LE BRACHE

di Renzo Balmelli

Provoca sconforto il pruriginoso perbenismo dei censori di Palazzo Chigi che velano il seno alla “Verità svelata” del Tiepolo con la scusa di non urtare la sensibilità del pubblico.

LA NUDA VERITA’ – Ma chi se la beve. Se mettono le brache al Tiepolo, allora dovrebbero chiudere i musei, mettere le brache anche alle statue. No, le cose non stanno in questo modo. Evidentemente trovarsi ogni giorno a tu per tu con un affresco tanto esplicito che simboleggia la
ricerca del vero e del giusto, spaventa e provoca fastidio. Non c’è altra spiegazione per una simile cretinata che offende l’opera di un genio, e sia pure in copia. In quest’ottica, la grottesca assurdità del gesto è una perfetta allegoria del governo che sfida impunemente le frontiere del ridicolo. Forse il falso moralismo regala dividendi politici che la “nuda verità” non permetterebbe mai di ottenere senza arrossire dalla vergogna. Perciò: velo, ergo sum!

SILVIO IL ROSSO – Ulrich, protagonista de L’uomo senza qualità di Musil, a un certo punto della sua vita si riteneva fermamente convinto che il socialismo concordasse perfettamente con le sue opinioni. In verità non pensava assolutamente al proletariato, di cui non aveva la più pallida idea, ma soltanto agli affari suoi. Sarà un caso, ma sembra di sentire Berlusconi quando si proclama l’unico in Italia a fare una politica “di sinistra”. La panzana dell’estate forse non aiuterà il premier a entrare nella storia dalla porta principale. Ma sotto le mentite spoglie di “Silvio il Rosso”, il Cavaliere si è già ritagliato un posticino tra gli aneddoti.

PERICOLO – L’Italia aveva un solido ancoraggio nella casa comune europea di cui ha contribuito a gettare le fondamenta. Aveva, perché il prestigio di Roma rischia di essere compromesso dalla sciagurata politica adottata dal governo nei confronti dei Rom e degli extracomunitari. L’emergenza sicurezza, rozzamente imposta e demagogicamente propagandata, insospettisce l’UE che parla apertamente di violazione dei diritti umani. Ad acuire il disagio concorre poi la presenza dei soldati nelle strade, un’ anomalia che suggerisce paragoni imbarazzanti. Può anche darsi che in realtà le intenzioni del governo siano molto meno minacciose ed eversive di quanto appaia. Ma accarezzare la bestia razzista e autoritaria che alligna in certi ambienti della destra post-fascista è un azzardo molto pericoloso.

LISTA NERA – Al sicuro, sui loro yacht, i caimani festeggiano “la stagione dei salvi”. Accontentato il Cavaliere col Lodo Alfano, ora manca solo un passettino, l’ultimo, per coronare l’ascesa al trono: rendere “ereditaria” la carica di presidente del consiglio. La cosa non è poi così inverosimile come sembra. Coi tempi che corrono ci si può aspettare di tutto e di più. E anche di peggio.
Ogni giorno nella propaganda ossessiva scambiata per politica si innesta un grave e serio motivo di preoccupazione per la democrazia. Varie volte nei primi tre mesi della legislatura la sovranità delle Camere è stata strapazzata per convertire i decreti blindati dal governo. Pensare che in questo clima sia possibile fare riforme in grado di rendere il sistema più moderno, efficiente e giusto è un’illusione. Per arrestare la deriva sarebbe auspicabile un segnale forte dell’opposizione, che però appare ancora molto incerta sulla linea da seguire. Non desti meraviglia, dunque, se gli elettori delusi e sconcertati finiscono col vedere in Di Pietro l’unico fustigatore della politica dei privilegi. Ma i privilegi dovrebbero essere in cima alla lista nera della sinistra. Insistiamo: della sinistra!

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