Per l’esponente della Lega Nord il federalismo è prioritario rispetto alla riforma della giustizia
di Guido Laudani
Umberto Bossi riprende a mordere, e non in modo leggero, all’interno della maggioranza di governo: frena sulla riforma della giustizia, anteponendole il federalismo: “Prima c’è il federalismo, poi, eventualmente ci sarà la riforma sulla giustizia. Ma eventualmente” è stata al sua dichiarazione all’Ansa. Rincara la dose Roberto Cota, capogruppo leghista a Montecitorio: “Per quanto riguarda le riforme il federalismo fiscale è una priorità assoluta, infatti è l’unica riforma strutturale per uscire dalla crisi economica.
Sulla giustizia il Ministro Alfano riferisca in Parlamento e ci faccia sapere la sua posizione. I paletti devono essere la separazione delle carriere, il ritorno alla polizia giudiziaria di competenza per quanto riguarda le indagini preliminari e la riforma del Csm”. Anche Piergiorgio Stiffoni, replicando alle critiche dell’esponente dell’Udc Ronconi sulle dichiarazioni di Bossi, è sulla stessa linea: ’’La Lega e la sua battaglia per il federalismo fiscale non sono sulla luna, tutt’altro: siamo ben piantati nel paese e prima si fanno le riforme e meglio è. La giustizia è un tema importante ed essenziale, ma non è il problema, semmai è tra i problemi che questo esecutivo deve affrontare, dopo il federalismo fiscale che lo vuole la gente’’.
La situazione sembra quindi ad un punto critico: senza l’attuazione del federalismo la Lega frenerà sulla giustizia, avendo già chiaramente fatto intendere quale siano le sue priorità. Ma è possibile che l’alleato più riottoso, veemente, critico, ma sicuramente il più fedele, metta in difficoltà Silvio Berlusconi?
A leggere le dichiarazioni degli esponenti della Lega sembra proprio di sì, ma forse ci sono già stati degli accordi che in questo momento richiedono una “spinta” per accelerare e giungere alla conclusione. Infatti quando a Bossi è stato fatto rilevare che il presidente del consiglio spinge molto sulla riforma della giustizia, la risposta del capo del carroccio è stata molto più possibilista: “Se lo chiede Berlusconi, allora lo si fa. È lui il presidente del Consiglio. È lui che comanda il consiglio dei ministri. E se lui propone quella roba si va avanti. Però prima c’è il federalismo. Poi discuteremo la riforma sulla giustizia”.
Anche dall’altra parte, sempre all’interno della maggioranza, si ha l’impressione che comunque un accordo già ci sia. Ignazio La Russa di An precisa che “i tempi del federalismo li abbiamo già fissati e non subiranno rallentamenti, ma le Camere sono due e a gennaio si può iniziare l’uno e l’altro, se fosse necessario. Quindi, Bossi non tema. L’importante è non usare la giustizia come modo per rinviare il federalismo, altrettanto importante però è non usare il federalismo come argomento per non fare la riforma della giustizia. Il sistema bicamerale consente di avviare la giustizia anche prima che il federalismo fiscale sia esaurito, senza far ritardare il federalismo stesso”. Questa dichiarazione di La Russa forse non hanno tranquillizzato Bossi, perché rimane il rischio che partendo le due riforme insieme, una poi vada più veloce dell’altra, che potrebbe anche bloccarsi. (www.agoramagazine.it)