sen. Franca Biondelli, commissione Lavoro
Non si può nascondere l'amarezza per come il governo sta affrontando le problematiche del pubblico impiego. Invece di riconoscerne l'importanza per il buon funzionamento della pubblica amministrazione nell'interesse dei cittadini, il ministro della Funzione pubblica ha finora varato soltanto provvedimento volti a penalizzare i pubblici dipendenti, cancellando il part-time, penalizzando pesantemente il lavoro femminile, creando una disparità di trattamento tra i lavoratori pubblici e privati in caso di malattia, tagliando le retribuzioni nel pubblico impiego ed, infine, bloccando per l'ennesima volta le assunzioni.
Farebbe bene il ministro Brunetta a provare a lavorare nei diversi settori del pubblico impiego qualità sanità, Vigili del fuoco, Polizia o enti locali per rendersi conto in quali condizioni vengono garantiti quotidianamente i servizi essenziali e quali sono i livelli delle retribuzioni che la maggioranza di questi lavoratori percepiscono. Sparare cannonate all'impazzata è un chiaro segnale d'incapacità a governare un rinnovamento della pubblica amministrazione con il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
La realtà è che lo stallo nel pubblico impiego è dovuto all'ambiguo comportamento del ministro Brunetta che ora pensa di rimediare con la Finanziaria 2009 alle risorse negate per i rinnovi contrattuali, con una cifra pari a circa 2.800 milioni di euro che sono certamente insufficienti al recupero della perdita di potere d'acquisto delle retribuzioni.