"Per una volta dai retta a me"

Era “il Manifesto” del 22 Febbraio 2002 , si leggeva “Morte misteriosa di un no global” , firmato Augusto Boschi da Genova e sotto il titolo: Edo Parodi era il migliore amico di Carlo Giuliani. Sotto accusa i lacrimogeni impiegati dalla polizia elvetica.
Da Venezia, quella della Biennale, di cui Blob ci fa “vedere” un po’ dietro le quinte, le agenzie di stampa battono la notizia che “Daniele Vicari girerà su una sceneggiatura di Massimo Gaudioso: ‘Per una volta dai retta a me: corri’ titolo provvisorio di un film che rievocherà la breve vita di Edoardo Parodi, il migliore amico di Carlo Giuliani, il ragazzo morto durante gli scontri al G8 di Genova, che nei giorni della morte dell’amico Carlo, non era a Genova e che per uno strano destino morì, a 23 anni, sei mesi dopo, nel febbraio 2002, a Zurigo, in circostanze analoghe, durante una manifestazione no global”.
La manifestazione noglobal era ed è, contro il Forum economico mondiale (World Economic Forum – WEF), istituzione privata con sede a Ginevra, fondata nel 1971 dal professore Klaus Schwab. Dal 1977 il WEF è una fondazione, sostenuta e finanziata dai propri membri, e presieduta da Klaus Schwab. Membri del WEF sono le 1000 imprese private più grandi del mondo. La condizione per essere ammessi al gruppo è una cifra d’affari annuale di almeno un miliardo di dollari. Per le imprese c’è un contributo annuale di 15000 dollari. Avere un ruolo guida quali industrie innovative e d’avanguardia è un’altra delle qualifiche necessarie. A fianco delle mille, anche un certo numero di politici di primo rango, famosi scienziati, imprese di comunicazione e solo pochi rappresentanti della società civile (sindacati, ONG). L’élite globale è composta quasi esclusivamente da uomini. Il WEF invita “ad personam”. Gli ospiti sono membri di diversi Club esclusivi, come il Club “Global Leaders of Tomorrow” (I Leader globali di domani), il “World Media Leaders” (I Leader dei media mondiali) o il Club “Industry Governors” (I Capitani d’industria).” La struttura dei Club e il quadro informale degli incontri al Forum sono delle condizioni ideali per creare delle alleanze tra economia, stato e personaggi chiave della società civile. Chi fa parte di questi gruppi esclusivi ovviamente si aiuta a vicenda ed è molto restío dall’effettuare critiche al sistema”( Dichiarazione di Berna Sez. Svizzera italiana).
Rileggiamo quella pagina per niente decresciuta di pochi anni fa?
Doriana Goracci
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Morte misteriosa di un no global
C’è un altro nome in piazza Alimonda accanto a quello di Carlo Giuliani. E’ quello di Edoardo Parodi, 22 anni, il miglior amico di Carlo Giuliani morto dopo aver partecipato lo scorso due febbraio alla manifestazione contro il Forum economico mondiale di New York, a Zurigo. Una morte a prima vista inspiegabile che solleva dubbi sulle cause che l’hanno provocata: tra i possibili colpevoli ci sono i lacrimogeni del tipo Cs, che contengono ortoclorobenzalmalononitrile, una sostanza cristallina che si trasforma in gas urticante per la pelle e le mucose e che sono stati usati ampiamente anche durante il G8.
La cronaca dice che durante la manifestazione la polizia elvetica interviene contro chi contesta il Forum; è uno scenario già visto a Goteborg, Nizza, Genova, con le cariche della polizia e le strade invase da fumo acre e spesso dei lacrimogeni. Dopo la giornata di protesta Edo va a Lugano, dove si ferma a dormire a casa di un suo amico, Mattia Vassalli. All’amico confida di sentirsi particolarmente stanco e di non riuscire a respirare bene. Ed è proprio Mattia che lo trova, il mattino dopo, steso nel letto con il cuscino intriso del sangue uscito dal naso e da un orecchio. Per le autorità elvetiche la causa della morte è un probabile aneurisma, viene esclusa l’ipotesi del suicidio e tutto viene rimandato ai risultati dell’autopsia. La notizia arriva anche in Italia, dove si parla subito di morte in circostanze misteriose e di possibile overdose. Un’accusa che provoca le reazioni di Heidi Gaggio, la madre di Carlo Giuliani: “Edo non è morto per un overdose, non si era mai fatto un buco in vita sua”. Heidi è convinta che la morte del ragazzo sia stata usata apposta per infangare il nome di Carlo: “Non ho mai protestato per le molte non verità che si sono dette su Carlo, protesto per le non verità che si dicono su Edo”.
E infatti l’ipotesi overdose viene poi ufficialmente smentita e gli investigatori, per spiegare la morte di Edo, iniziano a parlare di un non precisato “evento traumatico”. Eppure durante la manifestazione del 2 febbraio Edo non si è scontrato con la polizia e sul suo corpo non sono stati trovati segni di percosse né sulla testa né sul corpo.
Ce n’è abbastanza perché la procura di Lugano non si accontenti delle spiegazioni a metà e decida di effettuare altri accertamenti per verificare se i lacrimogeni usati dalla polizia possono essere stati la causa della morte. Accertamenti molto difficili, dal momento che il corpo del ragazzo è già stato cremato. Ma se il legame tra l’uso dei gas Cs e la morte di Edo è ancora tutto da dimostrare, la tossicità di questo tipo di lacrimogeni è nota già da tempo, come conferma il senatore dei Verdi Francesco Martone che all’argomento ha dedicato un’inchiesta pubblicata su Carta: “C’è un rapporto del Centro ricerche scientifiche del Parlamento europeo che conclude che sono possibili effetti dannosi che si manifestano sul medio e lungo periodo. In ogni caso, di casi accertati di persone che hanno subìto danni per l’esposizione al Cs se ne conoscono ancora pochi. “C’è quello di una ragazza che è stata in cura per diversi mesi”, spiega Martone, “e ho saputo anche di giornalisti che dopo il G8 hanno avuto dei problemi. Per quello che riguarda Edoardo Parodi la procura di Lugano sta indagando e si parla anche della possibilità che sia stato spruzzato con il Mace, la bomboletta da autodifesa. Ma verificarlo, ora che non è più possibile nemmeno fare l’autopsia, è molto difficile”.
Augusto Boschi- Genova
Fonte: Il Manifesto, 22/02 .

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