ASSOCIAZIONE CULTURALE FORENSE ROMANA

Cari Colleghi,
nell'ambito della presentazione delle attività dell'Associazione, permettetemi di segnalarVi con particolare calore il seguente evento, che ritengo di significativa importanza culturale, per la specialità della materia e delle 'argomentazioni' trattate.
Il giorno 24 Maggio a Roma alle ore 20, presso la Basilica di San Lorenzo in Lucina, (Piazza San Lorenzo in Lucina), organizzato con il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, si terrà un concerto per flauto e clavicembalo dedicato ai musicisti della Corte di Federico II di Prussia. Saranno interpreti dell'evento i Mestri Paola Pisa al clavicembalo e Gian-Luca Petrucci al flauto.
In allegato si può trovare il programma dettagliato e la nota storica redatta dallo stesso M° Petruccci.
L'ingresso è libero.
Con i migliori saluti,
Fioravante Carletti

Note biografiche

Gian-Luca Petrucci, ha studiato sotto la guida del padre conseguendo il diploma con il massimo dei voti e la menzione speciale. Ha effettuato oltre 650 concerti svolgendo tournèes in Europa, Stati Uniti, America del Sud, India, Asia ed Africa del Nord. Primo flauto solista dell'Orchestra da camera dell'Angelicum di Milano ha ricoperto lo stesso ruolo anche presso l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, del Teatro Regio di Parma e della Rai di Roma. Ha inciso 20 C.D. e registrato recitals solistici per le maggiori emittenti radio-televisive del mondo. Ha effettuato numerose “prime esecuzioni” di opere di autori del Settecento, dell'Ottocento e contemporanei e curato 230 pubblicazioni fra ristampe di opere rare del Settecento, dell'Ottocento e trascrizioni di importanti composizioni di J.S.Bach, N. Paganini, J. Brahms, S. Prokofiev. Come saggista ha pubblicato 80 studi storici e 19 monografie, fra cui quelle dedicate a Saverio Mercadante, Leonardo De Lorenzo, Severino Gazzelloni, Giuseppe Brugnoli, Wolfgang Amadeus Mozart, tradotte anche in inglese, francese e tedesco. Suona su uno strumento costruito dal leggendario Johannes Hammig ed è titolare di una cattedra di flauto presso il Conservatorio Santa Cecilia in Roma.

Paola Pisa ha studiato e si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di Ferrara. Compiuti studi musicologici a livello universitario si è poi perfezionata in clavicembalo. Ha vinto il concorso nazionale per Maestro collaboratore presso il Teatro Comunale di Bologna ed ha svolto una intensa attività concertistica in Europa, Asia e negli Stati Uniti d'America tenendo anche seminari e stages in diverse Università americane. Ha curato e pubblicato saggi, revisioni e riduzioni pianistiche per le case editrici Zanibon-Ricordi, Curci, L.I.M., Lemoine, Zimmermann e Billaudot. Accompagnatrice ufficiale ai corsi di San Marino con Renata Tebaldi ha collaborato anche con celebri flautisti come Andràs Adorjàn, Susan Milan, Alain Marion, Maxence Larrieu, Denis Lupachev, Janos Balint, Wolfgang Schulz, Andreas Blau, Jean-Claude Gerard, Davide Formisano, Andrea Griminelli.
E' docente presso il Conservatorio Santa Cecilia in Roma.

Musica alla corte di Federico II di Prussia detto il Grande

di Gian-Luca Petrucci

Federico II di Prussia detto il Grande (1712-1786), fu iniziato apprendista massone ad Amburgo, nella Loggia “Absalon”, il 14 Agosto del 1738, due anni prima di divenire re. Da allora in avanti, fu un grande sostenitore dell’ideale massonico al punto che nel 1786, anno della sua morte, la prima codificazione complessiva del rito venne denominata “Costituzione di Federico il Grande”. Egli visse a cavallo di un’epoca in cui l’inarrestabile declino del potere assolutistico dei “Re” si opponeva all’avvento della “Ragione”, e attraverso non pochi travagli giunse a comprendere e a far sua l’irreversibilità delle trasformazioni sociali e politiche a cui assisteva fino a scrivere nel 1777, riflettendo sui doveri di chi governa: “Se consideriamo l’origine della società, è evidente che il sovrano non ha alcun diritto sul modo di pensare dei cittadini. Sarebbe insensato credere che gli uomini un giorno abbiano detto ad uno uguale a loro: noi ti eleviamo sopra di noi perché vogliamo essere schiavi e ti diamo i poteri di conformare i nostri pensieri alla tua volontà. Al contrario essi hanno detto: noi abbiamo bisogno di te, affinché siano rispettate le leggi a cui vogliamo obbedire e affinché noi si possa essere saggiamente guidati; per il resto chiediamo a te di rispettare le nostre libertà”. Federico aveva compreso come ogni fenomeno evolutivo, di carattere sociale, fosse frutto d’uno scambio fra le diverse classi sociali che si rendesse garante di tutti i parametri preesistenti, così come ogni reale arricchimento culturale potesse avvenire solo proporzionalmente al grado di interdipendenza fra le arti. Per i monarchi assolutisti, suoi contemporanei, ciò era inammissibile sia come linea politica che come schema di condotta per una corte europea. Nasce così l’idea, nel 1744, di realizzare una dépendance del palazzo reale di Potsdam dove riunire senza pensieri, appunto Sans-Souci, i più celebri artisti dell’epoca in un clima essenzialmente diverso, sia negli intenti e modalità, che nelle finalità, dalle lussuose quanto, secondo Federico, fatue corti di Spagna, Austria, Francia, Inghilterra. Egli realizza un diverso scambio sia col suo popolo che con gli uomini di cui ama circondarsi, rivoluzionando il rapporto principe mecenate–artista di corte attraverso la propria disponibilità al colloquio e alla discussione costruttiva. Dalle dispute letterarie con Voltaire, alle lotte internazionali per assicurarsi le danze della Campanini di Parma, alla visita di Johann Sebastian Bach – durante la quale lo stesso Federico suggerì un tema su cui improvvisare che fu alla radice tematica della “Musikalisches Opfer” – tutto contribuirà a rendere Sans-Souci il faro d’una cultura diversa e, massonicamente, non più sganciata dai processi evolutivi settecenteschi.
Ciò che Federico il Grande amava maggiormente, subito dopo i granatieri del suo esercito, erano il flauto e la musica in generale. Suonava tutti i giorni anche quando era in guerra, fra una battaglia e l’altra; scrivendo, fra l’altro, nell’arco della sua vita 121 sonate e quattro concerti per flauto, siglando alcuni di questi lavori con la frase “Federico compose fra i tormenti”, quasi a sottolineare quanto diverse fossero le sue abituali occupazioni. Ebbe a Potsdam maestri di straordinaria abilità, da Johann Joachim Quantz a Carl Philipp Emanuel Bach, restando influenzato dal loro stile, ma proponendone anche uno suo particolare molto legato a forme di “recitativo” ispirate alla musica vocale, e per certi versi dalla sua fede massonica. Nella sua musica si ritrovano interessanti simbolismi esoterici legati alla numerologia, alle tonalità massoniche e al concetto di viaggio iniziatico. Quasi tutte le sonate per flauto e clavicembalo sono in tre movimenti in successione crescente di velocità: Adagio-Allegro-Presto e rappresentano una lucida estrinsecazione della crescita simbolica dell’Apprendista Libero Muratore attraverso i tre gradi fondamentali dell’Obbedienza. Interessante è anche la scelta della tavolozza di colori relativa alle tonalità in un’epoca in cui al flauto ne erano destinate effettivamente solo alcune, per problemi relativi all’organologia dello strumento barocco. Dalla tonalità centrale di Do Maggiore verso le tonalità bemollizzate esprimenti “Saggezza” e quelle diesate legate alla “Frivolezza del profano”, Federico realizza la sua scrittura simbolica nelle tonalità massonicamente perfette che racchiudono la relazione numerica del tre e la volontà di esprimere un messaggio in relazione alle figurazioni ritmiche usate. Instancabile lavoratore, alle cure dello Stato unì una prodigiosa attività di scrittore, tanto che gli scritti militari e politici occupano 55 volumi mentre la corrispondenza confidenziale è praticamente immensa. Anche da ciò si comprende la personalità di un uomo che aveva saputo coniugare la volontà di grandezza e potenza con una vita colta ed operosa a testimonianza di una spiritualità che proprio la massoneria aveva raccomandato fin dalle sue prime costituzioni. Il grande Monarca seppe influenzare e stimolare gli uomini, gli artisti e la politica del tempo e tutta l’Europa senza Federico sarebbe stata più povera e meno vitale.

PROGRAMMA

Alla Corte di Federico il Grande

Carl Philipp Emanuel Bach: Sonata in mi minore
(1714-1788) Adagio-Allegro-
Minuetto con variazioni

Johann Joachim Quantz: Sonata in la minore
(1697-1773) Adagio-Presto-Giga

Anna Bon: Sonata in sol minore
(1740-?) Allegretto-Andante-Allegro

Federico II di Prussia
detto il Grande: Sonata in la minore
(1712-1786) Andante sostenuto-Allegro-
Allegro scherzando

Johann Sebastian Bach: Sonata in do minore BWV 1079
(1685-1750) Musikalischen Opfer
Largo-Allegro-Andante-Allegro

GIAN-LUCA PETRUCCI, flauto
PAOLA PISA, clavicembalo

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