di Gianpaolo Tinarelli
Egr. dr. Severgnini,
Alitalia, Lemhan Brothers, Aig. Ma che succede? Perché siamo arrivati a questo punto? E i miei figli, il mio lavoro, il mio stipendio? Sono queste le domande più semplici che ognuno di noi (non annacquato da interessi economici e/o politici, ma che fa la sua vita ordinaria, magari avendo speso anni e anni a studiare, anche all'estero, e a sacrificarsi senza avere ora una remunerazione minimamente adeguata) si pone in questi giorni tormentati. Purtroppo le risposte, per noi mediocri lavoratori, sia professionisti che impiegati, insegnanti o commercianti, nessuno ce le può dare, anzi non ce le vogliono dare. Alitalia non è che l'ultima delle infinite commedie all'italiana, dove da una parte c'è una società dove in tantissimi (da manager a politici) hanno speculato, basandosi sui fasti di un'antico nome e dall'altra vi è un potere sindacale che oramai è completamente politicizzato e che non si preoccupa di togliere (ma non lo deve assicurare?) il posto di lavoro a migliaia di dipendenti (non certo i piloti, che si ricicleranno alla grande) in nome di un'ottusità da terzo mondo. Ecco il mondo dove l'Italia non conta più assolutamente nulla, dove la nostra crisi diventa barzelletta, dove questo grande Paese è visto solo in maniera negativa. E purtroppo, lo dico da italiano che ha da poco studiato all'estero cercando di inseguire chissà quale sogno per diventare un professionista che possa mettere a disposizione, possibilmente, qualcosa anche a favore della nostra amata società, non può che essere così. Almeno fino a che gli italiani non si renderanno conto che devono tornare umili, rimboccarsi le maniche, aprirsi la mente e magari andare un po' all'estero senza più dire «E' questo il più bel Paese del mondo, che vado a fare lì dove non parlano la MIA lingua?».
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/08-10-12/05.spm
Domenica 12 Ottobre 2008