P.I.E. : “ CODICE ETICO DEL PARLAMENTARE”

Vorrei ricordare ai membri del neo-partito italiani all’ estero che il codice etico del parlamentare e’ presente nella Carta dei principi fondamentali. L’ articolo terzo e’ chiarO e limpido: “ tutti i cittadini hano pari dignita’ sociale e sono ugluali davanti alla legge” Quante volte nel corso delle legislazioni questo principio e’ stato infranto dai cosiddetti parlamentari italiani? “. E' compito dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”. Il codice etico sta racchiuso in queste semplici e chiare parole. Il rappresentante che abbia avuto un mandato dal popolo sovrano, dovrebbe solo attenersi a questo principio, punto cardine di tutte le democrazie. I risultati legislativi positivi a fine di ogni mandato vanno ( o dovrebbero ) essere valutati dal cittadino, solo sotto questo aspetto. Eppure a distanza di 60 anni di pseudo-democrazia in Italia si continua a parlare di poverta’, evasione fiscale, malasanita’, e quant’altro… Tutti capri espiatori che i parlamentari fanno propri. Ieri colpa delle Torre Gemelle, oggi della crisi economica mondiale mi domando se domani non sara’ colpa del buon Dio.

La famosa Casta nasce principalmente da una assenza di moralita’ e senso civico del legislatore. Personalmemte da buon sempliciotto lo risolverei abolendo gli articoli 67/68 della Costituzione, istituendo una Assemblea Costituente eletta democraticamente, anche e’ sopratutto a livello di partito, che vigili sul controllore , ovvero il legislatore, il mandatario. Si e’ parlato spesso di chi dovrebbe controllare il controllore. Un Assemblea Costituente Autoregolatrice ( ACA ) potrebbe fare la differenza. Da dove provengo, il sud d’Italia, abbiamo un vecchio detto che da millenni narra : “ cani con cani non s’mozzicano”. L’ articolo 68 immunita’ o impunita’ del parlamentare autocontrollata e’ sfociata ultimamente nel Lodo Alfano che pone le 5 piu’ alte cariche dello Stato in una posizione di reggenti.

L’ articolo 67 poi per rispondere a’ Prof. Giovanni Monte ( Asia ) , il “ parlamentare rappresenta il “cittadino” senza vincolo di mandato” . Questa non vuole essere una critica alle sue parole: “ Quando un parlamentare diventa schiavo e suddito della sua segreteria politica, non puo` definirsi un “parlamentare” –alla “dipendenza” dei suoi elettori–, perche`non possiede piu` una coscienza individuale, –e neppure una “dignita` politica”–. Percio` “il parlamentare” arriva a smarrire, insieme alla sua identita`, anche la totale coscienza umana. Ecco caro Giovanni, quello che si auspicavano i nostri padri costituenti, nell’ inserire questo articolo nella Carta del 48 e’ servito solo ai nostri parlamentari come ennesimo caprio espiatore per “ribaltare “ gonerni e legislature e non per un divieto del mandato imperativo, per il quale il parlamentare deveva essere libero di poter esprimere indipendentemente ed eticamente il proprio voto dalle istruzioni o direttive dalle rispettive segreterie. Nel Regno Unito dove risiedo da quasi 30 anni esiste un codice etico parlamentare che basti che un MP sia indagato che questi si dimetta dalla sua posizione e di casi del genere ce ne sono stati tanti. In Italia i parlamentari non solo hanno la sfacciataggine di non dimettersi, ma anche se processati e condannati in primo grado ritornano senza tante critiche in parlamento. E’ una questione di cultura etica autoregolatrice che il parlamentare italiano sembrebbe esserne immune, dovuto all’ indifferenza o complicita’ del cittadino.

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