Un cittadino(del quale ometto il nome per motivi di privacy) mi ha scritto per narrarmi una vicenda personale, della quale riporto alcuni passi.“Nella mattinata di due giorni fa mia moglie, insegnante, si è sottoposta in anestesia presso il policlinico della città ad una colonscopia nel corso della quale le sono state asportati due polipi, uno al retto ed uno al sigma e sottoposti ad esame istologico. Il tutto regolarmente refertato e documentato da idonea certificazione medica con prognosi di 12 ore per consentire l'assorbimento dei postumi dell'esame invasivo.Finito l'intervento è stata richiesta alla struttura ospedaliera certificazione per intervento in day hospital al fine di evitare la trattenuta prevista per un giorno di malattia. La risposta è stata negativa perchè il tipo di esame non prevede il ricovero. Questo causerà la decurtazione sul prossimo stipendio di circa 20 euro. Ora vorrei chiederti se questo un modo corretto per combattere l'assenteismo nella pubblica amministrazione, che pure c'è. Oppure se è da considerare assenteismo il sottoporsi ad accertamenti ospedalieri documentati. E' stato sbandierato che stato eliminato il ticket per la diagnostica. Ma questo se non è un ticket come può essere chiamato? Il taglio degli sprechi deve essere fatto a danno di chi sta veramente male? Quale sarà il costo per un dipendente, già particolarmente tartassato dall'aumento delle tasse e del costo della vita, se avrà bisogno di una serie di esami della specie? E' questa la riforma del Ministro per sanare le casse dello stato?”
Trovo incredibile una vicenda come questa! Tanto più alla luce di quanto avvenuto in questi giorni, in sede di approvazione del progetto di legge 1441 bis, con il quale, tra l'altro, il governo intendeva intervenire su “certezza dei tempi di conclusione dei procedimenti” e “conseguenze del ritardo nella loro conclusione”, con provvedimenti in parte condivisibili e sui quali avremmo voluto votare a favore.
Nel corso del dibattito, tuttavia, il governo ha depositato emendamenti soppressivi di parte del testo, che esso stesso aveva inizialmente presentato. Le soppressioni hanno avuto l'effetto di eliminare ogni responsabilità in capo ai dirigenti della pubblica amministrazione da un lato, e di abbassare la tutela dei cittadini, danneggiati dal comportamento dei dirigenti medesimi. Vi riporto di seguito la trascrizione dei miei interventi
Sui dirigenti, che non rispettano i tempi previsti nei procedimenti
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, se fosse ancora in Aula il Ministro Brunetta comincerei col dire che questo è il primo intervento di marcia indietro del Governo, un Governo che – come dicevo poc'anzi – ha attaccato, attraverso il Ministro Brunetta, i fannulloni (ed è giusto, per carità) e addirittura ha previsto la decurtazione dello stipendio fin dal primo giorno di malattia (malattia vera, non finta, intendiamoci bene). Ad un dirigente che non rispettava i tempi previsti e al quale originariamente e giustamente si diceva fosse personalmente responsabile delle ulteriori spese conseguenti alla mancata emanazione del provvedimento nei termini prescritti (cosa che mi pare sacrosanta), mentre, con questa proposta emendativa, nei confronti del dirigente fannullone che non rispetta i tempi e che fa aumentare le spese dell'ente per cui lavora – e che è giusto che paghi e che risponda per le altre spese – noi cosa facciamo invece, anzi, cosa fate voi, il Governo e (devo pensare) il Ministro Brunetta? Dite semplicemente che la mancata emanazione del provvedimento nei termini costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale. Ma vogliamo scherzare? Chiediamo ai semplici impiegati, ai bidelli e a tutte queste persone di pagare…
Una voce dai banchi del gruppo Popolo della Libertà: Basta!
ANTONIO BORGHESI. … di pagare se sono ammalate e ai dirigenti che causano maggiori spese all'ente a causa della loro incuria diciamo semplicemente che sarà elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale. L'Italia dei Valori voterà sicuramente contro questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
Sui dirigenti che per dolo o colpa causano danni ai cittadini
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori invece esprimeremo voto contrario perché ancora una volta tutti gli emendamenti che il Governo ha presentato e che sono stati esaminati oggi in sede di Comitato dei nove hanno una duplice natura: sono deboli con chi è più forte e, invece, sono forti con chi è più debole. L'effetto, come ho già detto prima a proposito dei dirigenti, è che vengono salvati sempre, anche quando si accerta la loro responsabilità. Quindi, non solo non vengono penalizzati in ordine alla corrispondenza tra il loro atteggiamento e la loro responsabilità, ma in questa circostanza si opera anche nei confronti del cittadino.
Voglio leggervi il testo che andiamo ad approvare e ciò che viene tolto da quel testo: «le pubbliche amministrazioni e i soggetti di cui all'articolo 1, comma 1-ter, sono tenuti al risarcimento del danno ingiusto cagionato in conseguenza della inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento». Pertanto, siamo in presenza di un comportamento doloso o colposo che crea un danno ingiusto e si dice che si è tenuti al risarcimento, indipendentemente dalla spettanza del beneficio derivante dal provvedimento richiesto. Questo cosa vuol dire? Presento una domanda, tu per dolo o per colpa mi causi un danno e, se per caso non avevo diritto a quanto avevo chiesto, il danno ricade su di me anche se sei stato tu a causarlo. Ma vi pare possibile? Vi pare accettabile? Questo è l'atteggiamento nei confronti del cittadino suddito e non possiamo accettare che i cittadini siano trattati da sudditi. Pertanto, non accettiamo l'idea che ciò, indipendentemente dalla spettanza del beneficio derivante dal provvedimento richiesto, venga cancellato con un tratto di penna. Chi per dolo o colpa causa un danno, anche la pubblica amministrazione, è giusto che ne risponda in termini di risarcimento al cittadino danneggiato.
ANTONIO BORGHESI.
Ritorno anche sull'emendamento in esame e mi dispiace che non ci sia il Ministro Brunetta. Ai dirigenti non viene data la responsabilità: non rispondono se fanno spendere di più e se fanno aumentare le spese della loro amministrazione. Abbiamo visto che, invece, il cittadino viene «caricato» e gli viene imposto di non essere risarcito, se qualcuno dolosamente o colposamente causa dei danni, soltanto perché non aveva diritto a ciò che aveva richiesto.
Ora, addirittura, ai dirigenti viene fatto un altro regalo. Vi era un articolo che giustamente affermava: «il rispetto dei termini per la conclusione dei procedimenti rappresenta un elemento di valutazione dei dirigenti, anche al fine della corresponsione della retribuzione di risultato». Con un tratto di pena viene eliminata la parola «anche» sostituita dalle parole «si terrà conto», cosa ben diversa da una norma che imponga di determinare l'indennità di quel dirigente che non ha rispettato i termini ed ha causato danni all'amministrazione e al cittadino. Egli non viene penalizzato neppure sul piano dell'indennità.
Ma, allora, cosa fa il Ministro Brunetta nelle sue giornate di lavoro (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Pensa soltanto a quei dipendenti a cui va a togliere l'indennità dal primo giorno di malattia e non pensa di togliere per punizione a un dirigente così incapace neanche un po' della sua retribuzione? Neanche con quella deve pagare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?
Sui cittadini “sudditi”
ANTONIO BORGHESI. In effetti, succede ancora una volta che al cittadino che incorre in un comportamento non regolare della pubblica amministrazione, diamo un'altra botta in testa. Infatti, vorrei ricordare che, abrogando il comma 5 (ex comma 4), sopprimiamo un passaggio che è il seguente: «Decorsi i termini prescritti» (ovvero quelli per l'emanazione del regolamento) «in caso di mancata adozione degli atti previsti dal presente comma, la somma di cui al comma 2 del medesimo articolo 2-bis è liquidata dal giudice secondo equità».
Quindi, abbiamo un comportamento scorretto della pubblica amministrazione che non rispetta i termini, un ulteriore comportamento scorretto di chi dovrebbe emanare un regolamento e non lo fa e togliamo la possibilità al giudice di determinare secondo equità la somma dovuta al cittadino danneggiato.
Ma a me pare paradossale, signor Presidente! Mi pare paradossale che non si ammetta questa possibilità; siamo in presenza addirittura di due comportamenti scorretti della pubblica amministrazione e a pagare è il cittadino che non può neanche chiedere al giudice un risarcimento a titolo di equità. Mi pare veramente che, per un disegno di legge che viene pubblicizzato attraverso i media come un provvedimento che affronta le problematiche per una maggiore efficienza della pubblica amministrazione per tutelare il cittadino, se questo è il risultato siamo veramente al massimo dell'inverso di ciò che si voleva fare.