IL.COMPLOTTO CONTRO L’ ECONOMIA ITALIANA

Negli anni ’60 l’ economia italiana inizio’ un fiorente sviluppo, era fra le più competitive in Europa. Tanto da allarmare le maggiori economie industriali del continente.

Gli imprenditori dei Paesi a Nord della Alpi, ben organizzati e attenti alle strategie di sviluppo, misero sotto osservazione lo Stivale e le caratteristiche dell’ economia italiana. Capirono che essa aveva alcune marce in più: la creatività, l’ iniziativa, tipiche degli imprenditori italici. Per limitare la concorrenza italiana, gli imprenditori tedeschi, francesi, nordici, sembra anche belgi, iniziarono una riflessione strategica. Conclusero che le capacità di assorbimento del mercato europeo erano limitate, che le capacità creative degli Italiani avrebbero, nei decenni successivi, tarpato le ali allo sviluppo delle economie europee. Decisero quindi di partire, con una buona strategia, all’ attacco dell’ economia italiana. Fu decisa la missione “Tagliare la gambe”, iniziata in gran segreto.

Il Complotto

Furono create squadre di sobillatori ed un programma serio e lungimirante. L’ obiettivo era chiaro: diminuire la competitività italiana. Fu strutturata un ‘organizzazione adeguata per lavorare nell’ ombra. Furono arruolati guastatori capaci di rompere, creare una quinta colonna, sovvertire il tessuto sociale. Finanziamenti furono stanziati per una lunga missione, mirata alle fondamenta dell’ economia italiana. Furono stabiliti contatti adeguati in Italia.

La missione ando’ avanti pressapoco cosi. Furono contattati quadri italiani di basso e medio livello, nei contesti chiave dell’ economia (sindacati, imprenditori, ministeri economici). Con argomentazioni fasulle e metodi convincenti, si stabili’ la diffusione continuata in Italia, per un paio di decenni, delle seguenti idee chiave:

1 la responsabilità dei funzionari pubblici, dei politici, degli operatori dell’ economia e del sociale é un concetto superato, che crea ansie e conflitti;
2 il merito, fino ad allora usato per la selezione del personale, rischia di rovinare il lavoro di gruppo;
3 il ritmo di lavoro intenso e continuo, la determinazione, sono ostacoli al miglioramento della razza;
4 la puntualità, il rigore, la precisione, sono qualità da ragionieri o da topi di laboratorio, e sono in contrasto colla mentalità commerciale;
5 l’ organizzazione é uno strumento in mano ai capi per fiaccare la pazienza dei lavoratori e spadroneggiarli. Inoltre essa uccide la fantasia.
6 il mondo moderno é in evoluzione e richiede l’ uso di qualità nuove, come la furberia, il doppio gioco, il doppio linguaggio, i piedi in due staffe;
7 la dedizione e lo spirito di sacrificio sono contrari alla mentalità corporativa, la quale rischia di essere schiacciata.

Tutte queste idee furono ben cucinate e diffuse fra quei quadri dell’ economia che brillavano per superficialità, poco interesse per il lavoro serio e coerente. La facilità all’uso di adeguati compensi aiuto’ a formare una quinta colonna di guastatori italiani. Come previsto, la flessibiltà sempre presente, la superficialità frequente e il diffuso disinteresse per il bene del Paese, facilitarono il lavoro. L’ opera di disfattismo inizio’ a diffondersi, con l’ aiuto della demagogia diffusa da loschi politici ben pagati, interessati ai propri affari , più che ai meccanismi dello stato, sentito come lontano e pretenzioso.

I guastatori stranieri erano ben nascosti in piccoli uffici qualunque, lontani dai grandi palazzi dell’ economia. I guastatori italiani da loro assoldati assoldati lavoravano abbastanza bene, ma andavano molto sorvegliati e organizzati a causa della loro poca affidabilità.

I risultati del complotto, andato avanti per parecchi lustri, sono sotto gli occhi di tutti. Il tessuto sociale italiano é ormai notevolmente deviato, lontano dalle società europee avanzate. Oggi ci sono in Europa due tipi di comportamenti. I comportamenti europei sono diffusi in quasi tutta la U.E., ma non in Italia, ove sono spariti. Essi sono riassunti in Allegato 1.

I comportamenti che la società italiana ha attivato, sono fondati sulle seguenti nuove sensibilità:
– le regole non contano, i padrini si;
– il posto di lavoro deve essere garantito e non soggetto allo stress o ad alee come il merito;
– la confusione e il caos sono valori di tutto rispetto, in quanto permettono ad ognuno di fare le correzioni necessarie ai propri interessi.

Queste nuove sensibilità, diffuse senza molte difficoltà dalla missione “Tagliare le gambe”, hanno portato a fine secolo il tessuto sociale italiano allo scenario seguente:

1 riusciamo a fare male (o diciamo di voler fare, ma poi …), noi i più creativi europei, cose che gli altri Paesi della U.E. sanno fare bene;
2 ci muoviamo, in alcune città e regioni o settori, in un pantano di imprevisti o scenari grigi;
3 qualche imprenditore considera l’interesse di trasferire la propria attività al di fuori delle nostre frontiere;
4 a fronte di numerosi problemi sociali, ben conosciuti da tempo, non si propongono soluzioni. Anzi, meglio non parlare dei vecchi problemi, tanto siamo rassegnati !
5 la conquista dei palazzi del potere da parte di politicanti, avvezzi a negoziare, impadronirsi, negoziare, scambiare, condizionare;
6 la diffusione di abitudini paternalistiche, una volta confinate nel mezzogiorno, nei palazzi del potere;
7 col tempo si diffonde nel milieu politico, poi in quello pubblico, l’idea che la carica pubblica o l’elezione non comporta necessariamente un impegno né grandi obblighi inerenti al proprio ruolo.

Fra i Paesi della U.E., l’Italia si distingue oggi per alcuni fattori particolari del suo quadro sociale, che hanno un impatto negativo sulla competitività. Eccoli:

– l’assenza di volontà e capacità organizzative, la diffusione dell’improvvisazione (causa ed effetto della confusione in aumento), in un mercato sempre più complesso, creano difficoltà agli imprenditori.
– la difficoltà frequente di realizzare i programmi pubblici che sono stati decisi (anche per la rarità di metodi di lavoro efficienti) rende incerto il quadro economico e quello pubblico. Si vive nel nuovo secolo sempre di più alla giornata, i programmi pubblici divengono solo indicativi. Le promesse non si possono mantenere. Gli obbiettivi dichiarati si dimenticano.
– diviene troppo raro il valore “responsabilità del proprio operato”. Si diffonde a macchia d’olio il vecchio (ma una volta nascosto) uso di selezionare la classe dirigente per allacci personali. Il merito e l’esperienza, formalmente in auge, divengono in pratica valori dimenticati. L’unica cosa che conta ormai a inizio secolo: conoscere un VIP potente.
– mentre qualche Paese africano ed asiatico inizia a combattere la corruzione, in Italia nessuno ne parla, considerandola una normalità.
La confusione politica non é la sola causa dei problemi nazionali. Ma la più chiara espressione di una deriva di società. Qualcosa di simile fu scritto da TIME alla scoperta di tangentopoli.

I Risultati

Dopo alcuni decenni di diffusione dei nuovi metodi di gestione del potere, si puo’ osservare frequentemente (é la specificità italiana nella U.E.):

8 servizi e opere pubbliche sono troppo spesso gestiti senza impegno né motivazione, visto che la carriera dipende sempre più dagli allacci personali;
9 la crescente distanza fra gli obiettivi politici dichiarati prima delle elezioni e i progressi realmente realizzati.

Nei servizi resi al cittadino la qualità si degrada. Poco male, l’Italiano é flessibile, si abitua a tutto, anche al peggio. La sempre più larga diffusione di metodi approssimativi e fumosi fa apparire (alle persone attente, ma esse non sono molte) nel grigiore sociale incoerenze, promesse dimenticate, obiettivi mancati.

Decenni di espansione di inefficienze e fallimenti, accettati, hanno fatto si che nessuno se ne lamenta più. Rassegnazione balcanica. La diffusione della incertezza e inaffidabilità nel tessuto sociale degrada molti settori e appesantisce molte attività economiche. Le quali cominciano a divenire meno competitive, senza che ci sia una gran colpa degli imprenditori.

Le diminuite qualità, affidabilità di merci e servizi sono state in molti settori accompagante da un altro tipo di degrado: l’insufficienza di organizzazione, sicurezza, rigore, serietà poteva talvolta essere accettata senza contraccolpi dalla società quando esistevano frontiere e dogane (prima degli anni ’90). Coll’istituzione del mercato europeo la competitività, che é divenuta un must, perde colpi in alcuni settori, soffre delle inefficienze e insufficienze. Maggiori le difficoltà di alcuni imprenditori di affrontare il mercato globale, essendo ormai troppo intralciati da un sistema sociale fuori dei tempi. Ove invece i loro competitori al di là delle frontiere basano la loro competitività anche su serietà, rigore e capacità organizzative di alto livello.

L’inchiesta effettuata

Sulla missione”Tagliare le gambe” ho potuto indagare, nonostante la riservatezza delle materia. Durante i miei continui viaggi in Europa per la mia attività (legata alla gestione di satelliti) ho dialogato con molti europei. Avendo intuito che c’ era qualcosa di losco, ho cercato informazioni su possibili complotti contro l' Italia.

Con un po' di pazienza, ne ho parlato con parecchi europei. Facendo qualche buona bevuta. Per me buoni vini, per loro hard drinks. I popoli nordici sono generalmente abbottonati. Ma whisky, rum e gin sciolgono molte lingue legate.

Ho poi scoperto che la missione “Tagliare le gambe” era in realtà frutto di sogni, durante i miei viaggi di lavoro in Europa. Ho avuto percio' dei dubbi sulla realtà dell' inchiesta fatta. Ma i dubbi sono stati poi fugati dall’ evidenza del disastro sociale odierno, che conferma quindi che un qualche complotto, conscio o inconscio, deve proprio esserci stato.

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr

Allegato:

COMPORTAMENTI DIFFUSI NEGLI ALTRI PAESI DELL’U.E

( LE SOCIETA DELLA FIDUCIA )

Nell’Unione Europea sono diffusissimi, e giudicati normali, i seguenti comportamenti (1):

– estrema chiarezza nell’espressione scritta ed orale
– estrema chiarezza dei proprii diritti in ambito sociale, i quali sono normalmente
realizzati, in pratica, dall’apparato statale, nei riguardi di tutti
– forte determinazione, individuale e collettiva, nel portare a termine le azioni di cui si é
responsabile
– onestà estrema, nei principi e nell’applicazione pratica, nei rapporti con la società
– imperativo di non profittare della propria carica/ruolo sociale nel proprio interesse
personale
– esigenza, da parte di ogni cittadino, che i servizi resi dallo stato siano di ottimo livello, o
almeno soddisfacenti
– la responsabilità legata alle proprie funzioni comporta:
– l’obbligo di esercitarle con impegno ed onestà
– la necessità di rendere conto sia di errori che di omissioni e la consapevolezza che gli
errori possono essere puniti o determinare una marginalizzazione dell’interessato
– onestà e correttezza nel rapportare in pubblico o in privato fatti in cui si é coinvolti
– rispetto dei diritti altrui e consapevolezza dei limiti dei proprii diritti (generalmente ben
conosciuti, senza l’aiuto di « esperti »).

Un tratto molto comune nel tessuto sociale dei Paesi dell’U.E. é la selezione per merito, e non per allacci personali, in tutti gli ambiti sociali, incluso il pubblico. La qual cosa determina l’interesse ad essere corretti ed efficienti, per migliorare il proprio ruolo/introiti da lavoro.

A. Greco
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(1) Queste osservazioni riguardano tutti gli altri Paesi della ex U.E. (dei quindici), eccetto la Grecia e la Spagna, che non conosco abbastanza

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