Durante la prima fase della campagna elettorale americana, nelle primarie del partito democratico i toni della competizione fra Hillary Rodham Clinton e Barack Obama per la nomination furono aspri ed anche preoccupanti per le eventuali conseguenze negative nell' elettorato democratico. Ma se ricordiamo la geniale scena del congresso di Denver tenuto alla fine di agosto, in cui Hillary Clinton interruppe la conta dei voti dei delegati e propose di nominare B.Obama leader del partito democratico, prevediamo bene quello che è accaduto oggi.
Ed ecco Hillary Clinton Segretario di Stato, la terza carica americana, sarà rappresentante degli USA nel mondo e dovrà seguire alla lettera le decisioni del governo e del suo capo. Da senatrice, a suo tempo votò, ma poi se ne pentì, a favore dell'intervento militare in Iraq. Ottima scelta, Hillary, per cultura ed esperienza politica nel partito ed ai livelli più alti nell'amministrazione pubblica. Ed anche, ma sì! perchè bionda e chiara in rappresentanza di quell'America wasp che, in minoranza alle elezioni rispetto alla valanga multiculturale, esiste ancora e mantiene il suo potere economico, sociale e politico.
Un'altra donna con una carica di peso e significato fondamentale è Susan E. Rice, 44 anni, consigliera di Obama per la politica estera, nominata ambasciatrice alle Nazioni Unite, incarico che negli Usa ha il rango di ministro.L'esperienza fondamentale della sua vita politica fu la visita che fece in Ruanda dopo il genocidio del 1994. L' immagine di migliaia di cadaveri abbandonati l'ha perseguitata a lungo e l'ha portata alla determinazione di agire, anche facendo uso dell'esercito, perchè questo non accada mai più. Dunque la sua nomina è un impegno a forti interventi per fermare i genocidi di massa in Africa e nel resto del mondo.
Fra le donne del governo Obama spicca anche un cognome di chiara origine italiana, Janet Napolitano, governatrice dell'Arizona, nominata ministro della Sicurezza Interna. Nell'accettare la nomina ha ricordato un suo discorso in Arizona , quando disse: ”La nostra forza sta nella diversità e nelle nostre radici. Dobbiamo affidarci a questi due doni nei giorni avvenire.” Oggi quelle parole sono ancora vere ed utili per far fronte ai cambiamenti necessari.
Finora nella squadra Obama ci sono altre due donne: Christina Romer, esperta di Storia dell'Economia, è Presidente del Council of Economic Advisors, e Melody C. Barnes , avvocato è Director of Domestic Policy Council.
Mancano ancora parecchie nomine, fra cui quella per l' Istruzione, l'Energia e l'Agricoltura.
Il New York Times del 1 dicembre 2008 riporta un elenco di brevi profili di possibili componenti dell'amministrazione Obama. Spicca nell'elenco un altro nome di chiara origine italiana, Laura D'Andrea Tyson, che riporto perchè, insieme a Janet Napolitano, esprime il contributo che queste discendenti dei nostri emigrati hanno dato e daranno al progresso ed alla crescita della democrazia americana.