Toghe, sì alla separazione delle carriere e a giudici indipendenti

“L’accelerazione dei processi bisogna raggiungerla perché deve migliorare il servizio che viene dato ai cittadini, perché non è possibile avere pendenze penali che dopo una decina di anni devono ancora trovare una vera giustizia“. Queste le dichiarazioni dell’onorevole leghista Matteo Bringandì, capogruppo in commissione giustizia alla Camera, in merito alle dichiarazioni dei magistrati secondo i quali serve velocizzare i processi ma non vogliono la separazione delle carriere. “La giustizia italiana -sottolinea l’esponente leghista- è talmente lunga che sostanzialmente non è giustizia e diventa quindi anche un peso economico per i cittadini.Il processo italiano dura troppo rispetto a quello di altri paesi europei. Ma il discorso più serio -spiega Brigandì- è quello riguardante la separazione delle carriere che è una tappa importante e non un falso obiettivo come molti cercano di far credere . Noi in Italia abbiamo avuto molti giudici come Papalia che sono sempre stati accusatori, e tali sono rimasti fino alla fine della loro carriera. È quindi utile – prosegue l’esponente del Carroccio- ma non sufficiente la separazione delle carriere, noi, dobbiamo far si che i giudici siano indipendenti dal governo e dalla politica.Politica sia esterna che interna. Non ci dovrebbero infatti essere -conclude Brigandì- correnti ne lottizzazioni perché fondamentale è la pari dignità e ricordarsi che la giustizia è legata al popolo“.

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