IL NOSTRO XXIX CONGRESSO NAZIONALE FORENSE: Uno sguardo sulla rappresentanza romana

Cos’è stato il Congresso Nazionale Forense dal punto di vista “interno”? Ovvero, cosa ha rappresentato per l’Ordine degli avvocati di Roma?

Lo sguardo dei delegati del Movimento sulle dinamiche che hanno caratterizzato la partecipazione romana al Congresso; i punti critici, il contributo decisivo del Movimento per una posizione unitaria; le prossime iniziative per consolidare il ruolo dell’avvocatura romana e affermare la centralità dell’OUA

IL NOSTRO XXIX CONGRESSO NAZIONALE FORENSE:

Uno sguardo sulla rappresentanza romana.

(1 dicembre 2008) Il Movimento per la Dignità Forense (MDF), con i propri 8 delegati, ha partecipato al XXIX Congresso Nazionale Forense di Bologna del 13-16 novembre 2008, ed anche in questa sede ha portato avanti la battaglia intrapresa da tempo per ridare all’Ordine degli Avvocati di Roma un ruolo di centralità nell’ambito della politica forense nazionale e per conferire maggiore autorevolezza agli organi rappresentativi dell’avvocatura.

L'organo al quale il Congresso conferisce la rappresentanza politica ed il compito di attuare i deliberati congressuali è l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (O.U.A.).

Il Consiglio dell’Ordine di Roma, tuttavia, sin dal 2001 non versa il contributo spettante all’O.U.A., mettendo in grave imbarazzo chi, pur facendo parte dell’Organismo (quest’anno Roma ha espresso 5 componenti), viene considerato “moroso”.

In vista del XXIX Congresso Nazionale Forense, durante i lavori del quale sarebbero stati eletti i nuovi membri dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, l’M.D.F. ha proposto ai Delegati romani di rinunciare alla somma stanziata dall’Ordine pari a circa 120.000,00 euro, con lo scopo di riutilizzarli per il versamento del contributo O.U.A. (pari circa a 150.000 euro, calcolato sul numero degli iscritti). Purtroppo, gli unici che hanno sottoscritto l’offerta di restituzione della somma versata dal nostro Ordine sono stati gli 8 delegati dell’MDF.

I Lavori del Congresso
Semplificando quanto accaduto a Bologna, si può sintetizzare che il XXIX Congresso Nazionale (che si tiene ogni due anni) ha avuto due funzioni: a) definire le linee guida dell’azione politica dell’avvocatura nazionale, attraverso l’approvazione di Mozioni “politiche”; b) eleggere e proclamare i membri dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, con il compito di portare avanti le linee politiche indicate dal Congresso per i prossimi due anni.

a) Sulle Mozioni:

Dopo giorni di interessanti interventi e dibattiti, il Congresso ha approvato cinque mozioni di carattere politico, tra le numerose presentate.

Per maggiori info sui lavori congressuali vedi

In particolare, alcuni delegati di Roma avevano proposto circa una decina di mozioni, nessuna delle quali è stata ritenuta idonea ad essere sottoposta alla votazione dell’Assemblea.

L’inammissibilità delle mozioni romane è stata motivata dal Congresso, con un argomento di natura tecnica, in quanto le proposte avanzate dai romani avrebbero avuto natura “legislativa” e non “politica” e, dunque, esulavano dalle funzioni “politiche” Congressuali, mentre l’unico emendamento proposto da parte di un rappresentante romano ad una mozione in tema di Class Action non ha ricevuto il consenso dell’assemblea.

Senza voler entrare nel merito della scelta operata dal Congresso, riteniamo, sommessamente, di tutta evidenza che le proposte di mozioni dei delegati romani, abbiano avuto l’esito succitato, oltre che per legittime valutazioni tecniche, anche in conseguenza dell’incoerente posizione assunta dall’Ordine di Roma nei confronti dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, il quale, giova ripeterlo, è l’espressione permanente del Congresso Nazionale.

L’atteggiamento, a nostro parere comprensibile, avuto nei riguardi dell’Ordine degli avvocati più numeroso d’Europa – il NOSTRO ORDINE – è la dimostrazione palese che Roma, finchè non riconoscerà l’importanza e la centralità dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, quale organo di rappresentanza della categoria, anche sciogliendo il nodo del contributo economico da versare, non avrà il giusto e doveroso peso nell’azione politica dell’avvocatura nazionale.

b) Sull’elezione dei componenti dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura

L’ordine di Roma è stato presente a Bologna con 101 delegati (numero determinato dagli iscritti all’albo) eletti lo scorso luglio. L’MDF era presente a Bologna con otto delegati

).

I delegati romani eletti erano stati, per la grande maggioranza, espressione di due liste nate dagli accordi tra diverse formazioni politiche dell’avvocatura capitolina. Tuttavia, durante i lavori del Congresso una delle due liste non si è trovata compatta, sciogliendo di fatto il sodalizio elettorale.

In questo quadro di confusione, l’MDF ha svolto un ruolo centrale tra i “romani” presenti al Congresso, raccordando intorno alla propria idea (la centralità dell’O.U.A.) la maggior parte dei delegati e delle associazioni presenti, aprendo spiragli di dialogo tra “fazioni” fino al giorno prima ostili, sulla base di un “contenuto” e non sulla base di meri calcoli elettorali.

La determinazione e la serietà dell’azione proposta dall’MDF ha portato al risultato che il 90% dei delegati romani si erano dichiarati disposti a votare in blocco ben 2 delegati dell’MDF tra i cinque componenti dell’O.U.A. da eleggere, preventivabili per Roma.

Il Movimento per la dignità forense pur lusingato e gratificato dalla disponibilità offerta dai delegati romani, in difetto di un “Documento Programmatico” comune volto ad impegnare i delegati per il “reingresso” di Roma nell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, ha ritenuto non opportuno candidare i propri esponenti come membri dell’O.U.A.

Le motivazioni di tale scelta sono derivate dalla necessità del Movimento di dare coerenza e concretezza al proprio operato, fino al “reingresso” definitivo (economico e sostanziale) a pieno titolo di Roma nell’O.U.A. A tal proposito rammentiamo l’esito ancora incerto dell’assemblea del 9 ottobre sul “reingresso di Roma nellOUA”

;

ove così non fosse, appare estremamente concreto il rischio che l’attività dei membri eletti all’Oua possa seguire le medesime sorti delle mozioni romane presentate al Congresso di cui si è argomentato precedentemente.

In tal modo, l’MDF ritiene di poter continuare serenamente la propria battaglia a favore dell’O.U.A., appoggiando i componenti romani, eletti anche con i propri voti, ma continuando la propria azione trasparente volta alla promozione di “contenuti” e non di mere logiche elettorali.

In tale ottica, l’MDF ha fatto protocollare presso la segreteria del Consiglio dell’Ordine di Roma, un’istanza, congiunta con l’ANF, volta alla convocazione dell’assemblea straordinaria per discutere in merito alle modalità per il pagamento del contributo all’Organismo Unitario dell’Avvocatura.

Con la speranza che i Delegati ed i Consiglieri, sensibilizzati in tal senso durante i lavori del Congresso, diano seguito alla disponibilità offerta.

Grazie per l’attenzione.

MOVIMENTO PER LA DIGNITÀ FORENSE (MDF)

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