Bulli e pupe al governo dei paese

di Renato Scattarella

Carfagna, Brambilla & Co., tra Montecitorio e Palazzo Chigi si amplia l’harem berlusconiano con buona pace dei cittadini italiani a cui non è stato chiesto il voto di preferenza

Governo degli uomini del presidente si è detto, ma anche delle donne, e che donne! Note più per lo stacco di coscia che per il curriculum politico, le donne di Berlusconi stanno facendo impazzire i maschietti anzianotti della Camera, belle, giovani e un po’stupidine, sono l’antitesi perfetta a quelle vecchie racchie e un po’ troppo secchione della Bindi, della Turco e della Pollastrini.
Questa si che è una risposta all’antipolitica, in aggiunta ai vecchi volponi della Casta ci ritroviamo pure le giovani arrampicatrici sociali, che con la complicità del “porcellum”, senza essersi sottoposte al giudizio dell’elettorato, sono state imposte dal leader indiscusso e indiscutibile.

Notoriamente sensibile al fascino femminile, Berlusconi ha imposto dunque uno stuolo di belle figliuole nelle liste elettorali e il risultato è sotto gli occhi di tutti, le dolci e graziose presenze sfilano tra ministeri, sottosegretariati, commissioni e scranni parlamentari.

In fondo le donne del centro sinistra masticano troppo di politica, sono cresciute nelle sezioni, hanno fatto la gavetta, roba vecchia che non va più bene nell’era mediatica che ci ha portato al Berlusconi IV. Quindi fuori vecchie professioniste del costituzionalismo come la Lanzillotta e dentro soubrette e veline.

Il giorno della fiducia tra i banchi del governo ho visto la Brambilla con Brunetta, Carfagna vicino a Tremonti, sembrava di stare alla “Pupa e Secchione”, mancavano solo Sgarbi e la Mussolini, anzi non è detto che alla fine rientrino nel progetto.

Nel giorno più importante, quello in cui si insedia il governo, le telecamere di montecitorio hanno ripreso il giocoso premier mentre inviava un messaggio a due tra le sue più belle parlamentari: «Gabri, Nunzia, state molto bene insieme! Grazie per restare qui, ma non è necessario. Se avete qualche invito galante per colazione andate pure, vi autorizzo io» sarebbe stato scritto su un foglietto di carta dalla lesta mano presidenziale.

Solerti le giovani fanciulle del cavaliere hanno risposto così: «Caro…(dolce presidente?) gli inviti galanti li accettiamo solo da lei. E poi per noi è un piacere essere qui». Le due giovani e belle Gabry e Nunzia, che starebbero facendo un piacere alla collettività standosene comodamente sedute in parlamento sono Gabriella Giammanco, ex giornalista del Tg4 e Nunzia De Girolamo, neo-deputata di 32 anni, soprannominata la Carfagna del Sannio.

Qualcuno potrà dire che non c’è nulla di male, che sono effusioni innocenti per nulla lesive dell’immagine delle nostre istituzioni, che in fondo il cavaliere è fatto così, lui può permettersi di fare ciò che vuole. Chissà quanti italiani vorrebbero in fondo essere al suo posto, lui che è ricco potente e contorniato sempre da bellissime donne.

Peccato che questa sia solo l’ultima delle tante dimostrazioni del nichilismo imperante nella nuova cultura populista che oggi è tollerata grazie a Berlusconi. Dall’invito alle giovani precarie a sposarsi un milionario, alle esternazioni di Dell’Utri sull’eroismo di Mangano, c’è un filo conduttore evidente e cioè quello della forza dell’“antietica”che legittima qualsiasi cosa faccia o dica il più forte, a maggior ragione se è in grado di influenzare e controllare l’informazione.

Donne orizzontali e soldo facile, questa è la nuova cultura dominante che caratterizza il ceto politico, con buona pace dei giornalisti che non intendono sottolineare certe grossolane cadute di stile di certi nostri politici, che sono anni luce lontani dallo spirito che animava i padri costituenti.. Così facendo l’elettore diventato sempre più un consumatore perde qualsiasi senso civico e tutto si confonde tanto che digeriamo qualsiasi cosa e non ci indignamo più di nulla.

A me sinceramente sapere che a far finta di lavorare in parlamento ci sia gente che non ha nessuna competenza ed è stata scelta solo perché sollazza le tristi giornate di lavoro del presidente, non fa un gran piacere, da cittadino certe scelte mi offendono, perchè spererei che merito e competenza siano i principi sui quali si fonda qualsiasi scelta professionale, dalla piccola alla grande azienda, dalle istituzioni comunali fino alla responsabilità di governo.

Anche questa è Casta, è privilegio, è clientelismo, ma qui non si indigna più nessuno e quindi da buon cronista ritorno a commentare divertito le “bagattelle” berlusconiane di inizio legislatura, aggiungendo un tocco di gossip alla triste e grigia attività legislativa del Parlamento, non vorrei sembrare un noioso sostenitore della linea Travaglio, meglio buttarla sul ridere!(www.agoràmagazine.it)

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