Facciamo il punto sulla sinsitra in Italia. Paolo Ferrero eletto segretario politico. Niky Vendola sono sconfitto da comunista

di Riccardo Alfonso

Rifondazione comunista si misura tra Ferrero e Ventola mentre i capi storici da Bertinotti a Giordano invitano i delegati a non dividersi. E’ uno strano destino quello della sinistra italiana condannata a continue scissioni. Anche questa volta la tentazione è stata forte e ci è mancato poco che si ripetesse l’antico e mai domo rito.
Sinistra riformista o sinistra integralista?

Sinistra con la falce e il martello e la bandiera rossa che fin dagli ultimi anni del XIX secolo ha sfidato le piazze del mondo in nome di una classe proletaria che ha riscattato il suo antico giogo lungo una scia di sangue, di sacrifici, di lotte o sinistra con il camice bianco e la provetta in mano?

Quegli antichi simboli valgono ancora o sono diventati dei reperti ingombranti e degni solo d’appartenere ai nostalgici?

Forse non è ancora il momento per la storia di darci la sua risposta. E’ tempo di attesa.

Sta di fatto che la sinistra è allo sbando sul piano elettorale e di rappresentanza parlamentare.

Ciò che le resta è dimostrare che il suo popolo è ancora vivo e vegeto e si prepara alla lotta.

Una lotta non più di classe ma nella sua continuità sotto il segno della civiltà e della democrazia. Sta di fatto che è difficile il compito sia di Ferrero sia di Ventola nell’interfacciarsi con i lavoratori di oggi forse diventati un po’ borghesi e figli delle logiche consumistiche che tendono a indebolire la loro carica ideale e a far tentennare il loro collante ideologico.

Eppure oggi il rischio di un imbarbarimento della società, cosiddetta civile, è ancora più grande perché insidioso, subdolo, e legato al mito mediatico degli strumenti di comunicazione sempre più sofisticati e esclusivi. Oggi l’opinione pubblica è sistematicamente disinformata e si corre ilrischio che scompaiono le altre voci. Un rischio che è dovuto al vuoto che abbiamo lasciato nella nostra democrazia definita compiuta ma che è in effetti incompiuta se dobbiamo cibarci di idoli, di stereotipi, di fate morgane, di illusioni, di false speranze e di plateali bugie.

Ma la sinistra, a sua volta, non può continuare a vivere di riti nostalgici, di lotte di classe se non altro perché la classe è diventata interclassista e le lotte si fanno “trasversali” agli schieramenti oggi esistenti. Oggi dobbiamo sconfiggere i luoghi comuni dove l’essere comunista, e ancor più di rifondazione, significa tutelare a oltranza i diritti senza doveri.

E’ un errore di immagine ma è esistente e va corretto. Dobbiamo convincerci che in democrazia non vi sono nemici ma avversari, che tutto il bene o tutto il male non sta da una sola parte. Il vero nemico non sta in una divisa in luogo di un’altra, in un atteggiamento o in una protesta, ma nella mancanza di una cultura di base nella quale la libertà è libertà senza limiti e condizionamenti, come lo è la democrazia e la giustizia.

Dobbiamo risvegliare e continuare a tenere desta la memoria degli elettori perché al momento del voto sappiano ricordare, sappiano ritrovare la loro coerenza, sappiano riconoscere da che parte stare e con chi.

La sinistra deve compiere, per ritrovare se stessa e avere un futuro in Italia e altrove, solo se riesce a conciliare la logica dei numeri con le attese delle persone. (www.agoramagazine.it)

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