L"era berlusconiana vista nell’ultimo romazo di Melania Mazzucco:"Un giorno perfetto"

Un fermo immagine che rivela la profonda disperazione della società italiana nell’era berlusconiana. Questo è “Un giorno perfetto”, l’ultimo romanzo di Melania Mazzucco. “Nei momenti peggiori la letteratura ci ha sempre salvato”, sostiene la scrittrice, che a novembre presenzierà alla Fiera di Guadalajara (Messico), dove l’Italia è il paese ospite.

Melania Mazzucco (Roma, 1966) vive di fronte alle mura Vaticane, “per essere cosciente ogni giorno che Roma ha al suo interno un’altra città”.

La capitale italiana è la protagonista del suo romanzo “Un giorno perfetto”, titolo di ispirazione salingeriana, ma ispirato a una canzone di Lou Reed, pubblicata ora da Anagrama in spagnolo, con la traduzione di Xavier González Rovira.

L’autrice di “Lei così amata” (Rizzoli), romanzo biografico sulla scrittrice e viaggiatrice Annemarie Schwarzenbach, e di “Vita” (Rizzoli) affascinante saga dell’emigrazione italiana in America con cui ha vinto il Premio Strega nel 2003, con il suo ultimo romanzo si trasferisce nel presente, per tracciare un vivido e doloroso ritratto corale che serve a descrivere e a denunciare i vizi, le mancanze e le carenze che affliggono la demoralizzata società italiana.

Anche se è una frase di George W. Bush quella che dà un tono al romanzo nella prima pagina: “La famiglia è il luogo in cui risiedono le speranze del nostro paese, il luogo in cui i sogni mettono le ali”.

In solo 24 ore in giro per Roma, un paradiso meticcio, fatto di monumenti, simpatia, fascino, falsità e immoralità, la Mazzucco analizza i membri di due famiglie di classi sociali molto diverse, quella del senatore Elio Fioravanti e quella della sua scorta, il poliziotto Antonio Buonocore, unite da un processo simile di demolizione imminente.

Il romanzo è tanto nero quanto verosimile, e saccheggia quasi tutti i miti e tabù di Berluscolandia, spogliandoli: la famiglia come nucleo marcio e scenario in cui accadono i reati più abbietti; il machismo e l’omofobia come valori supremi; la crescente disillusione dei giovani. E come scenario di fondo, la corruzione e il razzismo, l’oppressiva ipocrisia cattolica, il potere paralizzante della politica e della televisione.

La presenza di Roma come metafora dell’Italia attuale è continua nel libro. Pagina 110: “Questa proliferazione di gabbiani in una città senza mare gli sembrava un’assurdità inspiegabile. Ma forse era un segno dei tempi: i gabbiani sono parassiti e vivono di immondizia. Roma li ha accolti. Roma accoglie tutti. E non perdona nessuno”.

Dopo aver venduto 300.000 copie “Un giorno perfetto” è stato portato al cinema da Ferzan Ozpetek, e presentato all’ultimo Festival di Venezia. La Mazzucco sarà presto a Barcellona e poi alla Fiera di Guadalajara (Messico) dove quest’anno la letteratura italiana è l’invitata speciale, dal 27 novembre al 7 dicembre.

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