Le critiche dell'Anm al reato di immigrazione clandestina sono fondate poichè si basano su fatti concreti e non riguardano solo la magistratura. I problemi nascono infatti ancora prima di arrivare alla magistratura. Ci sono obblighi, come l'arresto in flagranza, che creano problemi alle forze di polizia che non hanno mezzi e uomini per intervenire in maniera adeguata su tutto il territorio nazionale. I problemi si creano nelle carceri che non sono in grado di sostenere un urto numerico di questo genere. E, alla fine della catena, i problemi si creano alla magistratura che non è in grado, con le strutture gli uomini e i mezzi che ha, di effettuare i processi richiesti dalle norme.
Siamo evidentemente di fronte a una norma manifesto, ancora sulla spinta della campagna elettorale, ma che in concreto non darà alcun risultato.
A dimostrare ciò vi è anche l'ultima trovata sulla prostituzione. C'è una sorta di correre a chi la spara più grossa perchè si può giustifiacare altrimenti quella proposta. Si vogliono infatti colpire le donne che sono vittime di una situazione di oppressione. E' una specie di strabismo politico-legislativo quando invece per intervenire esistono strade già segnate da decenni e portate avanti da molti comuni, associazioni di volontariato e dalla Chiesa cattolica. E' la strada del recupero volta a tutelare le parti deboli, colpendo chi tratta e sfrutta questi esseri umani.