Il dialogo con i lettori dell’editorialista del Corriere della Sera. Sergio Romano

Le regole del marchio

Sono impiegato in una ditta che, come tante oramai, è in forte crisi, e forse perderò il lavoro a 44 anni. Abbiamo sempre avuto una produzione di qualità di cui eravamo fieri ed era sempre visibile il marchio «Made in Italy». Oggi i nostri clienti fanno produrre nei Paesi extra Ue merci che per loro stessa ammissione sono molto più basse qualitativamente, ma possono apporre lo stesso la dicitura «Made in Italy» in virtù di una stranissima norma che consente di farlo purché il prodotto sia rifinito in Italia. Quanti posti di lavoro dovremo ancora perdere prima che si affronti e risolva questa assurda situazione? E l’Unione consumatori sta facendo qualcosa per tutelare chi compra?

Ciro Gaudino, Desenzano del Garda (Bs), |

http://www.corriere.it/romano/08-10-04/10.spm

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