Rifiuti, governo forte, programma debole.

di Roberto De Giorgi

Il consiglio dei ministri vara il piano per l’emergenza rifiuti. Ma, al di là dei toni, la fermezza si ferma solo sulle proteste delle popolazioni, ma in sè non ha un respiro progettuale, la solita noia di discariche ed inceneritori.
Ho la mano pigra, oggi. Il Governo a Napoli, vara il piano emergenza rifiuti con il plauso di Ermete Realacci. Non mi interessa l’inciucio sui termovalorizzatori. Non è l’ambientalismo che viene cacciato fuori dalle piazze pavendando il carcere, è l’Italia che perde. Siamo nel Cile di Pinochet.

Ma ho la mano pigra e non mi va di fare polemica. Se le misure del Governo abbiano o meno un risultato usando la polizia o l’esercito, saranno i prossimi giorni a dimostrarlo. Se c’è una cosa che la rete consente è l’archiviazione dei dati. Se una cosa l’abbiamo scritta, c’è, andate a rileggerla. Bertolaso fu dimesso per incapacità gestionale, perchè aveva toppato. Ora l’Ermete, ministro nell’ombra, dice che fu un errore. Vedremo. Fate pure, avanti!

Ma c’è una cosa che mi sento di dire ed è che come al solito, sia pure spinti dalle emergenze, il toro non si prende dalle corna, ma dalla coda. Perchè se c’è una cosa che da almeno undici anni è chiara, non solo a noi, ma soprattutto all’europa intera, è che non bisogna pensare subito allo smaltimento, ma alla produzione del rifiuto. Capire cosa è, da dove viene, e cominciare un piano che da questa parte si muove per arrivare a completare il ciclo. Buttare in discarica o bruciare lo puo’ pensare pure un bambino. Insomma una soluzione sempliciotta e dannosa.

Dieci discariche e quattro inceneritori sono una ricetta che vale per il presente, ma non ha futuro. Perchè c’è una errata conoscenza del rifiuto, della evoluzione della tecnologia di recupero dalla materia che farà i conti, domani o domani l’altro, con questi misfatti ambientali e mausolei che in mezza europa sono spenti. E l’italietta del cavaliere costruita su misura sulle sue capacità gestionali e delle industrie metalmeccaniche che non sanno cosa fare dell’acciaio in esubero.

Un ultima cosa. Dovrei appaludire sulla raccolta differenziata da insegnare a scuola. Come docente dovrei essere contento. Ma poi mi rendo conto che nelle scuole si parla di questo tema da secoli. Sono gli adulti che devono essere educati come nel progetto di Taranto

Bene andate avanti. Io sono pigro e mi fermo qui.(www.agoramagazine.it)

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