Manovra finanziaria triennale, con il voto finale di oggi alla Camera, passa una manovra che mette in ginocchio il sud.

Solo per fare qualche esempio:

1)Viene introdotto un tetto di spesa per il credito di imposta per gli investimenti al sud con un meccanismo di richiesta dell'incentivo che elimina il carattere automatico e introduce una pericolosa discrezionalità, ritardandone la concreta erogazione. Esattamente al contrario di quanto aveva fatto il centro-sonistra;

2) vengono ridotte le risorse per il Fas;

3) Viene finanziata l'eliminazione totale dell'Ici sulla prima casa (il governo Prodi aveva eliminato il 40% dell'ICI) con circa 2 miliardi di euro che erano già destinati alle infrastrutture in Calabria. La Calabria perde così l'ammordernamento della 106 già deliberato dal Cipe con il Governo Prodi, perde anche altri interventi stradali, autostradali e le autostrade del mare; tutte opere previste e finanziate dal governo prodi, vengono oggi eliminati per finanziarie il taglio dell'Ici.

A tutto ciò bisogna aggiungere i pesanti tagli nei trasferimenti che compromettono nei comuni del Mezzogiorno l'erogazione dei serivizi essenziali alle persone, come scuola e attività sociali.

Lo Stato finge di tagliare le tasse ma poi costringe i comuni e le regioni ad aumentare le già pesanti tasse locali.

Il Governo Berlusconi finge di occuparsi di sicurezza ma poi dimentica il dramma della criminalità organizzata che mette in ginocchio il sud. Manda in giro qualche migliaion di soldatini dell'esercito a puro scopo propagandistico, destinandoli poi qualche centinaio nel sud a vigilare sui Cpt.Tutta questa è la lotta alla criminalità che intende fare il ministro Maroni?

E che dire dei tagli alle Università? Con il nuovo anno accademico, le università meridionali, alcune delle quali veri e propri centri di eccellenza per la cultura italiana, saranno messe in ginocchio.

E mentre il ministro dell'Istruzione, Gelmini, pensa a mettere il grembiulino nero alle scolarette delle scuole dell'obbligo, nessuno dice che centinaia di scuole primarie dei comuni al di sotto dei 5000 abitanti rischiano la definitiva chiusura

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