Può la cultura contribuire ad uscire dalla povertà ?

– Al Bambino “Bastardo” e “figlio di puttana” che ero, frutto di un amore impossibile tra due adulti che non si amavano

e a tutti i bambini del mondo che la società, nel suo cinismo e la sua cattiveria, ha targato di “figlio di puttana”

– Al Bambino schiavo che ero, nato e cresciuto in un continente schiavo degli altri e a tutti i bambini maltrattati di questo mondo che subiscono soprusi; prima o poi ogni bambino crescerà, diventerà adulto e sarà l’unico e vero giudice a sentenziare sul comportamento degli adulti durante la sua infanzia.

UN LIBRO DA FARE LEGGERE AD OGNI STUDENTE CHE NON AMA LA SCUOLA O A CHI PENSA CHE OGGI, STUDIARE NON SERVE A NULLA

'autobiografia di Jean-Paul Pougala, giovane imprenditore Italo-Camerunese di formazione Europea, è a tal punto fitta, anzi stipata, di accadimenti da richiamare la tradizionale immagine della melagrana. Fitta nel tempo perché, nell'ambito di un'esistenza non ancora giunta ai quarantacinque anni, riassume un'esperienza storica plurisecolare. Da una vera e propria condizione di schiavitù familiare, infantile e adolescenziale, giunge attraverso vicende non di rado al limite dell'inverosimiglianza, al compimento di un travagliato “curriculum studiorum”, fino alla laurea in economia conseguita in Italia e poi fino alla sua attuale posizione di imprenditore a livello intercontinentale. Altrettanto fitta è la dimensione spaziale della sua storia, segnata da un costante andirivieni tra l'Africa, l'Europa e la Cina, non senza un importante soggiorno formativo tra Canada e Stati Uniti.

Questo libro tocca necessariamente una varietà di temi e di registri che, senza presunzioni letterarie, conduce il lettore dal romanzo picaresco alla storia di una formazione intellettuale e morale, in un interessante confronto con realtà profondamente diverse, segnate in più di una circostanza da rischi che non è esagerato definire estremi.

Come può la Scuola cambiare un destino ?

E’ un libro da mettere tra le mani di ogni studente che ha detto un giorno di non aver voglia di studiare. L’autore spiega come la “scuola, sempre la scuola, ancora la scuola, fino alla nausea” ha potuto salvarlo dalla schiavitù e cambiare il suo destino, nonostante le difficili condizioni di partenza di miseria estrema in Africa, peggiorate dal razzismo in Italia.
In Camerun Jean-Paul Pougala è figlio di un notabile, ma è obbligato a lasciare l'Africa a metà degli anni Ottanta. In questo libro racconta la sua storia, ma ha anche modo di denunciare le condizioni di vita africana: Pougala è nato in una società patriarcale, suo padre ha trenta figli da varie mogli. Quando con la madre è cacciato di casa decide di tentare la via dell'emigrazione e si ritrova a studiare in Italia, all'Università degli studi di Perugia, finanziando questi studi facendo: il lavapiatti clandestino nei ristoranti di notte, il VUCUMPRA di giorno, e raccogliendo i pomodori d’estate.

Ma anche in Italia sperimenta condizioni di vita non sempre agevoli. Al suo arrivo si sente isolato dai compagni di università per le paure di quegli anni legate all'AIDS. E non è quella l'unica forma di apartheid subdolo e pervasivo che sarà costretto a subire, e che per un certo periodo della sua vita ha prevalso persino nell'immagine che egli aveva di sé.

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