Orticelli e Orticellacci

Orticelli e Orticellacci

Il paragone tra il film di Pasolini e gli italiani all’ estero puo’ sembrare a prima vista un binomio fuori posto. Ma io ricordo il povero Toto’, aspettare giorni, forse mesi prima che gli uccellini comunicassero. Sono decenni che milioni di cittadini italiani nel mondo stanno aspettando. Aspettando quel qualcosa di reale che possa smagliare la patassa e dare agli enti e associazionismo all’ estero, la spinta iniziale che potrebbe capovolgere la situazione. I nostri rappresentanti al parlamento continuano a coltivare i loro orticelli, con la complicita’ dei Comites ancora comatosi, in attesa della “manna” . Allora quale futuro per gli Italiani nel mondo ? Ovviamente non imitare Toto’, se volete qualcosa, il miglior sistema e’ ottenerlo senza l’ aiuto di nessuno. I Comites e Cgie dovrebbero dare un taglio con una rappresentanza frammentata e circoscritta; aprire dei ponti diretti con parlamentari, comitati e commissioni . Sperare da chi per tre anni non ha fatto altro che coltivare i propri orticelli a scopo personale, non portera’ a nessun risultato positivo. Questo vale anche per una certa stampa italiana all’ estero che di orticelli ne ha coltivato piu’ di uno. Le nostre priorita’ non e’ e non e’ mai stato il voto, ma un informazione equa, l’appezzamento e riconoscimento per decenni di sacrificici volti al benessere del Belpaese; l avere pari dignita’. Tutto questo non e’ avvenuto! Siamo considerati cittadini di terza categoria, qualcosa da non prendere in considerazione, perche’ residenti in un altro stato. Io mi sento ancora un estaneo ogni qualvolta che oltrepasso i confini italici. Mi ricordo ancora nell’ 80 alcuni mesi prima del terremoto, la prima volta che feci ritorno in Italia, sul treno Roma / Salerno, mentre discutavamo di razzismo, qualcuno mi chiese la carta di identita’ . Fui scambiato per un albanese. L’ episodio piu’ aclatante fu dopo due settimane a Napoli al mio ritorno a casa, discutevo aspettando la coincidenza per Roma con un ragazzo di colore, allorche’ un passante , con la divisa delle ferrovie dello stato, mi sputo’ sulle scarpe. Anche oggi che credevo che tutto fosse passato ogni qualvolta che vado a Bergamo per le mie ferie, piu’ di uno mi da ancora dell’ inglesino. O noi cittadini italiani all’ estero siamo italiani a tutti gli effetti o non lo siamo…

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