La virgola, Un occhio attento alle cose italiane …Parlamentari e non …

A proposito di governo e governo ombra…

Veltroni ha presentato la squadra che formerà lo shadow cabinet del Partito Democratico. Ritengo che la scelta del governo ombra sia giusta: la politica oggi richiede tempi di intervento rapidissimi ed il modo migliore per offrirsi come valida alternativa di governo è di agire contemporaneamente sul fronte governativo e parlamentare, nella discussione politica generale e nella comunicazione, in maniera coordinata e tale da costruire una consequenzialità tra le cose che diciamo oggi, le proposte alternative che presentiamo dall’opposizione e le scelte e le proposte che faremo quando saremo al governo.
La condizione che dobbiamo ancora costruire, però, è quella di un metodo di confronto parlamentare tra maggioranza ed opposizione, come avviene nei paesi che adottano il sistema dello shadow cabinet da molti anni con successo. Per evitare che rimanga solo un confronto mediatico, fatto di slogan e di annunci. È necessario, in sostanza, dare al governo ombra gli strumenti anche parlamentari per esprimersi – come nel question time without notice. Credo debbano verificarsi anche altre due condizioni, una di queste riguarda la scelte di donne e uomini. Occorre avere la percezione chiara che coloro che hanno oggi responsabilità ombra saranno chiamati anche a responsabilità di governo. Occorre che nel PD si inauguri questa visione della politica e chi assume oggi candidature o responsabilità di opposizione, anche a livello regionale e locale, dovrà continuare ad assolverle, nella vittoria come nella sconfitta. È necessario un partito agile ma strutturato nella logica del governo ombra e quindi in grado di sostenere, insieme al gruppo parlamentare, l’azione dei ministri ombra.
È necessario, inoltre, un aperto confronto internamente al PD, inclusa la vasta platea del popolo delle primarie e la società civile. Per mettere in discussione le scelte programmatiche ma anche, quando necessario, il gruppo dirigente. Un partito davvero aperto deve avere questo coraggio. Intanto Piero Fassino ricoprirà l’incarico ombra degli Esteri e degli Italiani nel mondo. Walter Veltroni ne ha dato l’annuncio durante la conferenza stampa di presentazione del governo ombra. Piero Fassino è stato sottosegretario con delega per gli italiani nel mondo e conosce molto bene tutte le questioni che riguardano le comunità italiane nel mondo. Significativo che a livello ombra abbiamo uno shadow minister mentre a livello di governo…

A proposito del caso Travaglio…

L’Italia non finirà mai di stupirci. Tutto è concatenato in una serie infinita di “errori” che di fatto spinge anche i più solidi sostenitori delle riforme ad agire rispetto agli effetti immediati anziché rimuovere le cause dei problemi strutturali che rendono l’Italia, non solo un Paese “anormale”, ma anche un Paese alla deriva. Il caso apertosi in questi giorni è emblematico. Un giornalista – che può piacere o non piacere – come Marco Travaglio, in una trasmissione nota come “che tempo che fa”, utilizza un passaggio di un libro per ricordare un episodio passato che riguarda il Presidente del Senato Renato Schifani. Travaglio supera non solo il limite del bon ton professionale, ma anche quello del rispetto minimo dovuto alle persone, ed anche alla terza carica dello Stato, quando utilizza toni offensivi.
Il vero obiettivo dell’intervento di Travaglio è però il “giornalismo” servile e l’informazione controllata dai partiti. Problema serio che la politica deve affrontare per riportare chiarezza in una situazione che è molto confusa. Ne spiego le ragioni. Il giornalismo vero non ha timore di portare alla luce i mali d’Italia. Il giornalismo investigativo racconta l’Italia, i suoi problemi e non si ferma davanti alla “politica”. Il giornalismo vero accerta le fonti, verifica, non una ma mille volte, e poi, dopo tutte le cautele possibili ed immaginabili, pubblica. La politica può solo prendere atto della pubblicazione di una notizia. La magistratura indaga se c’è da indagare. Tutti sono innocenti fino a quando non ci sono sentenze che provano la colpevolezza. La politica, in quel caso, è non solo legittimata, ma ha l’obbligo, di esprimersi e di agire. Quale è allora il male d’Italia? Che i giornalisti non fanno più il loro mestiere. Fanno politica e nel peggiore dei modi, camuffandola da “opinioni”. I fatti spariscono. I politici tendono a fare “intrattenimento”, “gossip” o peggio strumentalizzano le poche notizie e le tante opinioni. In questo modo le parole di Travaglio diventano un attentato al dialogo tra maggioranza ed opposizione. La Rai è un covo di attentatori al dialogo e deve essere “privatizzata” o “normalizzata”. La realtà è che esiste un problema legato alla qualità dell’informazione. Che la politica deve fare proprio. Esiste un problema della qualità della politica che deve tornare a discutere di tutto l’assetto radiotelevisivo e dell’informazione e comunicazione, sia pubblica che privata. Tornare a lavorare intensamente nelle aule parlamentari. Prendendo atto del lavoro che fanno i giornalisti. Rispettando il lavoro dei magistrati. Eppure, sono convinto, questa visione è ancora lontana dal realizzarsi e continueremo per qualche tempo ad essere testimoni delle espressioni offensive di Travaglio, dell’assenza di notizie e ricchezza di opinioni dei giornalisti e dell’incapacità della politica di dare risposte.

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