All’aquilano Gabriele Lucci il premio per il miglior libro di cinema del 2008
di Alessia Moretti*
L’AQUILA – Sabato 4 ottobre 2008, ad Agrigento, il Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema – Premio Internazionale “Efebo d’oro”, in collaborazione con il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, all’interno delle manifestazioni del XXX “Efebo d’oro”, assegnerà con una cerimonia presso il Museo archeologico il premio speciale della sezione “Miglior libro di cinema” a Gabriele Lucci, per il suo volume “Morricone – Cinema e oltre”. Si tratta di un riconoscimento alla lunga fatica editoriale di Lucci, portata avanti a fianco del Maestro Ennio Morricone, premio Oscar alla carriera nel 2008, per la realizzazione di un imponente volume dedicato al grande compositore. Testi inediti, scritti dallo stesso Morricone, rivelano i segreti della sua produzione nota e meno nota, a partire dagli esordi degli anni Sessanta fino a oggi. Il volume poi è arricchito dall’emozionante prefazione di Giuseppe Tornatore, dalle fotografie firmate da Gianni Berengo Gardin e da un CD, contenente brani scelti dallo stesso Maestro tra la sua produzione per il cinema e per musica da concerto.
Un’opera preziosa, edita dall’Accademia dell’Immagine e dall’Electa, che vede la sua completa genesi e realizzazione all’Aquila, grazie all’attività continua di ricerca nel settore cinematografico e audiovisivo portata avanti da Lucci in oltre trenta anni, promuovendo anche la nascita di diverse Istituzioni culturali, tra le quali l’Istituto Cinematografico “La Lanterna Magica”, l’Accademia dell’Immagine e l’Abruzzo Film Commission. Il premio all’autore aquilano si inserisce nell’albo d’oro della prestigiosa manifestazione che, negli ultimi anni, ha annoverato uguali riconoscimenti per le opere di Tullio Kezich, Alessandra Levantesi, Guido Fink, Gianni Amelio, Sebastiano Mondadori, Lina Wertmüller, Arcangela Felice, Assunta Job Wertmüller, Vincenzo Mollica e Carlo Lizzani. Per descrivere a pieno l’originalità del volume è forse utile richiamare alcune frasi scritte da Lucci nella sua introduzione, proprio riguardo al metodo di lavoro seguito per l’opera con il grande musicista.
“Per un artista animato da un continuo desiderio di scoprire se stesso attraverso la musica, con la quale vive in una perfetta simbiosi, è il tempo presente quello che conta: il tema su cui lavorare, la curiosità nei confronti delle idee di un giovane regista, i versi di un poeta che ispirano nuove opere. Ma un libro che voglia comunicare la genialità di un grande autore come Ennio Morricone non può non sconfinare, seppur con discrezione, nel mondo dei ricordi, ripercorrendo così le tappe di un'immensa produzione, dalle immortali colonne sonore, alle raffinate composizioni di musica assoluta, passando per gli arrangiamenti che hanno contribuito al successo di tanti brani di musica leggera. È evidente, quindi, come per me la prima domanda sia stata come racchiudere una tale estensione della materia in un libro, per quanto voluminoso. Ma fortunatamente sin dai primi incontri con il Maestro, nella sua bella casa romana, la risposta è stata chiara: abbandonare qualsiasi “strategia”, schema prestabilito o struttura e lasciarsi andare. È stato infatti l'ascolto, il rapporto che si è stabilito tra noi, l'emozione nel rievocare i tanti motivi musicali – così familiari per chi, come me, ha scelto di dedicarsi al cinema, ma anche per tanti cresciuti con la sua musica – a fornire gradualmente la chiave di lettura per il volume, che è poi lo stesso filo rosso della produzione morriconiana: una perenne ricerca e sperimentazione…”.
Così annota il regista Giuseppe Tornatore nella prefazione al volume sul famoso compositore: “Ancora oggi non smette di sorprendermi. E non è solo questione di amicizia o professionalità. Quello è facile da capire, dopo vent'anni di collaborazione e i suoi quasi sessantacinque di esperienza dai tempi in cui suonava la tromba nelle orchestrine di una Roma appena liberata dagli alleati. No, non è quello. È il suo rapporto con la musica che non finisce mai di spiazzarmi. La sua inesauribile energia ispirativa, cui fa contrappunto quel piglio umile, distaccato, quasi distratto, mentre ascolta le mie astruse argomentazioni e prende appunti su un'agenda scaduta. Le conserva tutte le anacronistiche rubriche sulle quali, in circa mezzo secolo di attività per il cinema, ha annotato i tempi delle sequenze da musicare e il balbettio più o meno comprensibile dei registi che gliele hanno illustrate, brancolando nell'oscurità di un linguaggio che non è il loro. Circondato da quelle centinaia di agende scadute, zeppe di pentagrammi improvvisati, note vaganti e acrobatici aggettivi, Ennio Morricone mi sembra quasi un personaggio inventato da uno di quei romanzieri che amano gli archivi, le montagne di antichi manoscritti dentro le quali si cela un mistero…”.
Dunque per Lucci ancora un prestigioso riconoscimento per un’attività editoriale che sta conoscendo molti successi. Infatti, il volume premiato è l’ultimo d’una serie di grande pregio, che ha visto in precedenza pubblicati un volume sullo scenografo Dante Ferretti e tre sul direttore della fotografia Vittorio Storaro, mentre è in preparazione un nuovo libro su una grande costumista italiana. Infine, anche la serie dedicata ai Dizionari del Cinema, finora uscita con nove monografie, sta avendo forte apprezzamento nelle librerie italiane e straniere, tradotta in francese e spagnolo.
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