Alleanze e salotti televisivi

Pubblico una mia intervista rilasciata a EPolis Milano in riferimento alle dichiarazioni di Walter Veltroni di scioglimento dell'alleanza con l'Italia dei Valori.

Massimo Donadi: La frittata è fatta, o almeno così parrebbe, se non fosse per l'insolita tranquillità che pervade l'Idv di Tonino Di Pietro. Veltroni spara a zero. Niente paura, è solo un falso allarme. Veltroni parla di rottura definitiva. Non esageriamo, è stata solo una svista. Meno male che c'è Donadi, che mitigando i toni, aspetta soltanto una semplice rettifica da parte del leader piddino.

EPolis: Quindi il divorzio non è ufficialeô€ƒ‡
Massimo Donadi: Questo dovrebbe chiederlo a Veltroni. A noi non risulta nemmeno che ci sia una rottura: le alleanze non si costruiscono o si sciolgono da un salotto televisivo. Certo che abbiamo preso atto delle dichiarazioni di Veltroni che hanno un valore politico molto preoccupante, anche perché l'intempestività di questa rottura risulta sospetta: si addebita oggi, come causa di una rottura, un fatto avvenuto 5 mesi fa, e cioè il non aver fatto un gruppo unico. Suona un po' strano.

EPolis: Quindi a cosa addebita questo ripensamento? Una scelta tattica?
Massimo Donadi: Secondo me sì. La sensazione è che il Pd stia vivendo una fase di grande difficoltà e indecisione sul profilo della propria forma di opposizione. Il nostro rapporto è diventato quello di un'alleanza competitiva: cerca, prendendo le distanze, di scaricare su di noi questa situazione di debolezza.

EPolis: Tra l'altro c'è la questione della Vigilanza Rai. Per Veltroni non è un problema “prioritario” per l'Italia.
Massimo Donadi: A prescindere dal fatto che, così dicendo, non rende certo merito al presidente della Repubblica (che solo pochi giorni fa ha definito questo una situazione allarmante). Si tratta più di un atto di debolezza che di vera e propria volontà di rompere con l'Idv: prima dice “sì” rompiamo l'alleanza, e poi “ma anche no” a livello locale. Siamo noi a questo punto a voler un confronto: certe logiche per cui si è divisi al centro ma uniti in periferia non vanno bene.

EPolis: Il leader del Pd parla pure di incompatibilità “sull'Abc della buona creanza democratica di sinistra”.
Massimo Donadi: In realtà su temi come l'integrazione o la sicurezza, la sinistra ha saputo più che altro balbettare: secondo loro dietro ad ogni reato, dietro l'immigrazione clandestina o i disagi sociali, bisogna sempre e comunque fare prima un'analisi sociale. Noi riteniamo che tutto questo sia utile e importante, ma che prima di tutto ci sia il diritto naturale dei cittadini di potersi sentire sicuri e garantiti nel proprio Paese. Ci interessa ben poco se questo principio sia di destra o di sinistra.

EPolis: Ieri il Pd insorgeva contro il Lodo Alfano, oggi Veltroni dice che “Di Pietro ne è ossessionato”.
Massimo Donadi: Mi pare che il Pd ultimamente di simili cambi di rotta ne abbia compiuti parecchi. Il “ma anche” fa parte della loro essenza politica. Quell'alleanza competitiva di cui parlavo credo dipenda proprio da questo. Il Pd in questi mesi ha faticato a trovare una propria linea di opposizione, al contrario dell'Idv. Anche i sondaggi lo dimostrano: credo che il Pd si sia voluto smarcare proprio da questo, pensando forse che se siamo alleati sia più difficile un travaso di consenso da un partito all'altro. Ma è un errore. Spezzare l'opposizione sarebbe solo un grandissimo regalo a Berlusconi.

EPolis: I partiti extraparlamentari, ma anche l'Udc, esultano proclamando la fine del bipolarismo.
Massimo Donadi: Spero che non sia così. Ci siamo alleati con il Pd per due motivi. Primo, per la totale condivisione del programma: di fatto in aula sul 99,9% delle votazioni siamo sempre stati allineati. Secondo, con Veltroni abbiamo sposato un altro presupposto: fino a quando la sinistra radicale rimarrà prigioniera dell'ideologismo del “no”, difficilmente sarà possibile pensare ad alleanze. L'unico modo di ridare al centrosinistra una prospettiva di governo è quella di puntare non tanto al bipartitismo, che pure è stata una tentazione, ma ad un bipolarismo maturo, fatto da partiti che condividano la stessa visione della società. Oggi Pd e Idv più che il merito, non condividono i toni. Mi sembra assurdo che i toni possano essere la ragione della rottura.

EPolis: Sabato l'Idv scenderà in piazza gomito a gomito col Pd. Sarà dura?
Massimo Donadi: Ieri alla Camera i colleghi del Pd mi dicevano “ma no, non voleva dire questo, l'alleanza c'è ancora…”. Non credo sia la fine di un'alleanza, faremo opposizione dura per i prossimi cinque anni

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