La politica con le sue inarrestabili polemiche da un lato. L’economia con i suoi annosi problemi dall’altro. Neanche questa settimana è passata sotto il segno della distensione. La manifestazione dei girotondini di Piazza Navona, poi, non ha certo contribuito a calmare le acque. Troppi gli insulti verso le istituzioni, che la maggior parte dell’opinione pubblica non ha esitato a definire eccessivi e che ha portato alla scissione definitiva tra l’Italia dei Valori di Di Pietro e il Pd di Veltroni. Tanto che diversi commentatori hanno sottolineato l’esistenza in Parlamento di tre opposizioni: quella che cavalca l’onda dell’antipolitica di Di Pietro, quella ancora in cerca di identità di Veltroni e, infine, quella di Casini.
In un contesto politico dove all’ordine del giorno rimangono ancora le questioni del «lodo Alfano» e della norma «blocca-processi», anche la Lega vive i suoi momenti di tensione, in attesa che le agognate riforme, una su tutte il federalismo fiscale, diventino realtà.
Intanto in settimana si è tenuto a Hokkaido, in Giappone, il vertice dei G8. I big della Terra si sono riuniti per discutere sui grandi temi che interessano il pianeta. E non sono mancate le polemiche sull’inefficacia e l’anacronismo di tale incontro. Ma “i lamenti sull’inutilità, o addirittura il fallimento, del G8 sono figli di attese malriposte e di un’errata valutazione sullo stato di salute del mondo”, nota Enrico Cisnetto. La verità è che ci troviamo in una fase di profonda transizione, dove gli aspetti positivi superano di gran lunga quelli negativi. Tuttavia, per affrontare il problema della crescita è necessario disporre di nuovi strumenti politici. “Per questo misuriamo l’impotenza degli “otto”: è l’inadeguatezza delle sovrastrutture politiche rispetto all’economia, non il fallimento di quest’ultima”.
Davide Giacalone, invece, si chiede: “Come si fa a governare, con strumenti nazionali, economie il cui aspetto finanziario è mondiale? Come si fa a tenere in equilibrio, anche ambientale, un mondo in cui le ragioni della forza militare e della divisione in blocchi non possono più fermare lo sviluppo di nuovi ed enormi protagonisti?”.
Altro motivo di preoccupazione per gli analisti economici è lo smisurato aumento del prezzo del greggio. Elio Di Caprio affronta il tema della globalizzazione contrapponendo il punto di vista di Tremonti a quello di Giavazzi. “Tremonti teme la globalizzazione e lancia fumo negli occhi con la “robin hood tax” a carico di petrolieri, banchieri e assicuratori”. Mentre “Giavazzi difende la globalizzazione come ammortizzatore delle nostre crescenti difficoltà”. Ma, si chiede Di Caprio, quando passeremo dai discorsi accademici alla presa di coscienza della realtà? (Terza Repubblica)