BUCCHINO A SINDACATI E PATRONATI: LAVORIAMO INSIEME PER I DIRITTI DELL’EMIGRAZIONE

Ad una settimana dall’incontro tra i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero ed i sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil, che si è tenuto martedì 4 novembre alla Sala della Sacrestia della Camera dei deputati, l’On. Bucchino vuole sottolineare l’importanza della collaborazione e delle iniziative congiunte per tutelare al meglio i diritti delle collettività italiane emigrate.
Bucchino nel suo intervento aveva ringraziato i sindacati ed i patronati per la loro sensibilità nei confronti degli italiani all’estero e per l’organizzazione dell’importante ed utile seminario.
“E’ uno stimolo – aveva detto il parlamentare eletto nella Circoscrizione Estero – per continuare a collaborare nell’obiettivo di una migliore e più puntuale attività di tutela dei diritti e delle rivendicazioni del mondo dell’emigrazione che noi abbiamo il dovere di rappresentare”.
Pubblichiamo qui di seguito parte dell’intervento dell’On. Bucchino: “Obiettivamente, malgrado l’impegno che abbiamo profuso nella passata legislatura e in questi primi mesi della XVI, se da una parte il bilancio della nostra attività può ritenersi soddisfacente (ci siamo attivati in tutti i modi per cercare di tutelare diritti, necessità ed interessi dei nostri connazionali), dall’altra i risultati concreti ottenuti non sono molto apprezzabili.
Ci siamo scontrati contro ignoranza ed indifferenza sulle problematiche dell’emigrazione da parte dei nostri interlocutori, istituzionali e non, e abbiamo dovuto svolgere il nostro ruolo in un periodo di degrado etico e politico e di crisi economica.
Possiamo tuttavia rimproverarci solo una iniziale timidezza nei confronti dell’esperienza parlamentare. Ora che siamo più “rodati”, noi del centrosinistra, abbiamo a che fare con un Governo che ha deciso di risparmiare somme irrilevanti per il bilancio dello Stato ma vitali per gli italiani all’estero e che quindi ci impedisce di essere attenti e propositivi.
La piattaforma politica che i sindacati vogliono portare avanti è ovviamente condivisibile e frutto delle sinergie che noi parlamentari abbiamo avviato con loro in questi ultimi anni.
Io personalmente mi sono battuto in prima persona per tutte le questioni socio-previdenziali e fiscali, a partire dalle pensioni per arrivare all’ICI; – devo essere sincero, spesso con grandi frustrazioni.
Nell’ambito di questa finanziaria abbiamo presentato emendamenti che tendono a ripristinare i capitoli di bilancio del Ministero degli Affari esteri relativi ad interventi vari per le nostre comunità, capitoli falcidiati dal Governo in maniera effettivamente eccessiva. Una manovra che avrà delle conseguenze molto penalizzanti per gli interventi assistenziali, sanitari, sociali, culturali a favore delle collettività di italiani all’estero.
Io ho cercato di sensibilizzare Governo, istituzioni ed opinione pubblica sulla necessità di stipulare nuove convenzioni di sicurezza sociale (come ad esempio quella con il Cile, già ratificata dal Parlamento cileno) per completare il quadro della tutela previdenziale internazionale dei nostri lavoratori migranti. Ho sollecitato il rinnovo di convenzioni stipulate decine di anni orsono e oramai obsolete anche a causa dell’evolversi dei sistemi di sicurezza sociale italiano e dei Paesi di emigrazione (mi riferisco in particolare allo scandalo della nuova convenzione con il Canada già ratificata dieci anni fa dal Parlamento canadese e bloccata non si sa per quale ragione dall’Italia visto che gli oneri sono irrisori, all’indispensabile rinnovo delle convenzioni con il Brasile, l’Argentina e gli Stati Uniti).
Sono stati inoltre sollecitati i Ministeri e le istituzioni competenti per pervenire alla stipula di accordi anche con i Paesi di provenienza dell’immigrazione in Italia: in particolare è stata chiesta la ratifica degli accordi con le Filippine ed il Marocco già firmati ma non ancora ratificati per presunta mancanza di copertura finanziaria, ed abbiamo chiesto chiarimenti sulla interruzione dei negoziati con altri Paesi originari dei principali flussi migratori in Italia., come ad esempio l’Egitto. Si tratta di milioni di persone immigrate private della possibilità di usufruire di un accordo bilaterale al fine di perfezionare un diritto a prestazione italiana e del Paese di provenienza.
Voglio sottolineare l’importanza della stipula e del rinnovo delle convenzioni di sicurezza sociale perché questi strumenti bilaterali garantiscono il perfezionamento del diritto ed il pagamento delle pensioni, la loro esportabilità, il mantenimento dei diritti acquisiti, l’eventuale tutela sanitaria, il pagamento degli assegni familiari e delle maggiorazioni sociali, insomma tutta una serie di prestazioni che caratterizzano una completa e giusta tutela sociale.
Sempre in materia socio-previdenziale ho rilevato per primo l’inadempienza dell’Inps che dal 2001 si sottrae indebitamente al pagamento dell’importo aggiuntivo di 154 euro sulla tredicesima mensilità a tutti i pensionati residenti all’estero (come avviene invece a favore dei i residenti in Italia i quali soddisfino determinati requisiti reddituali) i quali hanno richiesto, come prevede la normativa bilaterale contro le doppie imposizioni fiscali, la detassazione alla fonte della loro pensione italiana. Una decisione ingiustificata, un grave errore che si trascina da sette anni, di cui l’Inps è al corrente ma su cui non interviene per timore di dover pagare considerevoli somme in arretrati. Un diritto quindi annullato per errore e negligenza e che nonostante interrogazioni in Parlamento ed interventi presso l’Inps continua ad essere negato a decine di migliaia di pensionati all’estero.
Sulla sanatoria degli indebiti pensionistici costituitisi sulle pensioni in convenzione abbiamo fatto tutto il possibile e con molta determinazione: interrogazioni, proposte di legge, emendamenti alle finanziarie, interventi presso il Ministero del Lavoro e l’Inps. Siamo di fronte ad una condotta illogica da parte delle autorità competenti, (voglio evidenziare che il problema non è stato risolto neanche dal Governo di centrosinistra), che non sono in grado o non vogliono capire che gli indebiti si sono formati in assenza di dolo da parte dei pensionati ed a causa delle disfunzioni operative dell’Inps!!! Una legge di sanatoria, auspicata dagli stessi dirigenti dell’Inps, non comporterebbe oneri finanziari per l’Istituto di previdenza ma solo minori entrate che comunque in virtù di meccanismi di recupero cavillosi sono difficilmente esigibili.
Sul versante fiscale abbiamo sollecitato il rinnovo di convenzioni contro le doppie imposizioni, come quelle con il Canada, gli Stati Uniti e la Francia, che hanno dato adito a interpretazioni contraddittorie con gravi conseguenze sui diritti dei pensionati interessati. Abbiamo inoltre sollecitato interventi in modo da evitare la doppia tassazione e per informare adeguatamente gli italiani residenti all’estero in ordine ai loro diritti e ai loro doveri fiscali, come la necessità di compilare specifici formulari per la detassazione delle pensioni.
Abbiamo infine denunciato il penoso stato in cui versano gli organismi che gestiscono tutta la partita delle convenzioni di sicurezza sociale: una struttura Inps per le Convenzioni depauperata di risorse e personale e che ora rischia di essere alla Direzione centrale delle prestazioni e perdere così la propria autonomia, una Direzione Previdenza Internazionale al Ministero del Lavoro emarginata nelle sue funzioni, la soppressione da alcuni anni dell’Unità di consulenza per la sicurezza sociale presso il Ministero degli Affari esteri (uno dei motivi principali quest’ultimo per l’inattività del Ministero nel versante delle iniziative bilaterali).
Ho tracciato un quadro preoccupante ma reale.
I problemi sono ovviamente di ordine politico e richiedono una autorevolezza e una dignità politica che forse non abbiamo e comunque non vogliono concederci.
Auspico che questo incontro con i sindacati sia foriero di ulteriori sviluppi propositivi al fine del conseguimento di risultati più concreti. Da parte mia ci sarà la massima collaborazione per raggiungerli”.

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