Come aumentare il potere d’acquisto delle famiglie/2

La lotta all’evasione fiscale

Il governo Prodi ha dimostrato che la lotta all’evasione fiscale può dare risultati importanti. Si calcola in modo prudenziale che nei due anni di governo siano stati recuperati all’evasione ed all’elusione circa 16 miliardi di Euro, di cui circa 10 per imposte sul reddito e 6 per Iva. Con l’avvento del governo Berlusconi, a consumi pressoché stazionari, le entrate per Iva si sono ridotte del 7%, segno che l’evasione ha ripreso a correre. Come è noto si stima che in Italia siano sottratti all’imposizione circa 300 miliardi di Euro, con una perdita di entrate erariali di circa 100 miliardi l’anno. In particolare, nel comparto delle costruzioni e dei servizi immobiliari si stima un'evasione oltre il 50% del valore aggiunto, in agricoltura il valore scende al 39%, nel settore terziario e dei servizi circa il 29% e nell'industria si registra un 9%. A livello geografico la differenza tra Nord e Sud è minima, mentre sono soprattutto le piccole e medie imprese ad evadere: quasi il 55% in più della base imponibile rispetto alle grandi aziende. La lotta all’evasione richiede volontà politica e fermezza. Per ottenere più equità fiscale bisognerebbe realizzare alcuni principi:
1. tracciamento di tutti i pagamenti. E’ necessario che tutti i pagamenti abbiano luogo a mezzo banca o posta. Solo così si potranno ricondurre ad ogni persona fisica e giuridica tutti i movimenti di denaro che la hanno riguardata. Il governo Prodi aveva fortemente ridotto la possibilità di effettuare pagamenti in contanti: Berlusconi e Tremonti hanno riaperto la diga e così sarà più facile evadere.
2. controllo incrociato fatture clienti/fornitori. E’ l’unico strumento in mano all’Agenzia delle Entrate ed alla Guardia di Finanza per scoprire le “fabbriche di fatture false”, in relazione alle quali ogni anno viene accertato qualche miliardo di euro di danno erariale. Il governo Prodi aveva reintrodotto l’obbligo di fornire ogni anno l’elenco clienti/fornitori: Berlusconi e Tremonti lo hanno eliminato
3. riorganizzazione dell’anagrafe tributaria. Negli Stati Uniti ogni anno gli ufficiali del fisco attraverso il codice personale di ogni cittadino conoscono tutte le spese che ha fatto, in particolare di beni di lusso, e sono così in grado di verificare le dichiarazioni dei redditi. Ciò oggi in Italia non è ancora possibile. Con la targa di una Ferrari si può scoprirne il proprietario, ma con il suo codice fiscale non si scopre l’acquisto della Ferrari. Il governo Prodi aveva avviato la ristrutturazione dell’anagrafe tributaria per renderlo possibile. Speriamo che il centro destra, che allora si era opposto, non fermi un simile lavoro in corso.
4. sequestro di beni di lusso di cui non si possa dimostrare il possesso. Ad esempio, yachts, barche, automobili di grossa cilindrata, cavalli da corsa, seconde case, ecc. E’ incredibile ma una recente indagine dell’Associazione Contribuenti Italiani ha accertato che il 60% circa di questi beni risulta intestato a nullatenenti o pensionati ultraottantenni. In casi del genere deve essere previsto il sequestro automatico del bene stesso.
5. creazione di contrasto d’interesse tra contribuente e venditore o prestatore di servizio. Benché sia una misura fortemente criticata, mi appare l’unica che permetta di far emergere l’economia “nera”. Naturalmente dovrebbe essere azionata in modo selettivo permettendo al contribuente di detrarre tutte le spese che concorrono alla produzione del suo reddito: come, ad esempio, avvocati, medici, consulenti, artigiani, prestatori di servizi, generi alimentari, spese scolastiche o per corsi di studio o di riqualificazione, e così via. Naturalmente sarebbero esclusi vacanze, spese superflue, acquisti di lusso, e così via.
Se, come si diceva all’inizio, il governo Prodi è riuscito a recuperare in due anni circa 16 miliardi di euro, ritengo che l’obiettivo di riportare a tassazione ogni anno 5 miliardi di euro sia pienamente realizzabile. Con una tale somma ogni anno si potrebbero attribuire 350 euro ai circa 15 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati (con redditi fino a 25.000 euro), oppure attribuire un aumento di 500 euro ai circa 10 milioni di pensionati con reddito inferiore ai 15.000 euro.

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