostro disagio riguardo i seguenti punti.

1. Si sono verificati episodi sgradevoli e gravi relativi alla possibilità di comunicare il clima del dibattito ai media italiani. Citiamo due esempi. (1) Mercoledi’ nell’ambito di una trasmissione RAI a cui erano stati invitati alcuni delegati si e’ preferito dare una connotazione macchiettistica alla conferenza presentando esclusivamente esperienze personali e non i risultati delle commissioni di lavoro. (2) Giovedi’ mattina, invece, il quotidiano Libero ha definito i delegati “papponi di importazione” e presentato in maniera strumentale le critiche corrette relative ai processi di selezione alla conferenza.

2. Contrariamente alle attese l’interlocutore politico non e’ stato presente o e’ stato difficilmente avvicinabile.

3. Risulta preoccupante il tono trionfalistico con cui i rapprersentanti del governo e alcuni coordinatori di gruppi di lavoro hanno affermato che l’“eccellenza italiana viene riconosciuta all’’estero”, ignorando che l’Italia è, in realtà, sempre più spesso dolorosamente percepita come un paese in grande difficoltà.

4. Si ha il timore che si mortifichino le critiche piu’ costruttive e le voci più scomode ma forse più obiettive e coerenti con le nostre esperienze.

Tutto cio’ amareggia e tradisce le aspettative di chi sta lavorando in questa conferenza con autentico sentimento di rispetto e profondo interesse per la vita politica e istituzionale di questo paese. La tristezza con la quale si constatano le dinamiche tipiche del peggior modo di gestire i rapporti con l’informazione non impedirà agli italiani all’estero di vivere al meglio la loro cittadinanza italiana nel mondo, il loro senso delle istituzioni e il loro rispetto per gli strumenti della democrazia.

Il governo attuale rischia di interpretare la ricca partecipazione a questa conferenza come un segnale di soddisfazione per le politiche che sta conducendo verso gli italiani all’estero. La diversità delle nostre esperienze e delle nostre comunità viene mortificata da una rappresentazione patetica e stanca della macchietta dell’italiano all’estero nostalgico della madre patria.

La nostra realtà è molto più complessa e avrebbe meritato più rispetto. Saremo interlocutori seri e decisi in futuro e non smetteremo di lavorare affinché gli italiani all’estero possano continuare a dirsi orgogliosi delle loro origini.

Beatrice Biagini (Francia)
Giandomenico Iannetti (Regno Unito)
Vasco Molini (Olanda)
Valeria Giardino (Francia)
Paola D’Agostino (Portogallo)
Gianluca Sferlazzi (Francia)
Carlo Andreoli (Spagna)
Aldo Caruso (Germania)
Luigi D’Elia (Francia)
Rachel Crivelli (Portogallo)
Robero Paletta (Olanda)
Isabella Bruno (Germania)
Steven Pensa (Germania)
Luigi Attianese (Argentina)
Valerio D’Alessandro (Regno Unito)

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