Ambientalisti all’azione è partita la resistenza dei comitati del NO

di Roberto De Giorgi

Di fronte al caro petrolio e per la pace

In 1400 comprano la terra del cantiere No Tav. I comitati dicono: “ora come faranno a espropriarci tutti?” E nel 2009 ci sarà un partito. Tra gli acquirenti c’è anche un magistrato del Csm. Una bella grana per Matteoli. O forse no.
All’appello del comitato No Tav hanno risposto in tanti. Tutti possessori di una striscia di terreno per una somma di 15 euro fino a comporre un fondo di 2.349 metri quadrati. Quindi ciascuno dei 1.400 nuovi proprietari ha il diritto di essere presente sul suo terreno il giorno dell´esproprio per l´avvio dei lavori. E naturalmente ha anche il diritto di portare anche altri rappresentanti delegati. Io non so come dovranno fare di fronte a migliaia di proprietari sdraiati sul prato. Perchè il diritto alla proprietà è un diritto costituzionale, ma anche assai caro a questa compagine governativa. E se qualcuno dei proprietari avesse rate di mutuo non pagato, ci potrebbe anche essere un ipoteca e come si fa ad espropriare un terreno con ipoteca?.

Sul sito i No Tav si dicono consapevoli che acquistare in comproprietà dei terreni non potrà bloccare la Torino-Lione, ma aggiungono che “ci sono altre possibilità concrete per complicare la vita all’avversario e la fantasia non manca.” “Eravamo contrari all’opera nel 2005 per dei solidi motivi scientifici, economici, ambientali e trasportistici; non essendo cambiato alcuno dei fattori che ci facevano dire no all’opera in quegli anni – sostengono – continuiamo a dirlo anche oggi”.

Poi, un riferimento alla recente alluvione che ha piegato il Piemonte e la Val D’Aosta: “Le recenti piogge hanno dimostrato fin troppo bene la fragilità del nostro territorio e nel contempo hanno indicato molto bene quali sono le priorità di spesa per la salvaguardia della nostra terra. Solo chi è in mala fede o spudoratamente interessato al saccheggio delle risorse pubbliche può dire che la Torino-Lyon è un’opera prioritaria e strategica”. Insomma una bella grana di un popolo resistente.

Intanto rinnova appello Medicina Democratica di Alessandria a tutti comitati/associazioni/singoli di partecipare alle raccolte di firme, lanciate dal No Dal Molin per sabato 21 giugno, per la pace, contro la base militare di Vicenza. Si tratta di preparare banchetti davanti alle Coop per dissuadere le cooperative dalla costruzione della base.

Questo è il momento, l’agire incombe, soprattutto di fronte le emergenze. Diaffti sono già 44 le città che si stanno organizzando con programmi di riduzione dei consumi e utilizzo di fonti rinnovabili per far fronte alla fine del petrolio prossima ventura in modo creativo e non traumatico. A Findhorn c’è stata una conferenza internazionale per fare il punto della situazione. Ne dà notizia la rivista Terra Nuova, nel numero di giugno e andate a leggerla. Ogni tanto una buona nuova [fa bene all’anima. (www.agoramagazine.it)

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