Cortei e stazioni bloccate. Come calpestare i diritti di utenti e consumatori in nome del diritto a manifestare

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Molte stazioni ferroviarie oggi hanno subito l'occupazione dei binari da parte dei cortei studenteschi che protestavano per l'approvazione del decreto Gelmini sulla scuola. La conseguenza e' che il traffico ferroviario e' stato sospeso e i ritardi per i viaggiatori sono stati notevoli e diffusi. In modo piu' o meno simile, anche se con meno conseguenze (a parte Roma, dove quasi ogni mobilita' e' stata impedita), e' accaduto lo stesso nei centri di molte citta' italiane per la circolazione veicolare. Niente di nuovo, per carita'. Cortei e manifestazioni sindacali per anni hanno continuato e continuano a fare altrettanto. Per non parlare degli scioperi selvaggi (cioe' quelli non preannunciati e non programmati si' che l'utenza possa organizzarsi in modo diverso) nello specifico settore dei trasporti: dai ferrovieri agli autotrasportatori che bloccano le autostrade.
Chi non c'entrava nulla -cioe' i cittadini che prendono il treno, gli autobus, i taxi o che fruiscono delle strade coi loro mezzi privati- sono diventate tra le principali vittime di queste manifestazioni.
Abitualmente, chi fa queste lamentele su queste violenze incivili, viene tacciato come fiancheggiatore dei detrattori di questa o quell'altra motivazione che ha indotti le persone a manifestare. Quindi si viene indicati come destrorsi o sinistrorsi in base alla critica di incivilta' che si fa ad una di queste invasioni, dando per scontato che la critica in se' alla incivilta' di una manifestazione comporti di conseguenza l'accettazione delle motivazioni di chi si oppone alle ragioni opposte a quelle dei manifestanti. E' la logica di chi considera gli utenti e i consumatori solo come funzionali a questa o quella parte politica e non soggetti civici con una loro dignita' e un loro diritto, trasversali a quelli degli schieramenti dei contendenti il potere politico. Logica che dimostra il costante imbarbarimento della lotta politica e, soprattutto, l'incapacita' di quest'ultima di puntare contro il proprio obiettivo, amalgamandolo ai beni e servizi di tutta la comunita': in un certo momento -quello della manifestazione, per l'appunto- i manifestanti se la prendono contro i beni e servizi di tutti, come se questi fossero della loro controparte e non anche loro; oppure, quando li considerano loro, partono dal presupposto -violento- che chiunque, in virtu' della superiorira' delle loro motivazioni, sia disponibile a sospenderne la fruibilita'.
Quindi noi, che oggi rileviamo come siano incivili gli studenti che hanno bloccato stazioni e strade urbane, saremo apostrofati come coloro che sostengono il decreto Gelmini sulla scuola o, peggio, emuli della follia istituzionale dell'ex-presidente della Repubblica, senatore Francesco Cossiga, che vorrebbe fossero picchiati a sangue tutti coloro che manifestano per quello che lui ritiene sbagliato.
Noi, invece, crediamo che sia tutta qui la differenza tra civile e incivile. Lasciamo a chi manifesta -oggi gli studenti, ieri e domani tutti gli altri- la voglia di prendere in considerazione questa nostra istanza di utenti e consumatori. Noi crediamo che le loro rivendicazioni sarebbero rafforzate e le ragioni meglio comprese se, nel manifestarle, non creassero vittime inconsapevoli del loro linguaggio. Fate voi. Noi, utenti e consumatori, proprio perche' non succubi di questa o quell'altra scelta di parte, ci difenderemo cercando di portare in tribunale chi ha attentato ai nostri diritti, per niente dissimili o secondari da quelli di manifestazione ed espressione delle proprie idee.

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