Contro il caro gasolio

Oggetto: il senatore Giuseppe Caforio e l’on Pierfelice Zazzera solidarizzano con i pescatori pugliesi in agitazione e annunciano impegno parlamentare.

Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo coordinatore provinciale dell’Italia dei valori di Lecce nella persona del dott. Francesco D’Agata, svoltasi nella nuova sede di viale Lo Rè n. 22 del capoluogo salentino, i parlamentari Caforio e Zazzera hanno esternato la propria solidarietà ai lavoratori ed armatori del comparto ittico della Puglia, ormai sul piede di guerra contro il caro gasolio che sta mettendo in ginocchio il settore.

I parlamentari oltre ad esprimere grande sconcerto per quanto sta avvenendo si sono impegnati a farsi portavoce di istanze che portino alla focalizzazione della grave crisi in atto e quindi lavorare affinché quanto prima, vengano attivati provvedimenti di natura fiscale, mirati ad abbattere i costi dei carburanti e quindi far si che a questo settore ormai paralizzato dal caro gasolio arrivi una boccata di ossigeno.

“Lo stato di tensione, che si sta allargando a macchia d’olio, anche a livello europeo, ci preoccupa molto – dichiarano – e non si può più rimandare il grave problema dell’incidenza delle innumerevoli tasse governative sul costo dei carburanti alla pompa, di fronte ad un impennata del prezzo del petrolio, sarebbe ora di pensare al congelamento delle accise (*) o di un taglio dell'Iva sui carburanti con conseguente allineamento dei costi del gasolio alla media europea. Come tutti sanno l’Italia è la nazione dove benzina e gasolio sono i più cari di qualsiasi altro paese dell’U.E.”

(*) Le accise sono state utilizzate spesso per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie. Purtroppo, una volta decise non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto lo scopo. Così ritroviamo la prima accise sulla benzina di 1,90 lire nel 1935 per finanziare la guerra di Abissinia, quella di 14 liri per la crisi di Suez nel 1956, quella di 10 lire per il disastro del Vajont nel 1963, le 10 lire per far fronte all'alluvione di Firenze nel 1966, le 10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968, le 99 lire per il terremoto del Friuli nel 1976, le 75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980, le 205 lire per la missione in Libano, le 22 lire per la missione in Bosnia nel 1996. La penultima accise la ritroviamo soltanto nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti. L'ultima accise, decisa nel febbraio 2005, servirà per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico. Tutti questi eventi o accadimenti hanno determinato un aumento delle accise sulla benzina (fonte LaRepubblica-Intesa Consumatori 19/02/2005). Ancora oggi nel fare benzina ben 0,25 euro sono pagate per questi motivi. Ovviamente le finalità di spesa sono del tutto cambiate rispetto a quelle originarie ma le imposte (accise) non sembrano essere state mai tolte.

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