Eletti all’estero: I rappresentanti ricorrono ai rappresentati per rappresentarli

Non è che dalle pagine di questo giornale abbiamo fatto delle profezie che si sono sistematicamente avverate. Semplicemente è bastato constatare l’impotenza ormai cronica degli eletti all’estero.
Le comunità degli italiani all’estero registrano solo tagli. Niente ci sarà per loro. Ma la cosa ancora più singolare (?) è che tutto quanto avevano ottenuto, glielo stanno togliendo. Niente soldi, niente corsi, niente scuole, niente lingua italiana. Niente di niente! Allora cosa fanno i nostri parlamentari con il gagliardetto della circoscrizione estero? Ricorrono alla gente che li ha votati. A loro espongono le difficoltà, a loro ricorrono per poterle superare. I loro comunicati stampa sono ormai composti di due parti: la prima espone il taglio, la seconda, l’appello a mobilitarsi. Sì, mobilitatevi subito. Essi pretendono, e non hanno tutti i torti a questo punto, che le comunità facciano sentire la loro voce. La loro voce che doveva essere sentita per bocca loro. Insomma cosa si pretende? Che si organizzino in cortei davanti Palazzo Chigi? Ve li immaginate questi milioni di emigrati la cui unica speranza di venire in Italia è partecipare a Carramba che sorpresa che si siedono con i tamburi fuori Monte Citorio? Trombe, trombette, fischietti e bandiere, bandiere colorate, di tutti i colori. Oppure boicottare la vita civile italiana occupando le istituzioni, o fare lo sciopero della fame per farsi vedere e sentire? Registriamo una esagerazione, la dichiarazione di impotenza non è sottoscritta ed il modo tardivo e bizzarro di ricorrere alla gente, alle comunità, in qualche modo offende. Anzi, offende sicuramente. Cosa vi hanno fatto fare, cari italiani all’estero sino ad oggi? Chi, in fondo ha speculato sulla vostra storia portando solo acqua a casa propria?
Però siete incontrati, cioè vi incontrano spesso in tutte le nazioni. Congressi nazionali, consorterie di associazioni riunite agglomerati internazionali, addirittura mondiali. E poi?
Allora fate qualcosa, volete venire a Roma? In fondo che volete che sia un biglietto da Buenos Aires? Venite qui, urlate qualche slogan, sgolatevi un pochino sotto le finestre che contano insieme agli eletti all’estero e poi ve ne tornate ciascuno nella sua nazione di provenienza. Riuscite ad immaginare il divertimento?

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