Confermati dal Governo i tagli ai capitoli degli italiani all’estero

Il no dei Deputati del PD e IDV in Commissione affari esteri della Camera non è bastato a fermare il parere positivo che arriva dalla III Commissione sulla conversione del decreto ICI.
Le criticità sollevate nella discussione avvenuta in Commissione hanno portato unicamente al possibile recupero – peraltro internamente al bilancio degli Esteri e quindi suscettibile di ulteriori tagli ai capitoli per le comunità italiane nel mondo – per le iniziative legate alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ed all’Accademia delle Scienze del Terzo mondo.
E sulla mancata estensione dell’esonero dall’ICI per gli italiani all’estero assistiamo al classico scarica-barile con un semplice passaggio di responsabilità al dicastero interessato: economia e finanze. Francamente il nostro no era necessario. Non sono possibili, sui tagli, aperture di credito da parte dell’opposizione. Per due ragioni. Il provvedimento sull’ICI, nella sua interezza, non contribuisce certamente a ridurre il divario tra le classi sociali e di reddito ed alimenta una percezione antifederalista di tipo fiscale, quando l’elemento forte del federalismo deve partire proprio dalla territorialità dell’imposizione fiscale e dalla sua rispondenza ai bisogni del cittadino in termini di servizi. Il provvedimento esclude dall’esonero ICI, in maniera fortemente discriminatoria, i cittadini italiani residenti all’estero, facendo pagare a questi – in termini di servizi, personale dei consolati, finanziamento a progetti di assistenza sociale o di promozione culturale e linguistica – un prezzo molto alto, pari a circa 20milioni di euro. Tutto ciò senza aver predisposto un vero piano di razionalizzazione, senza aver fissato delle priorità e, soprattutto, in assenza di un vero piano di riforme. A poco servono le dichiarazioni-appello affinché in vista della prossima finanziaria vi possa essere un’azione di recupero. Anzi, si tratta di un segnale che accresce le nostre preoccupazioni. Credo che il Governo, nel tentativo di dare risposte senza avere gli strumenti analitici per farlo, abbia sostanzialmente confermato che i tagli sono il risultato di una scelta premeditata che colpisce pesantemente le comunità italiane nel mondo. E ciò è avvenuto con il pieno sostegno dei deputati di maggioranza, anche quelli eletti all’estero.

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