Caro Ministro della Pubblica Istruzione

Caro Ministro della Pubblica Istruzione,

in questi giorni a casa, nella nostra scuola materna, in televisione, sui giornali, non si fa altro che parlare della tua nuova legge: l’obbligo di istruzione dai 5 anni da attuarsi in quel grado di scuola che si chiama nipiagoghio. Parola difficile da tradurre in italiano, visto che non esiste in Italia un grado di istruzione corrispondente. Volendo precisare, comunque, si tratterebbe dell’ultimo anno di scuola materna o anno preparatorio alla prima elementare.
Allora, caro Ministro noi questa primavera siamo stati iscritti dai nostri genitori alla scuola materna che da 3, 4 anni già frequentavamo e il 25 agosto abbiamo regolarmente iniziato. A scuola ci ritroviamo con i nostri amici e le nostre maestre e dopo colazione, ci dedichiamo alle attività didattiche, tra queste, gli esercizi di pre-scrittura , quelli che ci permettono di riconoscere le prime parole, le prime lettere e le prime nozioni di aritmetica.
Ci è un po’ difficile restare fermi e seduti per più di mezzora, ma siccome ci piace imparare ci sforziamo, anche se, tanto per muoverci, a volte buttiamo le matite a terra o ci inventiamo qualcosa per alzarci dalla sedia. Siamo sicuri che anche tu hai passato molti anni sui libri, molti anni con la sveglia che gracchiava al mattino, molti anni che ogni domenica sera ti sentivi un po’ malinconico perché era finita la spensieratezza della domenica. Allora se ti ricordi puoi capirci e risponderci: Perché ci costringi ad essere “stressati” già a cinque anni?
Siamo ancora piccoli e non capiamo perché i nostri coetanei in Belgio, in Italia, in Germania non sono obbligati ad andare a scuola a cinque anni e sì che, anche loro, sono cittadini europei come noi. I grandi ci dicono che questo avviene per “interessi diversi”, per favorire “altri”, ma noi che di politica non ci intendiamo non riusciamo a comprendere perché non possiamo stare nella nostra scuola materna. Solo perché si chiama pedikò stathmos e non nipiagoghio?
Non capiamo perché tu dichiari continuamente che si deve andare per forza al nipiagoghio. Mamma mia!! Fai un giro in alcune scuole statali: l’ambiente non è ne più sicuro, ne si impara di pi§ perche spiegaci , come potranno essere più preparati di noi, quei sessanta alunni con una sola maestra in un nipiagoghio statale non tanto distante dal nostro. Se per una tua legge gli alunni devono essere al massimo 25 in una stessa classe, se non hai fatto in tempo a costruire asili, se non sei in grado di prolungare l’orario negli asili statali, perche non lasci che parte di quei 60 alunni tornino nelle scuole materne da dove li hai costretti ad andarsene finché ti organizzi meglio? Perché non dai alle scuole materne che funzionano regolarmente e che sono sempre controllate questa benedetta parathasi che da tutti ti viene richiesta? Non stai aiutando nemmeno i nostri genitori che lavorano più delle 3 ore e 45 minuti che è l’orario di un normale nipiagoghio statale e che non possono pagare le rette scolastiche astronomiche dei nipiagoghio annessi alle Scuole Elementari private.
Col pedikò stathmos avevano trovato una soluzione ideale che conciliava orari, programmi, retta contenuta e personale qualificato. Forse pensi che solo per il fatto che i bambini che frequentano un nipiagoghio statale o uno annesso alle grandi scuole private saranno più preparati di noi?
Alla nostra maestra che ha solo una decina di alunni di 5 anni, resta il tempo anche di farci le coccole. E di essere presi in braccio ogni tanto, ne abbiamo veramente bisogno!! La nostra scuola materna funziona con una regolare licenza del Ministero della Provvidenza Sociale Ellenico che attesta che si possono iscrivere bambini anche di 5 anni e adesso tu che sei di un altro Ministero e che non dovresti avere competenze su licenze rilasciate da altri, affermi che noi di cinque anni dobbiamo lasciare la nostra scuola che da un mese abbiamo stiamo frequentando. Ci sembra di intravvedere una lacuna nelle vostre leggi e sicuramente della confusione.
Eh già voi grandi prendete spesso delle decisioni affrettate poco chiare e chi ne paga le spese siamo noi piccoli che non possiamo fare il vocione. Ah, guarda che la nostra scuola ha anche la presa d’atto di un altro stato, quello italiano, quindi ancora di più non possiamo comprendere perché in questi giorni quando viene il pulmino a prenderci per portarci a casa a differenza del solito, invece che con un sorridente “buongiorno”, noi di cinque anni,veniamo salutati dalla nostra maestra con un commosso “buona fortuna”.

Per gli alunni della Scuola Materna Il Mulino Magico
Dall’Ora Ennia

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