I peggiori vent’anni della nostra vita!

Tutti i dati in nostro possesso lasciano intendere che per l'occidente si apre una fase di enorme incertezza. Per l'Europa la situazione si prospetta ancora più grave. E per l'Italia si annuncia a dir poco drammatica! Parleremo a parte del sud e della Calabria.

Il vertiginoso costo delle materie prime, il petrolio su tutte, ha già provocato un terremoto nel mondo. Per molte zone del pianeta il rischio è addirittura la mancanza dei beni di prima necessità.

Il nostro Pianeta ha conosciuto momenti molto più gravi e drammatici, ma alla fine ce lÂ’ha sempre fatta. Sono scomparse civiltà assai progredite, si sono registrati milioni di morti per fame, carestie e malattie contagiose che hanno messo in ginocchio interi continenti. Però lÂ’uomo ce lÂ’ha sempre fatta. Magari pagando un prezzo altissimo, al costo di squilibri sociali insopportabili. Ma ce lÂ’ha sempre fatta.

E agari ad un prezzo altissimo, al costo insostenibili di squilibri insopportabil malattie contagiose. ce la farà ancora una volta. Imparerà a liberarsi dalla dittatura del petrolio, riuscirà a 'catturare' ed utilizzare l'energia del sole e del vento. Rispetterà l'ambiente, consumerà di meno e meglio, dovrà necessariamente abbassare l'attuale livello della vita, ridemensionerà i consumi, eliminerà ogni tipo di eccessi.

L'uomo saprà valorizzare quello che ha e saprà vivere con molto meno rispetto ad oggi. Probabilmente entro i prossimi trenta-quarant'anni l'uomo avrà nuovamente vinto la sua sfida per la sopravvivenza in questo pianeta bello ma assai complesso. Ma prima di arrivare a questi obiettivi, il pianeta attraverserà i vent'anni peggiori che ricordi. Il rischio, anche per l'Europa, è quello di andare incontro a gravi crisi sociali, economiche ed ambientali. Gli equilibri si sposteranno, il mondo non girerà più attorno ad un solo polo (gli Stati Uniti), altre grandi nazioni controlleranno i mercati mondiali; saranno vent'anni di instabilità, di grandi squilibri, di nuovi fondamentalismi, di crisi economiche dalle conseguenze assai pesantii. Vent'anni che dovranno passare rapidamente. E che passeranno bene solo se i Paesi sapranno attrezzarsi per tempo, se i governi saranno in grado di dotarsi di tutti gli strumenti per gestire questa convulsa fase. Ci vogliono quindi governanti capaci e coraggiosi. Facciamo un esempio: la Germania è già molto avanti per quanto riguarda l'utilizzo delle energie alternative: entro pochi anni, il 25% del proprio fabbisogno energetico sarà soddisfatto attraverso l'energia solare e grazie all'eolico. L'Italia ha invece incredibilmente bloccato questa strada, che stavamo appena iniziando a percorrere, per avviarsi lungo la scorciatoia del nucleare, che rappresenta un rischio e per molti versi un'avventura. Solo che per giungere al nucleare ci vorranno, se tutto va bene, almeno 20 anni, occorrerà un fiume di denari che il Paese non ha, e nel frattempo la crisi provocata dal petrolio avrà raggiunto livelli ancora più insostenibili .E le centrali nucleari che l'Italia conta di costruire nei prossimi due decenni non basteranno affatto a coprire l'intero fabbisogno di energia.

Ecco cosa significa avere un governo che non riesce a governare il presente nè a prevedere il futuro.

Inoltre, il nostro Paese è nel pieno di una crisi economica tra le più gravi d'Europa. La nostra inflazione è tornata ai livelli di 12 anni fa: d'un solo colpo abbiamo fatto un passo indietro nel 1996 per quanto riguarda il costo della vita. Ma nel 1996 i salari dei dipendenti e dei lavoratori erano molto più forti di quelli di oggi. Infatti, i redditi dei lavoratori italiani , oggi sono i più bassi d'Europa. E ancora: in Italia si registra il più alto livello di disoccupazione rispetto agli altri Paesi europei. La nostra dipendenza dai prodotti energetici è anch'essa molto più alta rispetto a Francia, Germania, Inghilterra e di tutti gli altri Paesi sviluppati.

Potremmo continuare all'infinito a segnalare una situazione economica a dir poco preoccupante. Basta solo citare i primi dati di questa stagione estiva. Se parliamo di turismo è facile prevedere per tutto il Paese un calo notevolissimo di presenze. E questo peserà moltissimo sull'intera economia nazionale. Anche i primi dati di affluenza verso il sud non lasciano intendere nulla di positivo: alberghi con scarse prenotazioni, seconde case sfitte lungo le coste. La famigerata A3, in uno dei giorni più a rischio, il 31 luglio, faceva registrare tra Napoli e Reggio Calabria un nettissimo calo di auto in transito. Crisi anch'essa prevedibile, ma le nostre regioni del sud non hanno capito come gestirne gli effetti.

Ebbene, rispetto ad un quadro così nero, cosa fa il governo nazionale? In un qualsiasi altro Paese al mondo si preoccuperebbe moltissimo. Come stanno facendo, ad esempio, negli Stati Uniti, nella già citata Germania, o anche in Francia e Inghilterra. Paesi in cui si tenta di sostenere la domanda, calmierare i prezzi, aiutare le famiglie, rafforzare gli interventi dei servizi sociali in favore delle fasce deboli. Interventi urgenti per aiutare i cittadini a superare al meglio la grave crisi economica in atto. In Italia invece? In Italia invece, il Parlamento della Repubblica è da tre mesi costretto, ripeto costretto, ad occuparsi del Lodo Alfano, delle norma blocca processi, del fantomatico Piano sicurezza che dispiega 3000 (sì, tremila!) soldatini italiani a guardia di qualche ambasciata e di alcuni monumenti in 10 città 10!

Poi ci si occupa di salvare Rete Quattro dal finire sul satellite, di prendere le impronte ai bambini rom. E i provvedimenti finanziari? Certo, eccoli: “in 9 minuti e mezzo il governo ha approvato il piano triennale di interventi economico-finanziari” ha detto l'infallibile ministro Tremonti. Piano che in 2 mesi di 'navetta' parlamentari è stato dallo stesso Governo cambiato, ricambiato, stravolto e rivoltato, per uscire alla fine approvato (martedi prossimo alla Camera) un mostro che prevede: un forsennato e indiscriminato taglio alle Regioni, ai Comuni, alle forze dell'Ordine, alle Università, a tutti gli enti ed aziende economiche pubbliche; insieme ad un pasticcio di norme contraddittorie e confuse, che gli stessi organismi internazionali ritengono addirittura 'ininfluenti' a raggiungere il primo obiettivo che si erano prefissate: il contenimento della spesa pubblica, l'abbattimento del debito dello Stato, il rispetto dei parametri europei!

Un provvedimento, per sostenere le fasce deboli , c'è in questa manovra finanziaria: una specie di tessera dei poveri che dovrebbe garantire agli anziani l'acquisto di qualche litro di latte e di qualche chilo di pane! tutto qui.

Intanto l'autunno avanza. I prezzi di energia, pasta e pane andranno di nuovo alle stelle; l'inflazione toccherà il 4,5% come vent'anni fa; i pubblici dipendenti, gli operai le forze dell'ordine scenderanno in piazza a protestare per i forti tagli che hanno subito. Sapete cosa il governo ha già deciso che dovrà fare il Parlamento in autunno (a suon di voti di fiducia e senza quindi alcun dibattito e alcun intervento migliorativo)? Ecco detto: la riforma dell'ordinamento giudiziario, il federalismo fiscale (che metterà in ginocchio il sud), l'avvio delle riforme costituzionali, la nuova legge elettorale per le europee. Sapete invece cosa avrà in discussione il parlamento tedesco in settembre? Un Piano straordinario di sostegno al reddito delle famiglie!

Come farà l'Italia, in queste condizioni politiche, ad affrontare i prossimi terribili anni che ci attendono?

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