Di Girolamo indagato avrebbe dichiarato il falso

La legge sul voto all’estero prevede che, per candidarsi, sia necessaria la residenza. Un cittadino residente fuori dai confini italiani ha diritto dunque di presentarsi candidato nella circoscrizione estero appositamente costituita con la modifica della Costituzione.
Il senatore Di Girolamo avrebbe fornito alle autorità una autocertificazione con la quale avrebbe dichiarato di essere residente in Belgio.
Con la denuncia del primo dei non eletti, Raffaele Fantetti, la Procura di Roma avrebbe appurato la falsità della dichiarazione. Il senatore Di Girolamo sarebbe indagato per violazione della legge elettorale nonché di falso in atto pubblico. Come tutto questo sia potuto accadere, francamente, non è facile spiegarlo. Ad indagini concluse, forse ne sapremo di più. Sta di fatto che il senatore avrebbe ottenuto la regolare iscrizione ai registri dell’A.I.R.E già dagli inizi di febbraio e solo l’8 maggio, ad elezioni politiche espletate, avrebbe chiesto materialmente la residenza in Belgio.
Se tutto questo è vero, ora chi lo dirà ai detrattori, agli avversori degli italiani all’estero?
Sembra incredibile. Sta di fatto però che anche questa legge, a parte le modifiche oramai indispensabili, si offre ad essere aggirata molto facilmente soprattutto sulla questione residenza. Infatti, essa non prevede un tempo minimo di residenza per cui chiunque, qualche giorno prima delle elezioni politiche, può trasferirsi al solo scopo di candidarsi

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