Da un europeo di buon senso

LETTERA APERTA

Da un europeo di buon senso (1)
Al Presidente del Consiglio

Egregio professor Prodi,

le scrivo essendomi reso conto delle molte difficoltà che lei si trova davanti. Immagino le difficili giornate (e nottate ?) di un premier che, avendo lasciato una Commissione Europea la quale, pur composta da gente di lingue e culture diverse, era pero’ gestibile; si è poi trovato nella gabbia dei matti. Cioé nell’arena dove avvengono le battaglie o si drizzano le penne dei galli italiani.

Non mi piacerebbe avere il suo ruolo, benché il suo stipendio sia più del doppio di quello di Zapatero, visti i problemi difficili che ha da risolvere. Lei si trova infatti davanti un Paese che, in quanto a problemi irrisolti o risolti male, non è secondo a nessuno ( un esempio di problema risolto all’italiana, cioé male, è la legge sull’indulto). Lei vorrebbe quindi risolverli quasi tutti, almeno quelli che ci fan fare brutte figure in Europa (siamo sorvegliati dagli europei…..). Ma vedo che non ci riesce. Lei ha forse capito che anche un problema semplice, in Italia, puo’ essere irrisolvibile. Ci sono parecchi motivi per cio’…. Non solo lei, ma anche gli Italiani in generale, scontano le colpevoli mancanze, per tanti decenni, della P.I. ( una delle cause della frequente mutazione del parlamento in un pollaio).

Povero professor Prodi. Eppure le avevo scritto, prima della sua ultima elezione al parlamento, dicendole (con analisi allegate) di stare attento perché il Bel Paese è ormai divenuto l’”Ingestibile Paese”. Glie lo avevo detto non per scoraggiarla, ma per stimolarla a risolvere in primis la questione sociale. Quella, per intenderci, che genera fallimenti, incapacità, ritardi, sprechi, insoddisfazioni e delusioni nel Paese.

Le scrissi poiché ritengo di avere la capacità, per la mia esperienza, di rendere un servizio al Paese, svelando alcune verità, troppo a lungo nascoste, e che necessitano di essere conosciute. Ho pertanto appena pubblicato un saggio, che cerca di raccontare il perché delle lotte (e dei fallimenti) dei galli italiani. Il suo titolo e i riferimenti relativi sono nell’Alleg. “Annuncio”.

Vede, caro professore, lei tanto impegnato a calmare, equilibrare, smorzare, le lotte dei galli governativi e parlamentari italiani, non ha avuto tempo di accorgersi che l’Italia è divenuta un Paese anormale (e poco europeo, direi). E’ un Paese anormale quello che:

– non sa (o non vuole) applicare la costituzione e le leggi in modo rigoroso, completo ed uniforme per tutti;
– a fronte di problemi nazionali annosi, non ha la capacità di decidere soluzioni adequate se un clan fa ostruzionismo nel proprio interesse particolare;
– porta avanti lunghe e difficili discussioni politiche arrivando a soluzioni inadatte, per l’incapacità di guardare in faccia la realtà, che è spesso sostituita da false verità, triple menzogne, fatue illusioni ….;
– a fronte di una chiarissima perdita di competitività, non sembra sia stata fatta dalle istituzioni la cosa più necessaria: un’inchiesta seria (non politica) sulle cause. Forse per non scoprire qualche altarino ? Non si è pensato poi all’ovvio: la perdita del potere d’acquisto, lamentata da tanti, è legata alle inefficienze ed a sprechi annosi ed in aumento accelerato….
– ha un territorio vario, bello e frastagliato, ma non ha una società nazionale, colle sue fondamenta (Patto Sociale, interessi nazionali, valori positivi di riferimento, orgoglio di quello che sa(peva) fare, capacità di gestione delle istituzioni a livello europeo). Ha invece i clans, le cordate, le bande, le confraternite….., proprio come all’epoca dei Principati.

Non faccia un saltino di sorpresa, professore, nel leggere “come i Principati”. In quanto a gestione del Paese, noi siamo praticamente ancora là. Infatti i ministri della P.I., dall’unificazione del regno d’Italia a oggi, non hanno mai capito che la famosa frase “Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani” indicava la necessità di un’azione educativa determinata, continua, seria (non all’italiana) e ben organizzata.

Bisognava, era evidente a persone di buon senso, educare, strutturare una società, chiarendo i diritti e doveri dei cittadini e dello stato, che infatti tanti cittadini non conoscono. Nessun primo ministro lo ha fatto, per più di un secolo. E infatti, nel nuovo Regno d’Italia, si continuo’ a gestire la cosa pubblica come prima. Ogni clan e principato ha agito per conto suo. Fino ad oggi, troppo spesso cosi è andata. E’ vero che la poca autorità del re limitava in qualche modo le lotte fra i clans. E vero che, fino a dieci anni fa, i clans agivano nell’ombra, in quanto il doppio scenario ed il doppio linguaggio permettevano di far finta di gestire un “popolo unico”, di proteggere i suoi interessi nazionali. Mi chiedo se non siamo ….. divenuti un esempio europeo del doppio scenario ? E se siamo degli europei maturi ?

Ma recentemente, come lei ben sa, su iniziativa di qualche politico in difesa del proprio clan, sono stati cestinati i valori e messe da parte le regole (che dovrebbero essere co-gestite da una Giustizia ingessata) nella vita sociale. Di conseguenza le gestioni di clans e cordate sono venute alla luce del giorno, divenendo quindi più conflittuali, più incompatibili coi verbi “concordare” e “costruire”, anzi più atte a scassare….., tanto più che i valori positivi sono ormai sostituiti nella vita sociale da quelli negativi.

D’altra parte, poiché la P.I. non ci ha mai insegnato metodi di lavoro efficienti (quelli che permettono la competitività e danno i risultati), né sistemi di raggiungimento del consenso nelle assemblee (cioé come in Europa), i galli politici (non solo loro; nelle assemblee di condominio è spesso lo stesso) sono usi a lotte, urli, attacchi improvvisi, accuse generiche, talora minacce…Possiamo, per la nostra vita sociale, chiamarci europei ?

E’ quindi spiacevole per lei, ma necessario, fare un giorno si ed uno no, il pompiere, o meglio il domatore di galli….In tali condizioni posso capire la sua fatica e quella dei suoi ministri. Che penso sia uno dei motivi per cui governo e parlamento, a differenza di tanti parlamenti europei, non prevedono in tempo le riforme necessarie, non definiscono strategie riflettute per soddisfare i bisogni della competitività, non organizzano evoluzioni strutturate per raggiungere quegli obiettivi che pur sono stati predicati in campagna elettorale. Finendo cosi ………. per arrendersi alle emergenze, condite di sprechi appropriati alle negligenze di certuni e agli interessi di altri. I quali sono ormai una caratteristica molto italiana….

Senza la qualità del lavoro, da diffondere in tutte le istituzioni (ne siamo piuttosto lontani), non c’è speranza che il Paese Confuso si risollevi colla schiena dritta (chiesta più volte da Ciampi), mostrando di saper gestirsi e saper applicare la costituzione e le leggi nei riguardi di tutti. Eliminando anche gli sprechi……, giganteschi…… L'elenco riportato nell'Allegato “Barca va” parla da solo…..

Caro professore, forse anche lei ha realizzato che, in epoca globalizzata, non funziona più la “terza via” italiana, quella che il Sistema Italia ha adottato nel passato. Una via che permettesse agli Italiani di non troppo impegnarsi nell' organizzazione di strutture sociali efficienti, ma di affidarsi a fiduciari e referenti, con cui dialogare più facilmente. Una via compatibile col basso livello di istruzione diffusa e colla non eccessiva responsabilità, impegno e sudore, nel Paese della calura estiva e primaverile. Contendandosi, nel passato dell' aurea mediocrità, che garantisse comunque un posticino al sole.

Ormai siamo ad un” bivio epocale” e siamo costretti a scegliere fra: a) la serietà europea, la società che funziona, da una parte; b) il Magreb dall’altra (che poi in pratica vuol dire: “fra lo sviluppo e il sottosviluppo”). Che scelta ci propone, lei, professore ?
Le anticipo che se la scelta fosse “la società che funziona”, allora il problema sociale va affrontato subito e sriamente, non all’italiana, non con leggine e stanziamenti da fatua illusione….Passare dall'inefficienza all'efficienza sociale non è un giochetto. Potrà sempre pero’ valersi dei consigli di europei qualificati (che vivano in Paesi che sanno gestirsi), e che dovrebbero, in tal caso, attivarsi fuori dal pollaio….del Paese Confuso.. . E' comunque la mia raccomandazione, basata su lunga analisi comparativa relativa alle differenze sociali fra Italia e WestEuropa (i 15 della ex-U.E.)

Le invio i mei rispettosi saluti da un Paese che sa gestirsi.

Antonio Greco
angrema@wanadoo.fr
(analista delle cause del degrado)

Allegati : a stento adeguati a indicare un problema complesso;
in numero insufficiente a presentarlo

P.S. UN PAESE LE CUI ISTITUZIONI INCAPPANO MOLTO SPESSO NELLA CATTIVA GESTIONE, CHE NON SI CHIEDE QUALI SIANO LE CAUSE DELLA CATTIVA GESTIONE DIVENUTA ROUTINE, E’ UN PAESE CHE HA POCHE CHANCES DI RIALZARSI.

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(1) Ex funzionario europeo, consulente in TLC, vivo a Parigi dal ‘ 82. Capii che, per essere gratificato dall’ impegno e dal lavoro serio, per avere una buona qualità di vita, era meglio emigrare. Lavoro a livello europeo (CEPT) e mondiale (UIT), dal ’70, in gruppi di lavoro, commissioni, conferenze, di tipo tecnico/amministrativo. E, naturalmente, piena fruizione dei diritti del cittadino, in maniera costante, organizzata, affidabile, impossibile in Italia. Mentre il degrado continuava… ed io confrontavo l’ Italia coll’Europa.

Mi sono rivolto negli ultimi anni a parecchi VIPs per segnalare la deriva preoccupante della società italiana. Nel 1990 Romiti mi rispose, dopo aver ricevuto una mia analisi: “D’ accordo colle sue conclusioni. Ma non c’é niente da fare”. Cioé non raccolse la mia proposta di fare a lui, qualificato rappresentante industriale, una presentazione dei motivi per cui l ‘ economia italiana era a rischio. Parecchi anni dopo che lo avevo avvertito, la catastrofe é arrivata. Oggi il sistema Italia ha magre prospettive, se le attuali condizioni sociali restano…….as they are.

Negli ultimi quattro anni sia Trochetti Provera che Piero Ottone e Ostellino si sono dichiarati, in reazione alle mie valutazioni, concordi colle mie conclusioni (che indicavano un degrado sociale ed una perdita di competitività sicura). Ma neanche loro accettarono una mia proposta di presentazione e collaborazione. Rassegnazione italica ?

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