Oltre 30mila persone, il 25 maggio scorso, al Marconi Club di Sydney – uno dei più grandi e più importanti centri di aggregazione sociale d’Australia – per la celebrazione dell’Anniversario della Repubblica italiana e per il 50esimo compleanno del Club.
Presenti, oltre al Console Generale d’Italia, Benedetto Latteri, l’On. John Murphy, l’On. Joe Tripodi, il Sen. Concetta Fierravanti-Wells e l’On. Marco Fedi. Ecco il testo dell’intervento di saluto dell’On. Marco Fedi.
“Care amiche, cari amici, oggi celebriamo la Repubblica Italiana, il Commonwealth of Australia, ed il Marconi Club,
inizio con questo solenne richiamo a chi siamo, a dove viviamo ed a ciò che amiamo.
Celebriamo oggi momenti importanti della nostra storia e del nostro passato, ma anche le tante attese per il futuro. Sessanta anni di Costituzione italiana: un atto politico di grande rilevanza che ha fissato non solo regole della convivenza civile ma ha segnato i grandi temi della nostra democrazia. La libertà, il lavoro, il rispetto degli altri, la tutela dei più deboli, la solidarietà ed il rifiuto della guerra: elementi centrali alla Costituzione della Repubblica italiana. Una Costituzione che ha segnato il nostro percorso di uomini e donne – liberi dal fascismo e dall’oppressione, grazie al sacrificio della Resistenza, avviati, in quei giorni, verso la costruzione di un’Italia repubblicana e democratica – e che, ancora oggi, segna il nostro tempo: il tempo delle riforme e del cambiamento.
Celebriamo l’anniversario della Repubblica italiana. Un paese preoccupato ma mai rassegnato, in cerca di soluzioni a problemi complessi, come l’immigrazione, la sicurezza, le sfide della nuova economia. Questa Italia rischia di perdersi nelle paure: dei diversi, dei bisogni insoddisfatti, della mancanza di certezze – non solo nella vita professionale ma anche in quella famigliare e nella propria esistenza. I governi hanno un compito – primario – far superare le paure!
Con le riforme, quelle serie e giuste che tutti comprendiamo come necessarie, senza far prevalere la violenza, il razzismo, la xenofobia, le appartenenze, gli egoismi individuali e corporativi. La bella politica ci chiede tutto ciò. Non basta il dialogo tra maggioranza ed opposizione in Parlamento e nelle istituzioni. Occorre un dialogo nel paese.
Celebriamo anche sessanta anni di storia dei diritti umani. Il 10 dicembre del 1948 un australiano – l’allora Ministro degli esteri, Evatt, in qualità di presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, proclamò l’adozione ufficiale della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, “Un passo avanti nel grande processo di evoluzione”, la definì Evatt. Ed aveva ragione: senza quella Dichiarazione oggi non sapremmo chi siamo e dove siamo come genere umano. Saremmo tristemente persi nel mare della storia, senza fari in nostro soccorso, senza speranza, con un’umanità in movimento – i migranti, i rifugiati, i cercatori di fortuna – in balia della sorte, con tanti paesi in cerca di emancipazione, sviluppo e crescita, con tante persone in cerca di soddisfazione di bisogni primari – acqua, cibo, medicinali – con tante persone in cerca di un modo nuovo per affermare la propria cittadinanza: il diritto al lavoro, alla casa, ai servizi sociali, alla salute, alla famiglia, alla parità di trattamento ed alle pari opportunità.
Ed il vostro Club e questa bella, grande comunità di persone impegnate, che saluto, ed a cui va il mio personale ringraziamento per il vostro generoso sostegno, per l’invito rivoltomi oggi.
Avete costruito la vostra identità in questo luogo di partecipazione sociale, di sport, di amicizia. Ed è questo il più bel successo di una comunità. Auguri e buon compleanno al Marconi Club, a tutto il vostro comitato ed a tutti voi.