Una lunghissima campagna elettorale

Cambio al vertice del Comites di Buenos Aires, l’organo di rappresentanza della più numerosa comunità italiana all’estero. Il presidente del Comitato, Santo Ianni, ha rassegnato le dimissioni, preso atto della realtà scaturita dalle ultime elezioni politiche italiane.

Ianni è stato candidato, ma non è stato eletto e la divisione all’interno dell’Associazionismo, con il successo della lista di Merlo e la sconfitta della lista dell’AISA nella quale egli si è presentato, ha messo in evidenza una crisi che comunque esisteva da tempo all’interno del Comites, ma che il risultato elettorale ha approfondito e messo in evidenza.

C’è da dire comunque che l’annuncio di Ianni da una parte (che all’indomani delle elezioni aveva già deciso di lasciare la presidenza del Comites) e l’atteggiamento del Console generale Curcio, nel rispetto della sua imparzialità, e di alcuni consiglieri che si sono impegnati perché il passaggio si consumasse nel modo meno traumatico possibile, hanno risparmiato al Comites di Buenos Aires, situazioni disgustose, come quelle già viste in altre sedi, che solo recano danno alla comunità che rappresentano. L’augurio è che non cambi il clima e che i consiglieri continuino a manifestare un atteggiamento responsabile, al di là delle divergenze, fisiologiche in un organo di rappresentanza politica quale è il Comites.

Le dimissioni di Ianni potrebbero essere il primo di una serie di movimenti di assestamento, dopo il terremoto elettorale che ha colpito l’Associazionismo. Al di là delle divergenze tra i due schieramenti che si sono presentati alle elezioni, sul modo di concepire l’Associazionismo, su quel che esso dovrebbe essere, c’è una realtà molto comune in questi casi: la forza di attrazione del vincitore al quale molti vogliono avvicinarsi. Per cui altri cambi ai vertici, o almeno tentativi di cambiamento non sono da escludere, pur se non tutte le istituzioni di rappresentanza sono uguali, nè come forma giuridica, nè come realtà politica.

Siamo quindi di fronte ad un periodo di campagna elettorale permanente, che probabilmente si protrarrà fino alle elezioni per il rinnovo dei Comites nella prima metà dell'anno venturo, sempre che, come è successo le ultime due volte, esse non vengano rinviate.

Intanto però i problemi della nostra comunità continuano ad essere sul tappeto. Un esempio di questa realtà si è vista lunedì scorso, nella seduta del Comites, durante la quale al di là del cambiamento ai vertici, si è parlato di almeno altri due gravi e persistenti problemi per la nostra comunità, come sono quelli del pagamento delle pensioni INPS e dell’assistenza sanitaria.

Al riguardo Maria Rosa Arona e Micaela Bracco, consiglieri del Comites ed esponenti dei Patronati, hanno informato che il Banco Itaù e le banche ad esso associate nel pagamento delle pensioni INPS in molti casi continuano a ignorare l’obbligo di pagare in euro, non adempiendo pienamente ai contratti firmati e agli accordi sottoscritti con le autorità diplomatiche davanti agli stessi Patronati. Per quel che riguarda il contratto di assistenza sanitaria con la Swiss Medical, ci sono ancora lamentele, perché, anche in questo caso, alcuni beneficiari denunciano inadempienze e servizi non in linea con quanto stabilito dai contratti.

La politica è una nobile attività e la fase di conquista del potere, anche quello costituito da una poltrona ai Comites, è inscindibile di essa. Ma quando la fase agonale rischia di diventare una realtà che si prolungherà per molto tempo, per troppo tempo, come sembra che sarà in questo caso, sarebbe conveniente che tutti quanti intendono parteciparvi si impegnino nel preservare, se non l’unione della collettività, almeno l’interesse generale di essa.

Non dovremmo mai dimenticare gli sforzi di decenni e il lavoro di convincimento fatto da tanti benemeriti dirigenti, che ci sono voluti per superare divisioni che avevamo importato dall’Italia a metà del secolo scorso.

Anche perché al di là di altre validissime considerazioni, se ci si impegna nella campagna elettorale, non si ha tempo per pensare ai problemi veri. Che intanto rimangono irrisolti.

marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

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