Partito Italiani all’Estero: ECCO IL LOGO

Il Partito Italiani all’Estero (P.I.E), sta prendendo vita anche nella sua forma di comunicazione più immediata. Il logo è pronto. E’ nato dalla abilità professionale del nostro webmaster e grafico Cesare Bramante, che ha saputo mirabilmente interpretare la nostra volontà e lo spirito di questa nuova formazione politica.

Nessun colore che richiamasse partiti già esistenti.

Cinque stelle ad indicare i cinque continenti ed una “i” al centro. Questa sta per “Innovazione” per partito “Innovatore”, per “Italia”. Indica, cioè, la volontà dichiarata di uscire fuori dalla logica del vecchio partitismo a vantaggio di una spinta innovatrice nuova che sappia interpretare le necessità di questo paese ed affrontare meglio le sfide del futuro.

L’Italia di oggi è un paese con l’artrosi, un paese malato, immobile.

Gli italiani all’estero, essi stessi sono una novità assoluta. La circoscrizione estero, invece di evidenziarne le potenzialità, ne ha mortificato il passato, ne ha ignorato il presente, ha azzerato il futuro sottolineando solo il fumus miserabile e marcescente.

Nei giorni avvenire ne vedremo proprio di tutti i colori.

Le comunità italiane all’estero sono in agitazione mostrano di aver preso coscienza del disastro compiuto e della beffa futura. Sempre più spesso avremo manifestazioni di intolleranza.

Sempre più spesso sentiremo parlare di agitazione e di protesta. Il momento di definire il Partito è venuto ed i tempi sono più che maturi per presentarsi a Roma con la forza dirompente dei numeri: Da questo momento in poi nessuna compiacenza, solo diritti per i quali battersi.

Il programma del nuovo partito dobbiamo farlo insieme. Insieme alla gente, alla base. Dobbiamo interrogarla sulle proprie consapevolezze, sulle loro proposte, codificare i suoi consigli. Non a rango di miserabili e pezzenti quindi dovranno essere considerati come sinora si è fatto, ma quale prospettiva nuova di sviluppo e di innovazione per l’Italia troppo vecchia e claudicante ormai per poter correre con le gambe che si ritrova.

Salire su questo treno specie in questi momenti dove la fase costituente prende vita dai contatti e dalle relazioni in tutto il mondo con la potenza del web, significa scrivere una vera pagina di storia sottolineando quella onestà intellettuale che oggi è appannaggio di moltissimi, checché se ne dica e se ne veda, basta scovarli.

Constatato il fallimento della Circoscrizione Estero e preso atto dello stallo scoraggiante soprattutto per il futuro non resta che salire su questo treno al volo.

Faremo in modo da poter avere in Parlamento un gruppo parlamentare appartenente ad un unico partito in grado di imporre il rispetto dei programmi di governo. Attualmente 18 parlamentari divisi in 12 deputati alla Camera e 6 sanatori al senato, divisi a loro volta tra cinque partiti, sono come una noce in un sacco.

A dimostrazione di ciò basta leggere i loro documenti ed i loro comunicati stampa che meglio potrebbero definirsi dei bollettini di guerra.
In questi, ultimamente i 18 deputati fanno ricorso spesso alla gente, alle mobilitazioni di massa proprio perché si rendono conto del fallimento e della impotenza politica che sul campo si conferma ogni giorno sempre di più.

Non solo. Stanno proliferando come batteri sul formaggio avariato, movimenti e movimenti. Si sentono in giro idee tanto originali in questo senso: fare un ennesimo movimento.

La prima cosa che questo partito potrà fare con la forza dei numeri (non certo dei movimenti fine a sé stessi, ma semmai insieme a loro ed all’interno del partito) ed anche prima delle prossime elezioni, sarà quella di chiedere di modificare la legge Tremaglia accordando il voto per corrispondenza ai residenti all’estero anche per parlamentari italiani. Dunque, nessuna riforma costituzionale ma la semplice acquisizione piena del diritto di voto.

Sino ad ora la forza della demagogia aveva sostenuto che per rappresentare gli italiani all’estero bisognasse essere residenti all’estero, come dire che per rappresentare i metalmeccanici sia indispensabile essere stati metalmeccanici. E’ ora di finirla con questa buffonata .

Con una rappresentanza in parlamento ed un gruppo quindi capace di far sentire le proprie ragioni, tutti quelli che oggi sono grandi problemi: cittadinanza, consolati, assegni di solidarietà, lingua e cultura italiana nel mondo ecc. saranno risolti immediatamente con un unico provvedimento-investimento lancio.

Il progetto vero del Partito deve essere proteso al medio e lungo termine e valorizzare la presenza italiana nel mondo convogliando in un unico schema innovatore quelle proposte che possono fare da propulsori all’economia del paese.

Una sorta di seconda “rimessa” come accadde nel dopo guerra a seguito delle prima emigrazione.

L’Italia è l’unico paese occidentale che può vantare una grande presenza di propri connazionali in tutto il mondo, questa è oggi una grande fortuna che potrebbe rivelarsi risolutiva.

Il partito si rivolge ai giovani soprattutto li invoglierà “all’impresa italiana, allo studio ed alla ricerca” sul territorio con appositi corsi e masters organizzati e sovvenzionati dallo Stato italiano con la possibilità di ritorno e di lavoro anche in Italia. Il tutto potrebbe essere organizzato in collaborazione con le autorità straniere in condizione di reciprocità e con il coinvolgimento delle Università in regime di compensazione. E questo sarebbe solo l’inizio.

Invogliare ed introdurre l’uso del computer e delle nuove tecnologie a tutti i livelli di popolazione formando ed educando, prima ancora di istruire, alla innovazione come unico investimento forte e sicuro.

L’Italia sta dando pessima prova di sé stessa dal punto di vista etico e politico oltre che economico.

E poi, la circoscrizione estero dove porterà, quali sono i suoi progetti? Qual è il futuro che promette?

Il nulla assoluto.

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