Non c’e’ spazio per gli onesti

On. Leoluca Orlando

Riporto una mia intervista rilasciata ad EPolis Milano di oggi, venerdi 21 novembre, in tema di Vigilanza Rai.

EPolis: Villari ha spiazzato il PD. Lei si aspettava questa mossa?
Orlando: La vicenda conferma che viviamo in un Paese politicamente corrotto e sono coinvolti la maggioranza, il premier e la seconda carica dello Stato. Questa corruzione travolge un organismo di garanzia e mortifica il Parlamento. Nessuno può pensare di ricoprire un ruolo di garanzia se non ha un incontro con il capo della maggioranza.

EPolis: Ora il partito ha espulso Villari. Ma non è una decisione tardiva?
Orlando: In questa vicenda una certa dialettica perversa si unisce a comportamenti arroganti ed eversivi della maggioranza. Non c’è dubbio che il vero bersaglio dei “furbetti del bigliettino” fosse Veltroni, che ha sostenuto con coerenza e lealtà il principio per il quale la scelta del presidente della Vigilanza spetti all'opposizione.

EPolis: Non trova che anche l'opposizione abbia sbagliato qualcosa nella gestione dell'intera vicenda?
Orlando: Valuteremo alla fine. Certo, quando si ha di fronte una maggioranza che pretende di scegliere un presidente di garanzia che sia nel suo libro paga politico, ogni gioco rischia di apparire inadeguato. È l'azione della maggioranza che è stata perversa ed eversiva.

EPolis: Cosa dimostra l'episodio del “pizzino” di Latorre a Bocchino?
Orlando: Dimostra che qualcuno in maniera miope ha pensato di utilizzare le istituzioni per regolamenti interni ai propri partiti.

EPolis: L'alleanza con il Pd ne esce definitivamente compromessa?
Orlando: Noi abbiamo espresso la nostra gratitudine a Veltroni, poi se il partito farà altre scelte staremo a vedere. Sia chiaro, il segretario del Pd non ha difeso me né l'Idv, ma il principio che la scelta del presidente della Vigilanza spetta all'opposizione.

EPolis: Quali sono i motivi del suo scontro con Schifani?
Orlando: Schifani mi ha chiesto di vederci e mi ha proposto di avere un incontro con Berlusconi, assicurandomi che sarebbe stato riservato. Mi sono rifiutato, era in ballo un incarico parlamentare, perché avrei dovuto incontrare il premier? Schifani si è comportato nello stesso modo con altri parlamentari dell'opposizione, forse anche con Villari. Per questo ci siamo chiamati fuori dalla commissione: non vogliamo partecipare ad una vicenda in cui il premier punta a ridurre la Vigilanza a una dependance della villa di Arcore.

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