di Michela Stentella
Foto di kikasso
Dal 1° gennaio 2009 andare a Venezia sarà più conveniente per i turisti che prenotano in anticipo le proprie vacanze e che scelgono di farlo on line. Con l’anno nuovo, infatti, diventerà operativa la piattaforma di e-commerce “Venice connected”, fortemente voluta dal Comune della città lagunare e, soprattutto, dal vice sindaco Michele Vianello, grande sostenitore delle opportunità offerte dal web per l’innovazione nella pubblica amministrazione.
Si tratta di un sistema che vuole regolamentare e governare i flussi turistici, disincentivando i visitatori “improvvisati”, che pagheranno di più per i servizi acquistati direttamente in città, e consentendo, in tal modo, una stima abbastanza attendibile del numero di presenze previste. Uno strumento fondamentale per una città che conta ormai 20 milioni di visitatori l'anno, con picchi quasi insostenibili in alcuni periodi.
“Venezia è la prima città al mondo a mettere in piedi un servizio di e-commerce pubblico, perché per prima si è posta il problema della sostenibilità del turismo – sottolinea Michele Vianello -. Mentre in molte città si sente la necessità di ampliare e incentivare il turismo e si fanno scelte in questo senso, da noi si pone il problema, ormai storico, di regolare i flussi turistici. ‘Venice connected’ è un sistema che, allo stesso tempo, incentiva e disincentiva il turista: pagherà meno chi compra on line rispetto a chi compra on site e chi viene nei periodi verdi, ossia quelli in cui è previsto un minore afflusso, rispetto a chi viene nei periodi rossi, quelli di punta”.
Con la nuova piattaforma, la cui gestione è affidata a Venis Spa (la società strumentale dell'Amministrazione per la gestione informatica), si potranno prenotare e acquistare via internet tutti i servizi pubblici offerti nella Città di Venezia (accesso alla zona a traffico limitato, parcheggi, ingresso ai musei civici, biglietti del vaporetto), ad un prezzo scontato rispetto a quello che si pagherebbe presentandosi in città senza prenotazione, con risparmi che andranno dal 5 al 30 per cento sui prezzi di listino a seconda del periodo di soggiorno. Il calendario su cui impostare il listino prezzi è stato preparato dal COSES (Consorzio ricerche e formazione): occhio ai giorni segnati in rosso (altissima stagione), meglio quelli blu (media stagione), sconti e vantaggi invece nei giorni contrassegnati dal colore verde (bassa stagione).
Insomma, un metodo di regolamentazione dei flussi turistici alternativo rispetto a sistemi come la tassa d’ingresso o il numero chiuso. Michele Vianello ci spiega il perché di questa scelta: “Il mondo del turismo ormai si organizza prevalentemente in rete, perché la stragrande maggioranza di chi viaggia prenota la stanza d’albergo, la macchina o l’aereo on line. I dati parlano di cifre intorno al 70 per cento. E in Italia il turismo da solo vale il 56% degli acquisti effettuati on line. È chiaro che in una città come Venezia, in cui il problema della regolazione passa attraverso il tema dei trasporti, dei parcheggi, dell’accesso ai musei, non potevamo che optare per l’organizzazione in rete dell’offerta pubblica”.
Il turista potrà acquistare on line, con un’unica operazione bancaria, i servizi di cui avrà bisogno nel corso del suo soggiorno, inserendoli nel proprio “carrello della spesa” virtuale, proprio come si fa per qualsiasi altro acquisto on line. Costruirà così una sorta di pacchetto personalizzato, ricevendo alla fine della transazione un numero unico di prenotazione, una sorta di passpartout per accedere a tutti i servizi acquistati, che verranno scalati dalla prenotazione via via che vengono utilizzati.
“A gennaio il servizio parte con l’adesione di tutte le aziende pubbliche, nessuna esclusa – precisa Vianello -. Queste potranno commercializzare in rete esclusivamente attraverso ‘Venice connected’. Dopodiché la priorità verrà data all’adesione di tutte le altre istituzioni culturali veneziane, dalla Fondazione Guggenheim al Patriarcato, che gestisce la Basilica di San Marco. Parallelamente, potranno aderire anche i soggetti imprenditoriali privati, come gli alberghi, che decideranno di arricchire così il loro pacchetto, dando la possibilità di prenotare on line con un’unica transazione anche i servizi pubblici. Ormai esiste una competizione fortissima tra gli operatori privati nell’uso dei siti per le prenotazioni on line. Inserirsi nel sistema 'Venice connected' potrebbe offrire visibilità e una sorta di marchio di garanzia agli occhi di chi acquista”.
Leggi l'articolo sulla filosofia dell’amministrazione 2.0 nel Comune di VeneziaIl progetto “Venice connected” si inserisce, naturalmente, all’interno di un’azione più ampia che il Comune di Venezia ha avviato da tempo, basata sul riconoscimento delle potenzialità delle nuove tecnologie e, in particolare, delle applicazioni web 2.0.
Vianello sottolinea come Venezia, anche in questo caso unica città in Italia, si stia dotando di una propria rete di proprietà (fibra ottica e wi-fi), che sarà pronta per l’estate del prossimo anno. Il Comune, poi, ha dato vita, tra gli altri, al progetto IRIS, il servizio informatico per la segnalazione da parte dei cittadini dei bisogni di manutenzione urbana e per il monitoraggio degli interventi effettuati dall’amministrazione. Ci dice Vianello: “IRIS rientra nella scelta dell’utilizzo della rete e del web, e particolarmente delle applicazioni web 2.0, per cambiare radicalmente il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. Abbiamo scelto di usare la rete come sistema di comunicazione. IRIS è forse l’applicazione che, in questo momento, si trova ad uno stadio più avanzato: a fine anno saranno già 100mila le persone che possono cominciare a usarla. Siamo passati ormai ad una concezione della programmazione dei lavori pubblici basata esclusivamente sull’uso della rete, sul rapporto disintermediato tra cittadini e pubblica amministrazione”.
Questa scelta si fonda su una convinzione dell’amministrazione di Venezia di cui Vianello si fa portavoce: “Io ritengo che la riforma della pubblica amministrazione non si faccia attraverso provvedimenti legislativi, perché esistono delle remore e un modo di operare che non si risolvono né con la legge né con editti repressivi. Si può, invece, trovare una soluzione affermando all’interno della pubblica amministrazione alcune impostazioni culturali che provengono dall’uso del web, a partire dal verbo condividere. Questo verbo implica orizzontalità, scambio, possibilità di riformare profondamente, capacità di mettere in rete, opportunità per i cittadini di vedere, conoscere, operare, giudicare costantemente”.
Gli articoli che parlano di Venezia 2.0 su Saperi PAVenezia in questo senso costituisce un luogo di sperimentazione e un’eccellenza nel panorama italiano. Ma è possibile estendere ad altre amministrazioni questo tipo di approccio e gli strumenti per attuarlo? Vianello appare ottimista, ma con una premessa: “Io sono un teorico del 2.0 e dell’open source: è evidente che è nostro interesse condividere questa esperienza con altri, quindi le nostre piattaforme sono a disposizione gratuitamente. Però bisogna acquisire prima di tutto la mentalità per farle funzionare. Faccio un esempio: quando io scelgo di permettere a tutti i cittadini di vedere se risolvo o no un problema, faccio una scelta politica, decido di mettermi in piazza”.
“Alla Città di Venezia – prosegue Vianello – interesserebbe dar vita a un luogo fisico, dove i Comuni più innovativi possano incontrarsi: un club di eccellenze che non sia però un club esclusivo, bensì un punto da cui partire per allargare a macchia d’olio questa nuova mentalità, estendendola a tutti. Secondo me questo è fondamentale per la riforma della pubblica amministrazione italiana. Pretendere che tutti partano alla pari è velleitario, però si possono mettere a disposizione i punti di eccellenza: condividere il singolo software è l’ultimo dei problemi, il punto vero è diffondere la mentalità, l’approccio, la cultura della condivisione all'interno della pubblica amministrazione. E la rete è lo strumento formidabile che ci consente di tradurre questa cultura in realtà”.
Comune di Venezia e FORUM PA stanno lavorando proprio con l’obiettivo di riunire attorno a un Tavolo le città che hanno scelto di andare verso l’amministrazione 2.0, che significa prima di tutto adottare una nuova filosofia di governo, verso un sistema aperto e partecipato, supportato dai nuovi strumenti di connettività.