Bologna: gli ospiti del Paladozza/2

Il testo delle interviste, rilasciate sabato 6 dicembre al Paladozza di Bologna, a Moni Ovadia, Oliviero Beha e Aldo Pecora (“Ammazzateci Tutti”).

D.Martinelli: Moni Ovadia ha aperto le danze in questa giornata, com'è andata?
M.Ovadia: Bene, mi sembra ci sia bella gente che non sopporta di vivere nell'illegalità di governo. Sono persone che sono determinate a fare opposizione a questo governo, che vive intorno ai problemi di un solo uomo, che sta bloccando il Paese e tutto il suo sviluppo attorno ai propri problemi e narcisismi, alla propria idolatria. Persone per bene, semplici che dicono “Vogliamo vivere una Democrazia vera” non in una caricatura di Democrazia.

D.Martinelli: Il pubblico di Bologna risponde sempre bene non è vero?
M.Ovadia: Bologna è una città civile con una grande tradizione e grande sentimento di indipendenza, di orgoglio, il tutto con grande buonsenso.

D.Martinelli: Una breve fotografia del comportamento di questo governo, pur rendendomi conto non sarà semplice, alla luce di questo inventato scontro fra procure pubblicato sui giornali?
M.Ovadia: E' un governo che governa perché deve farlo ma i suoi obiettivi non sono quelli governare ma quelli di garantire i privilegi di uno solo.

D.Martinelli: Olviero Beha qui a Bologna per questa serata dedicata all'informazione, con questo governo sembra quasi scontata la domanda, nel panorama giornalistico informativo è cambiato qualcosa? E' migliorato o è peggiorato?
O.Beha: E' peggiorato per forza perché l'Italia è su un piano inclinato e perciò per forza di gravità rotola verso il basso. E' successo con Berlusconi, poi con Prodi, poi ancora con Berlusconi e Prodi, ora di nuovo con Berlusconi. L'Italia sta rotolando sotto gli occhi di tutti. L'informazione è un lato del triangolo, l'informazione, potere politico economico e l'altro è la magistratura. Da quanto so sono dell'idea che assolutamente non si può parlare di uno scontro f ra procure, serve soltanto a confondere la gente. Sotto c'è un magistrato come De Magistris che ha tirato fuori delle cose scottanti per il potere, un po' come è stato per Clementina Forleo un anno e mezzo fa', e quindi chi tocca i fili muore. La conseguenza è questa. Io temo che con le procure di Salerno e di Catanzaro, col presidente della Repubblica che pretende le carte come presidente e non come presidente del Csm, peccato sia sempre lui, sembra quasi una gag da un certo punto di vista istituzionale, anche se è tutto è normale, ma l'impressione è che andrà tutto in unica direzione, che il dossier finirà a Roma e se non sbaglio, Roma è chiamata il porto delle nebbie.

D.Martinelli: La Rete secondo lei sta dando un contributo alle coscienze degli italiani opppure no?
O.Beha: La Rete sta dando certamente un contributo, è una via d'uscita, alla sensibilità degli italiani temo ci vo glia ancora un po' di tempo perché gli italiani per svegliarsi hanno bisogno di più “cazzotti” senno non ragiona, indipendentemente da Berlusconi piuttosto che da Veltroni a scanso di equivoci, credo che sia sufficiente ad impaurire il potere se già circolano di nuovo le voci che Berlusconi, come Prodi prima, vuole mettere mano alla Rete.

D.Martinelli: Aldo Pecora qui a Bologna per questo dibattito sulla mafia, tu sei calabrese, come si vive in Calabria?
A.Pecora: In Calabria si vive come in tutta Italia, si vive in una regione bellissima dove pochi delinquenti fanno parlare male di noi, questi delinquenti non sono soltanto i mafiosi, io lo dico sempre, ci sono una serie di connivenze che rendono forte la 'ndragheta. In Calabria il problema è la politica, troppo debile e l'economia troppo connivente, il sistema di potere gestito dalla massoneria più o meno deviata, quindi meno commissariati di polizia e caserme dei carabinie ri che logge massoniche in Calabria.
Ormai lo “scontro fra procure” è un caso nazionale, forse De Magistris aveva inciso bene con quel bisturi toccando fili scoperti.

D.Martinelli: Ma ai calabresi manca De Magistris o non se ne sono accorti?
A.Pecora: Io parlo con molta schiettezza, i giovani sono sicuramente vicini a De Magistris, continuano a seguire il suo lavoro, De Magistris è vicino alla Calabria. Tuttavia gran parte della Calabria vorrebbe dimenticarselo perché uno come De Magistris è meglio portarselo via in una regione dove si vogliono nascondere tanti problemi, ciò non vuol dire che le giovani generazioni si siano schierate, non tanto con lui, ma tanto per quello che De Magistris diceva, cioè Why not la conoscono anche i ragazzi di 15 16 anni, è una cosa molto importante conoscere i nostri polli. Per questo dobbiamo ringraziare Luigi De Magistris.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy