SCUOLA: ANCORA POLEMICHE

Il “decreto Gelmini” è diventato legge dello Stato, ma non per questo si placheranno le polemiche. Una parte di esse sono intrise di demagogia politica, ma credo che questo decreto sia tuttora poco conosciuto e così anche questa settimana in allegato fornisco una serie di cifre e dati utili per comprendere meglio i termini del problema. Condannando senza alcuna attenuante chiunque protesti con la violenza o chi toglie ad altri la libertà di poter studiare e di accedere a scuola, ho ricevuto però anche critiche “costruttive” circa alcuni aspetti del decreto, mail che senz’altro sottolineano la necessità di un approfondito confronto “tecnico” sulla sua applicazione. Mi auguro che a tutti i livelli lo si voglia fare sul serio, con mente aperta e volontà positiva, sottolineando però che NON E’ VERO (come sostiene la sinistra) che il Governo abbia o voglia dare “tagli” particolari alla scuola italiana perché – purtroppo – la “finanziaria” di quest’anno impone ben più significativi tagli anche a tutti gli altri ministeri (a cominciare da quello degli Esteri). Allo stesso modo sono previsti tagli importanti anche per la scuola privata, mentre è una idiozia sostenere (come sarebbe stato detto a Verbania nel corso di una assemblea di genitori, docenti e studenti) che “Il governo vuole mantenere tutti ignoranti così la gente vota Berlusconi”. A pensare che lo avrebbe sostenuto un docente mi viene da rabbrividire sul livello e la demagogia del suo insegnamento. Allo stesso modo trovo inaudito portare a manifestare per strada bambini di sette anni magari avvolti nelle bandiere della CGIL: non è un autentico plagio? D'altronde se il bilancio dello stato è vincolato in gran parte per pagare i dipendenti pubblici è evidente che si impone un contenimento delle spese e – visto che non si possono ridurre gli stipendi – serve almeno una riduzione delle nuove assunzioni. Una riflessione che vorrei anche suggerire a certi manifestanti è poi di meditare su chi ci abbia portato a questa situazione governando negli ultimi anni… DA QUESTO PUNTO DI VISTA, PERO’, CREDO CHE L’ESEMPIO DEBBA INNAZITUTTO VENIRE DALL’ALTO ED E’ PER QUESTO CHE CREDO NELLA ASSOLUTA NECESSITA’ DI UNA AUTO-RIDUZIONE DEL COSTO DEI PARLAMENTARI E – PIU’ IN GENERALE – DELLA “CASTA” (compresa quella bancaria) CHE – A TUTTI I LIVELLI – OGGI COSTA TROPPO AI CITTADINI. Non dico di più per non dare spazio alla demagogia: a chi di dovere ho presentato una serie di proposte concrete e che, a mio avviso, se fossero applicate darebbero più credibilità alle istituzioni.

PER VINCERE LA CRISI BISOGNA CREDERE NEL DIALOGO

Credo che per il mondo e per l’Italia si preannuncino tempi economicamente molto difficili e particolarmente a carico delle categorie più povere e a quelle a reddito fisso. Per questo credo sia assolutamente necessario da parte di tutti insistere per un confronto serio, non urlato ma “costruttivo” su come affrontare questa crisi. Non mi piace quando l’opposizione in modo sgangherato si limita a criminalizzare tutti senza proporre nulla, così come non mi piace quando qualcuno al governo chiude la porta al confronto. Quando la casa brucia non si puo’ solo litigare, ma sforzarsi di ridurre le polemiche e organizzare il lavoro dei pompieri, ovvero tentare di discutere in termini almeno civili, o temo che ci rimetteremo tutti. Un esempio: è strano che quasi nessuno sappia che questa settimana – mentre i giornali e le TV erano piene di articoli e foto sugli scontri tra 50 teppisti per la scuola e tante dimostrazioni invece rumorose ma sostanzialmente pacifiche, la Camera affrontava seriamente l’ampio pacchetto delle riforme economiche proposte dal ministro Scaiola sul rilancio delle imprese, dell’economia, delle fonti energetiche (compreso il nucleare). La gente spesso non sa (la critica è insomma al Governo per non saper bene comunicare) che i “pompieri” stanno già lavorando per ridare un po’ di fiato all’economia, alle famiglie, al potere di acquisto dei beni primari. Perché non si sottolineano in positivo queste cose ? Per rilanciarsi l’Italia deve avere infatti una politica energetica, infrastrutturale (ma scoprendo finalmente perché da noi l’alta velocità ferroviaria costi al chilometro quattro volte che non in Spagna, ed applicando i dovuti correttivi!). Serve infatti il rilancio delle grandi opere o saremo sempre più in crisi in modo irreversibile. Per far questo bisogna necessariamente semplificare, velocizzare, tagliare la burocrazia ma anche lavorare con onestà e quindi occorre impegnarsi di più, tutti. Occorre rilanciare economicamente l’Italia, premiare chi crea posti di lavoro e QUESTO IMPEGNO DEVE VALERE PER TUTTI, MA A COMINCIARE DALLE BANCHE perché – se giustamente si interviene per stabilizzare la loro crisi finanziaria – non possono ora mettersi a strangolare le aziende e le famiglie restringendo fortemente il credito, soprattutto per chi vuole investire o soffre della crisi di liquidità di tutti, magari proprio per i ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Lo stesso vale per l’INPS e le aziende delegate alla riscossione dei crediti: se per un piccolo credito si bloccano auto, immobili e beni delle imprese si distrugge l’economia italiana!

DIALOGO ? INTANTO A VERBANIA…

Poiché credo che per dialogare bisogna minimamente volerlo, venendo alla mia città non posso che esprimere il mio dissenso per l’arroganza del nostro primo cittadino prof. Claudio Zanotti (PD) nei confronti delle opposizioni. Un mese fa insultò in aula in maniera ingiustificata un consigliere della Lega Nord che chiedeva legittimi chiarimenti sull’operato di un assessore. Due sere fa c’era in Consiglio Comunale la possibilità di chiudere l’incidente, magari con una stretta di mano: macchè, il Sindaco – proprio mentre proponevo questa soluzione – ostentatamente se ne è andato a chiacchierare tra il pubblico, sfottendo con il suo comportamento me e l’intero Consiglio. Non si costruisce nulla così, il consiglio comunale è il luogo della democrazia di una città e qualunque sia il colore politico che la governi. Credo che Verbania stia vedendo precipitare il livello del dibattito politico e questa è una cosa del tutto negativa.

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