“Recentemente il sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo ha confermato che quest’anno si terrà la Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo. Il sen. Mantica ha fissato l’appuntamento per il mese di dicembre a Roma e sono state stabilite anche le norme che regoleranno l’organizzazione della manifestazione. Come è noto da anni si parla del coinvolgimento dei giovani, visto l’inevitabile esaurirsi della presenza nelle comunità all’estero, di italiani nati in Italia. Non ci sono più movimenti di emigrazione di massa in partenza dall’Italia, come si registrarono durante un secolo tra la fine del XIX secolo e la seconda metà, ben inoltrata, del secolo scorso. Gli italiani residenti all’estero in genere non sono più giovani e, in Paesi di antica emigrazione, come è il caso dell’Argentina, sono nella maggior parte ultrasettantenni”. La conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo è al centro dell’editoriale di Marco Basti pubblicato sulla Tribuna Italiana, settimanale da lui diretto a Buenos Aires.
“La Conferenza, voluta dal CGIE e accettata dai due principali schieramenti politici, ha subito le alterne vicende delle politiche per gli italiani all’estero degli ultimi governi. Così ha pure subito il taglio di fondi che l’attuale governo ha deciso per le politiche per gli italiani all’estero, per cui lo stanziamento iniziale è stato dimezzato.
Ad ogni modo si sono già svolte una serie di riunioni nazionali e continentali di area. Specificamente per quanto riguarda la nostra area, si sono svolte due riunione dei rappresentanti dell’Argentina e due – se si considera anche la seduta continentale del CGIE in Ecuador, anche nell’America Meridionale, l’ultima a Montevideo.
La seconda riunione dei giovani dell’Argentina, il mese scorso a Buenos Aires (i delegati sono stati designati dai Comites e dalle Federazioni), ha prodotto un interessante documento, e altrettanto ha fatto la riunione di area che si è svolta a Montevideo. Risultati positivi che non sorprendono, perché, nonostante i costanti allarmi lanciati da anni, dentro e fuori dalla nostra comunità, sull’ineluttabilità della fine della collettività, la partecipazione di giovani discendenti di italiani nelle strutture della collettività è stata costante pur se con ritmi a volte più lenti, a volte più sostenuti.
Essa ha avuto due grandi impulsori. Da una parte la Feditalia, vertice della struttura associativa italiana in Argentina, che da tre decenni promuove, attraverso i Congressi dei giovani, la partecipazione delle nuove generazioni nella vita delle nostre associazioni. C’è da ricordare che già nel lontano 1988, in occasione della II Conferenza Nazionale dell’Emigrazione, la Feditalia promosse la partecipazione di un attivo gruppo di giovani discedenti. Dall’altra l’azione promotrice di quasi tutte le Regioni italiane che, anche come conseguenza delle richieste delle nostre associazioni, con numerose iniziative diventate negli anni politiche proprie di ogni Regione, hanno promosso il coinvolgimento dei giovani nelle associazini delle rispettive regioni e nelle consulte regionali dei corregionali residenti all’estero.
Una politica che ha oltre trent’anni per cui, non tutti i discendenti che oggi partecipano alla vita delle associazioni e alla vita della comunità, sono ancora giovani.
I giovani delegati che parteciperanno alla Conferenza di Roma, hanno alle spalle, l’esperienza acquisita da diecine, centinaia, di giovani discendenti di italiani emigrati in Argentina, in numerosi congressi, convegni, riunioni e iniziative varie, organizzate dall’Associazionismo e dalle Regioni durante questi anni.
Molti di loro si sono arricchiti anche con l’esperienza dei loro genitori e nonni, che hanno visto partecipare, per anni, alla vita delle associazioni.
Non sono milioni e nemmeno tante migliaia. Ma sono comunque tanti. Non sono tutti giovanissimi e nemmeno tutti giovani. Alcuni non lo sono affatto più. Ma hanno alle spalle esperienze di partecipazione, sanno quali sentimenti hanno animato i loro avi quando hanno fondato le associazioni, conoscono quali sono le nostre principali problematiche, sono coscienti della necessità di aggiornamenti. Se – come si prevede per adesso – saranno loro a partecipare alla Conferenza, dovremmo essere ben rappresentati.
La vita della nostra comunità, che si sviluppa fondamentalmente nel tessuto associativo, vede succedersi una generazione dopo l’altra, come avviene con le famiglie. Ci sono periodi in cui c’e una maggiore quantità di discendenti, in cui si avvicinano più giovani o persone di mezza età che riscoprono le proprie radici.
Avrebbe potuto essere l’esperienza della metà degli argentini. Però è sempre mancata, e manca a tutt’oggi, la presenza dell’Italia, a coltivare e a sostenere le nuove generazioni. Continuiamo comunque, con tenacia e con orgoglio a sostenere l’italianità della nostra comunità. Nonostante l’Italia”