Congresso Nazionale Forense

Cari Colleghi,

dal 13 al 16 novembre si terrà a Bologna il Congresso Nazionale Forense, che costituirà un momento di confronto per tutta l'Avvocatura su temi fondamentali per il nostro futuro.

M
ai come questa volta, infatti, sono in discussione questioni vitali per la nostra categoria e, senza forti e decise iniziative da parte di tutti noi, ove si realizzasse il disegno del Consiglio Nazionale Forense, dovremmo tristemente assistere allo svuotamento dei Consigli dell’Ordine di ogni potere decisionale.

In questa occasione storica, sono convinto che dobbiamo far sentire la voce potente della nostra “comunità virtuale”, che raggruppa ormai quasi 10.000 Avvocati di tutta Italia. Ognuno di noi sicuramente conoscerà altri Colleghi che parteciperanno al Congresso come Delegati dai più disparati Ordini e, quindi, potrà suggerire loro di contattare in sede Congressuale i Consiglieri dell'Ordine degli Avvocati di Roma Mauro Vaglio, Paolo Nesta, Rodolfo Murra, Pietro di Tosto e Cristiana Arditi di Castelvetere per aderire alle mozioni che proporremo.

La delegazione di Roma, infatti, è intenzionata a affrontare in tale sede le questioni che più assillano la nostra categoria, tra i quali:
• riforma dell'Ordinamento professionale;
• crediti formativi;
• mancato aggiornamento tariffe professionali;
• abrogazione delle norme sull'indennizzo diretto;
• ampliamento degli spazi per l'attività professionale;
• esecutività delle parcelle liquidate del Consiglio dell'Ordine;
• accesso alla professione;
• contrarietà al titolo di specialista che prelude alla costituzione dei cd. Albi di specialità;
• reintroduzione dei minimi tariffari.

Ricordo, del resto, che sulla proposta di riforma dell'Ordinamento professionale avanzata, in modo praticamente unilaterale, dal C.N.F. il Consiglio dell'Ordine di Roma ha preso una ferma posizione di contrarietà, così come l'Unione degli Ordini distrettuali del Lazio, gli Ordini di Milano, di Cremona, di Trani e tanti altri.

Solo per fare un esempio, ricordo che nella summenzionata proposta di riforma è previsto un inaccettabile accentramento di tutti i poteri (normativi, giurisdizionali, esecutivi, di rappresentanza esclusiva) in capo al Consiglio Nazionale Forense, il quale si intende arrogare, oltre alla competenza regolamentare in genere, anche quella di gestione dell'accesso alla professione, della formazione, dell'accesso all'Albo dei Cassazionisti, e così via.

E' giunta l'ora di fare fronte comune. Confido sul contributo di ciascuno di noi.

A presto.

Mauro Vaglio

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