Intervista al Senatore Luigi Ramponi
Presidente di un Centro Studi Difesa e Sicurezza
Membro della 4° Commissione permanente Difesa
Il “Premio “Informazione Difesa e Sicurezza Nazionale, come è nato, perché ed in cosa consiste?
Il premio è nato dal desiderio mio di fare ogni sforzo per diffondere l’idea, il pensiero, la concezione, la conoscenza della problematica della Difesa e della Sicurezza. In aggiunta a tutte le altre attività, Premio Bravo, una serie infinita di convegni, articoli, interviste, mi è venuto in mente di indire questo premio che vuole sensibilizzare gli italiani verso queste tematiche. Attraverso il premio, credo di sollecitare anche l’impegno di giornalisti della stampa, della televisione ed anche scrittori a trattare argomenti che riguardano la difesa.
Come ha organizzato, chi parteciperà alle aggiudicazioni?
Ho pensato di raccogliere intorno a me una quindicina di persone di grande esperienza per giudicare le opere. Esperti, opinionisti di problemi della difesa e della sicurezza, ex Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate, Ambasciate, oppure autorità delle forze dell’ordine e giornalisti i quali appunto costituiscono un team di sicuro affidamento. Ho diviso il premio in quattro considerazioni: 1) il premio per coloro che scrivono sulla carta stampata; 2) per coloro che scrivono su periodici; 3) per la radio e per la televisione ed infine 4) per i libri. Per ogni categoria sono previsti un primo, un secondo, un terzo premio con un ammontare decoroso di tremila, duemila e mille euro ciascuno. Ho assicurato la disponibilità di questo denaro, ho messo a punto uno Statuto ed un regolamento, ho sensibilizzato tutte le case editrici di libri, giornali, riviste impegnandomi in un lavoro non indifferente ma grazie ad Internet è stato abbastanza agevole riuscendo ad inviare questo messaggio, questo bando in maniera capillare. Il premio è annuale, gli elaborati devono essere inviati per l’anno precedente entro il gennaio dell’anno successivo. Le Commissioni cominciano a lavorare da febbraio in poi e verso l’autunno avremo la cerimonia di assegnazione dei premi. I criteri di scelta si riferiscono alla validità del pezzo, in genere alla sua efficacia per la diffusione di problematiche relative alla difesa, di sensibilizzazione della società, di verità, di non scandalismo, di non ricerca di notizie piccanti, insomma opere serie, produttive ed efficaci.
Lei è un operatore della Sicurezza ai massimi livelli militari e civili ritiene che per assicurarla si debbano impiegare necessariamente norme severe? E’ valido il principio: più leggi severe, più sicurezza?
Devo dire che sia le leggi, sia l’atteggiamento delle forze dell’ordine non arrogante ma deciso sono due componenti molto importanti per garantire la sicurezza ma naturalmente le componenti per realizzare un sistema di sicurezza solido non sono episodicamente ora la legge, ora il tale provvedimento restrittivo, sono cinque le componenti: La parte legislativa cioè la messa a punto di leggi severe, la applicazione rigorosa di queste leggi da parte della Magistratura, il controllo del rispetto di queste leggi da parte della polizia, l’efficacia del sistema carcerario. Spesso, ci riempiamo la bocca evocando pene più severe e poi non c’è posto nelle carceri. L’Italia ha un settimo delle possibilità di carcerazione nei confronti degli Stati Uniti in proporzione alla popolazione, gli americani hanno sette volte di più capacità di ospitare i condannati nelle loro carceri. La Francia ha il doppio della capacità nostra. Quindi, da una parte elaboriamo leggi severe, dall’altra abbiamo la Magistratura che le applica, le forze dell’ordine che svolgono attività di polizia giudiziaria, alla fine di tutto questo lavoro, mancano le sedi carcerarie e ricorriamo ai condoni. E’ tutto un complesso di cose che va rispettato nel contesto del quinto aspetto, lo spessore etico e morale della società. Perché se la società è stata viziata attraverso la tolleranza, attraverso un atteggiamento permissivo e lassista attraverso l’anatema nei confronti dell’ordine, è una società che è talmente corrotta nel suo interno che finisce per non creare un ambiente di sicurezza. Oggi siamo arrivati in fondo al baratro e dobbiamo recuperare prima di tutto sul piano etico.
L’ordine è invocato da tutti, eppure qualche anno addietro era una parola di destra.
Oggi sente parlare, sente citare parole ed espressioni che per quaranta anni sono state messe all’indice. Oggi infatti lei sente parlare di ordine quando prima chi parlava di ordine era necessariamente un fascista. Oggi lei sente parlare dai vari sindaci di tolleranza zero, prima si usava dire tolleranza massima. Naturalmente così facendo si è inciso sul substrato psicologico, etico e morale della gente e siamo in una situazione molto, molto difficile.
Avesse avuto la possibilità di redigerlo personalmente, cosa avrebbe aggiunto e cosa eliminato dal piano sicurezza elaborato dal governo?
Non è che ci sia nulla da aggiungere né da eliminare. C’è soltanto la necessità di non considerarlo come il rimedio per tutto.
Oggi (21 luglio) il senatore Maurizio Gasparri ha detto nei riguardi della Magistratura che: “La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani”. Alleanza Nazionale non è stata sempre per la Magistratura?
Guardi, qui come al solito si fa una grande confusione. Il Senatore Gasparri ha usato inopportunamente ed impropriamente la parola “cloaca”. Per tutto il resto ha detto la verità.
Conoscendo la sua storia personale, è facile immaginare che lei soffra la convivenza con Bossi il quale oggi ha inveito con un gestaccio contro l’inno nazionale italiano. Ogni pazienza ha un limite?
Si, ogni pazienza ha un limite eccetto che in politica, dove si mandano giù con una grande disinvoltura i peggiori rospi per ragioni utilitaristiche. Nel caso di Bossi, mi è sembrato di vedere il dito indice e non il medio e poi la solita inesattezza nella quale è caduto anche lei come Bossi, l’Inno di Mameli non dice che l’Italia è schiava di Roma: fratelli d’Italia l’Italia s’è desta; dell’elmo di Scipio si è cinta la testa, dov’è la vittoria le porga la chioma che schiava di Roma Iddio la creò. E’ la vittoria che è schiava di Roma, non l’Italia. Magari Bossi sa cantare solo l’inno dei Lombardi alla prima crociata oppure Va Pensiero che poi si riferisce all’Egitto tra l’altro ma non all’Italia. Bossi ha sbagliato. Purtroppo non è la prima volta che assume atteggiamenti, a mio parere, sbagliati e assolutamente non condivisibili.
Data la sua proverbiale sincerità, cosa non le aggrada del Premier Berlusconi, quali i suoi difetti più marcati?
Dunque guardi, per la prima ed in parte anche per seconda legislatura in cui è stato capo del governo, il suo difetto più marcato consisteva in un complesso di inferiorità nei confronti dei politici di mestiere. Adesso ha molto molto mitigato questo suo complesso. Infatti lei si accorgerà che alcune dichiarazioni di Berlusconi oggi sono nette rispetto a certi atteggiamenti precedenti. Lo Stato è una azienda, non è una azienda che si propone il profitto ma è una azienda che si propone il bene della società in termini di servizi e di sostegni impiegando le risorse che dalla società si prendono. Un elemento equilibratore, di assistenza, di carità ed un elemento di sviluppo. L'azione di consenso va impostata e gestita come si gestisce un’azienda. Allora mi dà fastidio che lui che è uomo molto capace nel gestire un’azienda si senta condizionato invece dai politici italiani chiacchieroni, irresponsabili e poco seri. Vuole un esempio della irresponsabilità della classe politica italiana? Sino a quando noi non ci siamo avvicinati a Mastricht sino a quando non siamo stati presi in considerazione per entrare in Europa, noi, i nostri politici, del bilancio dello Stato, del debito e del deficit, cioè elementi fondamentali per una azienda, ma anche per lo Stato, non se ne preoccupavano più di tanto. Allora abbiamo imparato che bisognava stare sotto al tre per cento del deficit, che era allora a due cifre, e bisognava ridurre il debito perché ce lo imponevano gli altri. Questo dimostra che abbiamo una classe politica che è assolutamente impreparata per condurre il governo del paese. In precedenza, in Italia si faceva a gara per aumentare le spese, per inserire nelle finanziarie altre spese con il consenso del governo per cui si arrivava a dei deficit del 10%. Ciò significava quindi esplosione del debito che a sua volta comporta spesa per interessi, gli interessi fanno perdere molte delle risorse, e si avvia, così, un processo deleterio. Lo stop a tutto questo è stato dato perché siamo andati a Mastricht altrimenti oggi avremmo deficit pazzeschi, la bancarotta più assoluta. Questo può voler dire una sola cosa, che la classe politica è una classe di irresponsabili. Se lei mi prende un Ente, una scuola, un giornale che spende il 10% in più di quello che incassa, vuol dire che chi lo gestisce è un incapace.
Il partito unico la convince?
Il partito unico mi convince. Penso sia ormai una necessità ed una opportunità. Ritengo che il partito unico nelle democrazie, salvo forse qualche eccezione, sia oggi indotto da un processo naturale di evoluzione. Detto questo, con umano e comprensibile dispiacere ho visto la sostanziale chiusura di Alleanza Nazionale, della quale sono stato uno dei fondatori. D’altra parte una volta imboccata la strada del partito unico non si poteva fare altrimenti.