Più tasse e contributi, meno servizi, più evasione e meno concorrenza

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio che ancora una volta non si fa vedere, il Presidente del Consiglio Prodi non ha mai snobbato il Parlamento, ed infatti è sempre stato presente ai dibattiti sulla fiducia ed è sempre intervenuto a nome del Governo per spiegare le sue ragioni (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Comprendiamo come nella visione politica del Presidente Berlusconi che non si fa mai vedere, valga il motto «un uomo solo al comando» e la democrazia sia un optional, per cui il Parlamento sia per lui solo un inutile orpello, da eliminare non appena possibile, come dimostrano, del resto, alcuni contenuti in materia di formazione del bilancio dello Stato del decreto-legge che stiamo discutendo.
Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe…
PRESIDENTE. La prego, onorevole Borghesi, si fermi… pregherei i colleghi del gruppo della Lega di non fare capannello. Ministro Maroni, confido nella sua qualità di uomo d'ordine… prosegua, onorevole Borghesi.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, poi mi permetterà di recuperare il tempo. La ringrazio.
La manovra economica sulla quale il Governo ha chiesto la fiducia presenta poche luci e molte ombre. Cominciamo dalle poche luci. Apprezziamo l'idea che la manovra abbia una valenza triennale, ma riteniamo sbagliato modificare attraverso un decreto-legge la legge finanziaria. Il Parlamento trae, infatti, la sua maggiore funzione di controllo nell'individuare il quadro entro il quale si deve muovere l'Esecutivo; così facendo, invece, esso viene del tutto esautorato, modificandone la funzione in una sorta di competenza notarile, che toglie ogni spazio ad un controllo reale. Avremmo preferito che ad una razionalizzazione della situazione attuale, opportuna e necessaria, si arrivasse attraverso un dibattito serio e approfondito, che lasciasse intatta la capacità del Parlamento di essere soggetto attivo delle politiche economiche e sociali nazionali. In fondo, giova non dimenticare mai, che, pur con tutte le riserve sulla legge elettorale «porcata», i rappresentanti del popolo sono i parlamentari, e non i membri del Governo.
Apprezziamo gli interventi per favorire lo sviluppo della banda larga e il piano casa, che peraltro è una continuazione di quello avviato dal Governo Prodi, che le Commissioni hanno salvato per la parte già attuata e del quale l'attuale maggioranza voleva prendere il merito. Apprezziamo del pari le proposte di riduzione della spesa della pubblica amministrazione, anche se esse appaiono oggi niente più che delle buone intenzioni, che vogliamo verificare a posteriori quando saranno realizzate, semmai ci si riuscirà.
Apriamo un credito anche verso le azioni volte ad incrementare la produttività dei dipendenti dello Stato, anche se riteniamo sbagliato fare di ogni erba un fascio e considerare tutti indiscriminatamente fannulloni. Così come riteniamo che se vi sono ammalati che dichiarano il falso essi vadano duramente colpiti insieme ai medici che glielo hanno permesso, non accettiamo l'idea di avviare crociate anche contro gli ammalati veri, ai quali, già in difficoltà, sarà tolto immediatamente quanto serve loro per vivere. Non vogliamo tornare ai padroni delle ferriere e vogliamo che sia data una prospettiva anche a tutti coloro che lavorano precariamente, ma da tanti anni, nella pubblica amministrazione.
Troviamo infine positiva l'azione volta a contrastare le false invalidità, ma anche sotto questo aspetto – intendiamoci bene – come sempre ciò che conta è che l'esempio parta dall'alto. Noi dell'Italia dei Valori vorremmo che tutte le false dichiarazioni fossero trattate allo stesso modo, da quella di chi si finge ammalato, a quella del Presidente del Consiglio che ha reso falsa dichiarazione sotto giuramento davanti a Dio e agli uomini, da quella di chi si finge invalido, a quella del senatore della vostra maggioranza che ha dichiarato falsamente di essere residente all'estero, eppure è stato da voi sottratto ad un giusto giudizio.
Con le poche luci ho finito, vengo ora alle molte ombre. Avete detto agli italiani che avreste ridotto le tasse e invece oggi ci dite che la pressione fiscale non solo non calerà nei prossimi tre anni, ma addirittura crescerà nel prossimo. Fin da quando, due mesi fa, il Ministro Tremonti ha detto di voler colpire la speculazione dei petrolieri e delle banche, noi dell'Italia dei Valori l'abbiamo paragonato non tanto a Robin Hood, quanto allo sceriffo di Nottingham. Ho visto che anche il fondo di ieri del Corriere della sera di Francesco Giavazzi si intitola «Robin Hood alla rovescia»: noi l'abbiamo detto in tempi non sospetti.
L'ineffabile Ministro sceriffo di Nottingham Robin Tremonti, come io lo chiamo, ha citato nel suo intervento dei giorni scorsi de Tocqueville, il campione dell'idea di democrazia liberale, ma, come vedremo, ben poco di liberale c'è nelle sue azioni di politica economica.
D'altronde, egli non rifiuta per vezzo l'idea di farsi passare per il nuovo Colbert. Tuttavia, come qualcuno ha scritto, la versione casareccia di colbertismo può essere definita come interventismo pubblico in stile francese con truppe burocratiche in stile italiano: in sostanza, come se si perseguissero gli obiettivi di Air France avendo a disposizione solo Alitalia.
Avete detto agli italiani che non avreste più messo le mani nelle loro tasche, invece le avete fatte mettere ai petrolieri, alle aziende energetiche locali, agli assicuratori e alle banche. Petrolieri, produttori di energia, assicuratori e banchieri, infatti, stanno già prelevando agli italiani ciò che avete chiesto loro di versare, mentre famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese e piccole e medie imprese indifese di fronte alle banche stanno già pagando le tasse che voi avete chiesto a coloro che definite speculatori. La benzina è già ulteriormente aumentata e dando più tasse a voi non calerà, mentre i lavoratori che devono usare il loro automezzo pagheranno mediamente da 30 a 50 euro in più al mese. Le aziende energetiche locali, dando più tasse a voi, produrranno meno utili per gli enti locali e per i loro soci, che aumenteranno i prezzi dei servizi; gli assicuratori, dando più tasse a voi, non caleranno le tariffe e faranno pagare agli automobilisti assicurati più di quanto dovuto; le banche, dando più tasse a voi, hanno già aumentato gli interessi e le commissioni alle piccole e medie imprese e ai chi ricorre al credito al consumo per arrivare alla fine del mese.
Noi dell'Italia dei Valori avevamo suggerito a Robin Tremonti, che voleva colpire la speculazione di farlo colpendo le rendite finanziarie, ovvero coloro che guadagnano anche 500 milioni di euro con una sola operazione senza pagare un centesimo di tasse. Tuttavia, comprendiamo come troppi vostri amici stiano tra i «furbetti del quartierino» e, forse, finanzino le vostre campagne elettorali.
Avete detto agli italiani che avreste condotto la lotta all'evasione fiscale ed avete ridotto la tracciabilità dei pagamenti, favorendo evasori fiscali e criminalità organizzata, mentre avete eliminato l'obbligo dell'elenco clienti e fornitori, unico strumento per scoprire le fabbriche di fatture false. Avete detto agli italiani, inoltre, che volete attuare il federalismo fiscale e invece, avete tolto 300 milioni di euro per darli ad un'azienda pubblica decotta come Alitalia. Avete eliminato di fatto l'ICI, l'unica vera imposta federale a favore dei comuni; avete sospeso per regioni ed enti locali ogni capacità impositiva; avete accentrato a Roma la gestione dei Fondi europei per le aree sottoutilizzate; avete regalato a Roma 500 milioni di euro solo perché il nuovo sindaco è amico della vostra maggioranza; avete tagliato in modo indiscriminato i fondi alle università e a regioni, province e comuni, che dovranno ridurre ed eliminare i servizi ai cittadini. Per i comuni si tratterà già da quest'anno di decidere se eliminare servizi (tra i più importanti per le famiglie e per le donne) come scuola-bus e asili nido.
Avete detto agli italiani che c'era una cordata pronta per Alitalia e dopo tre mesi non ve ne è neanche l'ombra e l'unica corda che c'è è quella che ogni giorno si stringe attorno al collo di Alitalia e dei suoi dipendenti.
Avete detto agli italiani che avreste aumentato il loro potere di acquisto e l'unica cosa che avete inventato è la carta di povertà per un umiliare tutti coloro che già sono umiliati dall'essere poveri.
Avete detto agli italiani che non avreste toccato lo Stato sociale e avete tolto in modo indiscriminato i fondi alle regioni per la sanità e ciò le costringerà a prelevare dalle tasche dei cittadini contributi sotto forma di ticket che, così oggi solo apparentemente, fate la bella figura di abolire.
Avete detto agli italiani che volevate operare per la sicurezza dei cittadini e avete tolto alla giustizia e alle forze dell'ordine alcuni miliardi di euro, controbilanciati da solo 300 milioni di euro che di fronte alle proteste avete dovuto recuperare, rinviando per il resto a futuri e quantomeno ipotetici incassi.
Avete detto, inoltre, che avreste attuato politiche liberali ed avete consolidato il cartello delle banche con il ridicolo intervento sui mutui che, invece di stimolare la concorrenza sulla portabilità, regala ad esse interessi certi e persino gli interessi sugli interessi.
Avete detto che avreste attuato politiche liberali e per molti anni futuri avete sottratto alle regole del mercato e della concorrenza i servizi pubblici locali, permettendo anche dopo l'ultima modifica il perpetuarsi di gestioni pubbliche inefficienti, ma che danno tanti consiglieri d'amministrazione e tanti posti di lavoro da gestire.
Avete detto che avreste attuato politiche liberali ed avete sottratto alle regole del mercato il settore dell'autotrasporto su gomma con metodi da Paese di socialismo reale, imponendo una tariffa fissata dallo Stato che supera i patti liberamente stipulati tra le parti.
Avete detto che avreste fatto politiche liberali, ma avete regalato alle concessionarie autostradali meccanismi automatici di adeguamento delle tariffe che ancora una volta saranno i cittadini a pagare.
La vostra politica, contraria alla concorrenza tra banche, fornitori, servizi pubblici locali e autotrasportatori, favorirà le rendite, a danno dei cittadini e dei consumatori. In conclusione, avete detto agli elettori che avreste combattuto gli sprechi della politica eliminando le province e poi siete tornati indietro rispetto alle vostre posizioni in ordine alle province e alle città metropolitane, ma non avete neppure la forza di sopprimere le comunità montane. Noi vi avevamo proposto la riduzione delle circoscrizioni e l'obbligo della gestione associata dei servizi generali nei piccoli comuni, ma voi avete preferito togliere i soldi alle forze dell'ordine. Come si vede, poche luci e tante ombre.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ANTONIO BORGHESI. Per questo Italia dei Valori non potrà votare a favore della fiducia al Governo sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

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